In 24 ore Napoli ha perso due personaggi illustri della cultura contemporanea: il fotografo Mimmo Jodice e il musicista James Senese.
Domenico Jodice in arte “Mimmo Jodice” si è spento il 28 ottobre all’età di 91 anni. Nato nel Rione Sanità, è stato il Maestro del bianconero della “Napoli nascosta” per eccellenza, dedicando l’intera vita alla città natale. Grande nome della fotografia italiana inizia la carriera negli anni ’60, anni in cui la fotografia veniva utilizzata per documentare, lui però riesce a portarla nel mondo come arte.
I ritratti, i nudi, gli oggetti anche quelli più banali diventano protagonisti della sua arte ma soprattutto linguaggio fotografico. ma dagli anni ’80 sostituisce i soggetti con lo spazio. I paesaggi e gli ambienti, grazie a lui, hanno un’espressione. Si è poi dedicato alla memoria tramite i miti antichi mediterranei e gli spazi urbani. Tra le varie raccolte bisogna assolutamente ricordare: Chi è devoto: feste popolari in Campania (1974); Vedute di Napoli (1980); Eden (1998); Naples Intime (2010). Le sue opere non sono utilizzate come mezzo descrittivo ma come espressione e forma d’arte. Le fotografie di Mimmo Jodice fermano il tempo.
La camera ardente è allestita presso il Maschio Angioino di Napoli, luogo in cui fino ai primi di settembre si è tenuta una sua mostra.
Nel giorno in cui Rino Gaetano avrebbe dovuto compiere 75 anni, è venuto a mancare Gaetano Senese in arte “James Senese”. Compositore, sassofonista e cantante napoletano; collaboratore ma soprattutto amico di Enzo Avitabile, Pino Daniele, Tullio De Piscopo; padre del Neapolitan Sound, fondatore degli Showmen e dei Napoli Centrale. È stato un pilastro della musica napoletana. Con un sound unico e inconfondibile fonde le radici napoletane con la musica blues, jazz, soul delle influenze internazionali. Ha scelto di cantare in napoletano per esprimere al meglio la sua identità, la sua anima e il legame con la città natale.
Figlio di un soldato americano nero e di una napoletana si è definito lui stesso Napoletano Nero, affermando: “Non sapevo chi fossi, poi ho capito: sono entrambi. Sono il suono di due mondi. Mi chiamavano ‘o nir’ e pensavo fosse un insulto. Io l’ho trasformato in orgoglio, in ritmo, in vita. Essere nero, per me, è portare dentro una storia di dolore e di luce. Io sono un Nero Napoletano e questo non è un problema: è la mia verità. È sapere che la pelle parla, anche quando stai zitto. Io sono un Napoletano Nero. Sono figlio del sangue e del mare.”
Napoli saluterà il sassofonista che diede voce alla città oggi 30 ottobre presso la chiesa del suo quartiere, la chiesa della Madonna dell’Arco di Napoli. Giornata in cui il D10S avrebbe compiuto 65 anni.
Tra musica e fotografia, i due artisti rimarranno nelle strade di Napoli, nel mare, nelle orecchie, negli occhi ma soprattutto nel cuore. Toccherà a noi tenere viva la loro arte.
