mercoledì, Maggio 14, 2025
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Elezioni amministrative: i risultati definitivi

Sono terminate le operazioni di conteggio dei voti relativi alle elezioni amministrative tenutesi domenica 12 giugno. Confermate le proiezioni di RAI e LA7. Pubblichiamo i dati definitivi relativi alle principali città italiane, provenienti dal Ministero dell’Interno. L’affluenza alle elezioni amministrative, a livello nazionale, è stata del 54.73%.

ALESSANDRIA: Giorgio Abonante (CSX): 42,04%, Gianfranco Cuttica (CDX): 40,24%, Giovanni Barosini (Azione): 14,64%
93 sezioni scrutinate su 93

BARLETTA: Cosimo Damiano Cannito (CDX): 42,27%, Santa Scommegna (CSX): 36,63%, Carmine Doronzo (IV): 18,47%, Maria Angela Carone (M5S): 2,63%
100 sezioni scrutinate su 100

CATANZARO: Valerio Donato (LEGA + FORZA ITALIA): 43,82%, Nicola Fiorita (CSX): 31,86%, Wanda Ferro (FDI): 9,19%
91 sezioni scrutinate su 92

GENOVA: Marco Bucci (CDX): 55,45%, Ariel Dello Strologo (CSX): 38,06%
654 sezioni scrutinate su 656

L’AQUILA: Pierluigi Biondi (CDX): 54,39%, Americo Di Benedetto (CENTRO): 23,78%, Stefania Pezzopane (CSX): 20,62%
81 sezioni scrutinate su 81

LODI: Andrea Furegato (CSX): 59,03%, Sara Casanova (CDX): 37,20%
43 sezioni scrutinate su 43

LUCCA: Francesco Raspini (CSX): 42,65%, Mario Pardini (CDX): 34,35%
86 sezioni scrutinate su 86

ORISTANO: Massimiliano Sanna (CDX): 54,22%, Efisio Sanna (CSX): 35,94%
36 sezioni scrutinate su 36

PADOVA: Sergio Giordani (CSX) 58,44%, Francesco Peghin (CDX) 33,52%
206 sezioni scrutinate su 206

PARMA: Michele Guerra (CSX): 44,18%, Pietro Vignali (LEGA + FI): 21,25%, Priamo Bocchi (FDI): 7,53%
204 sezioni scrutinate su 204

PIACENZA: Katia Tarasconi (CSX): 39,93%, Patrizia Berbiersi (CDX): 37,72%, Stefano Cugini (M5S): 10,70%
108 sezioni scrutinate su 108

PISTOIA: Alessandro Tomasi (CDX): 51,49%, Federica Fratoni (CSX): 28,32%
100 sezioni scrutinate su 100

SESTO SAN GIOVANNI: Roberto Di Stefano (CDX): 48,89%, Michele Foggetta (CSX): 38,43%
73 sezioni scrutinate su 73

TARANTO: Rinaldo Melucci (CSX): 60,63%, Vincenzo Musillo (CDX): 29,84%
191 sezioni scrutinate su 191

VERONA: Damiano Tommasi (CSX): 39,77%, Federico Sboarina (LEGA + FDI): 32,71%, Flavio Tosi (FORZA ITALIA + ITALIA VIVA): 23,87%
264 sezioni scrutinate su 265

VITERBO: Chiara Frontini (civ): 33,08%, Alessandra Troncarelli (CSX): 27,90%, Laura Allegrini (FDI): 16,74%, Claudio Ubertini (Lega+FI): 8,53%
65 sezioni scrutinate su 66

Elezioni amministrative: i risultati aggiornati dai seggi

Dopo aver pubblicato le proiezioni di RAI e LA7, pubblichiamo i dati effettivi delle elezioni amministrative provenienti direttamente dal Ministero dell’Interno. L’affluenza alle elezioni amministrative, a livello nazionale, è stata del 54.73%.

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Risultati alle ore 22:00 del 15 giugno

ALESSANDRIA: Gianfranco Cuttica (CDX): 41,42%, Giorgio Abonante (CSX): 41,12%, Giovanni Barosini (Azione): 14,61%
68 sezioni scrutinate su 93

BARLETTA: Cosimo Damiano Cannito (CDX): 41,98%, Santa Scommegna (CSX): 36,62%, Carmine Doronzo (IV): 18,88%, Maria Angela Carone (M5S): 2,52%
42 sezioni scrutinate su 100

CATANZARO: Valerio Donato (LEGA + FORZA ITALIA): 42,46%, Nicola Fiorita (CSX): 34,46%, Wanda Ferro (FDI): 10,31%
10 sezioni scrutinate su 92

GENOVA: Marco Bucci (CDX): 55,33%, Ariel Dello Strologo (CSX): 39,19%
607 sezioni scrutinate su 656

L’AQUILA: Pierluigi Biondi (CDX): 51,33%, Americo Di Benedetto (CENTRO): 23,98%, Stefania Pezzopane (CSX): 23,39%
22 sezioni scrutinate su 81

LODI: Andrea Furegato (CSX): 57,94%, Sara Casanova (CDX): 37,86%
21 sezioni scrutinate su 43

LUCCA: Francesco Raspini (CSX): 43,34%, Mario Pardini (CDX): 33,85%
62 sezioni scrutinate su 86

ORISTANO: Massimiliano Sanna (CDX): 57,74%, Efisio Sanna (CSX): 34,74%
9 sezioni scrutinate su 36

PADOVA: Sergio Giordani (CSX) 58,66%, Francesco Peghin (CDX) 33,48%
113 sezioni scrutinate su 206

PARMA: Michele Guerra (CSX): 44,05%, Pietro Vignali (LEGA + FI): 21,29%, Priamo Bocchi (FDI): 7,50%
187 sezioni scrutinate su 204

PIACENZA: Katia Tarasconi (CSX): 40,09%, Patrizia Berbiersi (CDX): 37,60%, Stefano Cugini (M5S): 10,71%
100 sezioni scrutinate su 108

PISTOIA: Alessandro Tomasi (CDX): 51,52%, Federica Fratoni (CSX): 28,22%
93 sezioni scrutinate su 100

SESTO SAN GIOVANNI: Roberto Di Stefano (CDX): 49,45%, Michele Foggetta (CSX): 38,46%
40 sezioni scrutinate su 73

TARANTO: Rinaldo Melucci (CSX): 60,74%, Vincenzo Musillo (CDX): 29,88%
89 sezioni scrutinate su 191

VERONA: Damiano Tommasi (CSX): 39,92%, Flavio Tosi (FORZA ITALIA + ITALIA VIVA): 23,89%, Federico Sboarina (LEGA + FDI): 32,53%
211 sezioni scrutinate su 265

VITERBO: Alessandra Troncarelli (CSX): 32,12%, Chiara Frontini (civ): 30,62%, Laura Allegrini (FDI): 14,80%, Claudio Ubertini (Lega+FI): 9,22%
21 sezioni scrutinate su 66

Elezioni amministrative: i risultati in tempo reale

Secondo i dati comunicati dal Ministero dell’Interno, nella giornata di ieri si è recato alle urne per le elezioni amministrative il 54.73% degli aventi diritto. L’affluenza, per ciò che riguarda i cinque referendum, è stata in media del 20,93%.

CLICCA QUI PER LEGGERE I DATI EFFETTIVI PROVENIENTI DIRETTAMENTE DAL MINISTERO DELL’INTERNO.

Proiezione OPINIO per RAI

VERONA: Damiano Tommasi (CSX): 39,3%, Flavio Tosi (FORZA ITALIA + ITALIA VIVA): 26,6%, Federico Sboarina (LEGA + FDI): 29,0%

PARMA: Michele Guerra (CSX): 46,6%, Pietro Vignali (LEGA + FI): 21,8%, Priamo Bocchi (FDI): 7,0%

PALERMO: Roberto Lagalla (CDX): 45,7%, Franco Micelli (CSX): 27,4%

CATANZARO: Valerio Donato (LEGA + FORZA ITALIA): 44,1%, Nicola Fiorita (CSX): 30,4%, Wanda Ferro (FDI): 10,9%

L’AQUILA: Pierluigi Biondi (CDX): 51,8%, Stefania Pezzopane (CSX): 22,9%

GENOVA: Marco Bucci (CDX): 54,4%, Ariel Dello Strologo (CSX): 38,7%

Proiezioni elezioni amministrative SWG Per Tg La7

GENOVA: Marco Bucci (CDX): 54,2%, Ariel Dello Strologo (CSX): 38,5%

VERONA: Damiano Tommasi (CSX): 41,4%, Flavio Tosi (FORZA ITALIA + ITALIA VIVA): 24%, Federico Sboarina (LEGA + FDI): 30,4%

PADOVA: Sergio Giordani (CSX) 59,3%, Francesco Peghin (CDX) 31,1%

PARMA: Michele Guerra (CSX): 44%, Pietro Vignali (LEGA + FI): 19,1%, Priamo Bocchi (FDI): 8,2%

PALERMO: Roberto Lagalla (CDX): 44,4%, Franco Micelli (CSX): 29,5%

Exit poll elezioni amministrative “Porta a Porta” Rai

PALERMO: Roberto Lagalla (CDX): 43%-47%, Franco Micelli (CSX): 27%-31%

GENOVA: Marco Bucci (CDX): 51%-55%, Ariel Dello Strologo (CSX): 36%-40%

CATANZARO: Valerio Donato (LEGA + FORZA ITALIA): 40%-44%, Nicola Fiorita (CSX): 31%-35%, Wanda Ferro (FDI): 7%-9%

L’AQUILA: Pierluigi Biondi (CDX): 49%-53%, Stefania Pezzopane (CSX): 23%-27%

VERONA: Damiano Tommasi (CSX): 37%-41%, Flavio Tosi (FORZA ITALIA + ITALIA VIVA): 27%-31%, Federico Sboarina LEGA + FDI): 27%-31%

PARMA: Michele Guerra (CSX): 40%-44%, Pietro Vignali (LEGA + FI): 19%-23%, Priamo Bocchi (FDI): 6%-8%

Etiopia, il governo tigrino: «Nessun negoziato sul Tigray Occidentale»

Il 9 giugno, il quotidiano francese Le Monde ha pubblicato un articolo intitolato «In Etiopia, negoziati dietro le quinte tra il governo e il Tigray». Secondo il quotidiano, nell’ambito dei colloqui pre-negoziali il governo del Tigray avrebbe allentato la sua posizione sullo status del Tigray Occidentale. Di conseguenza, il governo della regione potrebbe abbandonare le sue pretese sul territorio per facilitare i colloqui di pace.

Una nota dell’Ufficio Affari esteri del Governo del Tigray, ricevuta da likequotidiano.it, smentisce categoricamente questa indiscrezione. «Questa affermazione oltraggiosa, apparentemente basata su fonti diplomatiche anonime di Addis Abeba, non potrebbe essere più lontana dalla verità. Il governo del Tigray ha sempre chiarito che qualsiasi soluzione duratura dell’attuale crisi deve basarsi sul ristabilimento della status quo prebellico». Il Governo tigrino chiede quindi il completo ritiro di tutte le «forze d’invasione da ogni centimetro quadrato del territorio tigrino sequestrato con la forza».

I crimini compiuti dalle forze Amhara nel Tigray Occidentale

«Va ricordato che la guerra genocida contro il Tigray ha portato alla violenta revisione dei confini interni dell’Etiopia. L’élite espansionista Amhara si è impadronita dei territori con la forza, complicando gli sforzi di porre fine a questa tragica guerra. L’esercito eritreo genocida, che è stato credibilmente accusato di aver violato le leggi umanitarie internazionali usando la fame come arma di guerra, fornisce il muscolo militare all’occupazione del territorio del Tigray costituzionalmente riconosciuto. Anche l‘esercito eritreo occupa parti delle zone nord-occidentali, centrali e orientali del Tigray. Lo fa con orribili violazioni dei diritti umani.

Queste forze hanno commesso e continuano a commettere crimini di guerra inimmaginabilmente atroci contro l’umanità. Portano avanti un genocidio nei confronti del nostro popolo nel Tigray Occidentale. Nel marzo 2021 il governo degli USA ha, infatti, accusato le forze di occupazione Amhara di impegnarsi in una sistematica campagna di pulizia etnica. In un recente rapporto investigativo, Amnesty International e Human Rights Watch hanno documentato una feroce campagna di pulizia etnica contro i tigrini. Questa campagna include esecuzioni extragiudiziali dilaganti, sgombero forzato e detenzione di massa dei tigrini in condizioni crudeli, disumane e degradanti. Centinaia di migliaia di tigrini sono stati sradicati dalle loro case, migliaia di persone sono state brutalmente assassinate, i loro corpi sono stati scaricati nel fiume Tekeze e i loro resti galleggiano al largo del Sudan. L’obiettivo dietro tale furia omicida è semplice: produrre “nuovi” fatti demografici sul campo e legittimare l’irredentismo infondato dell’élite espansionista Amhara.

La falsa narrazione storica diffusa dall’élite Amhara

In questo contesto, affermare che il governo del Tigray avrebbe tradito le persone abbandonando un territorio tigrino legittimo e costituzionalmente riconosciuto sfida il buon senso. Al contrario, il governo del Tigray ha sempre sottolineato che la liberazione, con mezzi pacifici o meno, di ogni centimetro quadrato del territorio tigrino rimane sua massima priorità. Nessuno spaccio di narrazioni storiche fittizie da parte dell’occupante, dell’élite espansionista Amhara, cambierà questo fatto. In breve, lo status del Tigray dell’Ovest non è negoziabile.

L’élite espansionista Amhara ama fare affermazioni infondate sul Tigray Occidentale, basate sul semplice fatto che, prima del 1991, il territorio era parte della regione di Amhara. Ma è importante ribadire il fatto che il Tigray Occidentale è sempre stato abitato da persone di lingua tigrina e che l’accordo federale post-1991 ha ridefinito l’Etiopia lungo linee etno-linguistiche. Inoltre, non esisteva una regione Amhara prima del 1991. L’élite espansionista Amhara è disposta ad assaltare la costituzione etiope per legittimare la sua pretesa infondata sul territorio tigrino. La rappresentazione del Tigray Occidentale come terra contesa è, quindi, inaccettabile e ostile a qualsiasi sforzo di pace. L’élite espansionista Amhara ha sequestrato quel territorio con la forza e questo è semplicemente inaccettabile. La comunità internazionale dovrebbe insistere e lavorare per il ritiro di queste bande di criminali predoni che stanno terrorizzando persone innocenti.

L’impegno del Governo del Tigray

Il popolo e il governo del Tigray sono impegnati nella risoluzione pacifica del conflitto attuale. Ma un tale impegno non si estende alla firma di un accordo che ceda un legittimo territorio del Tigray, consentendo ai genocidi di sfuggire alle responsabilità e di proseguire nella permanente dislocazione di centinaia di migliaia di tigrini brutalmente sradicati dalle loro case. Ciò sarebbe un’abdicazione al solenne dovere di garantire sicurezza esistenziale al popolo del Tigray. La nostra gente nel Tigray Occidentale ha subito feroci atrocità. Il governo del Tigray si impegna a garantire il loro ritorno alle loro legittime case e a ritenere responsabili i loro aguzzini.

Occorre notare che la diplomazia del capo Obasanjo ha contribuito a creare un ambiente permissivo a colloqui di pace tra il Tigray e il regime di Abiy. Comprendiamo che anche i suoi sforzi hanno seri limiti. La nostra recente scarcerazione di oltre 4000 prigionieri di guerra come misura di rafforzamento della fiducia è indicativa del nostro impegno ad una soluzione pacifica della crisi. Sfortunatamente, le autorità di Addis Abeba hanno poco interesse a contraccambiare la nostra collaborazione. In effetti, nonostante i ripetuti sforzi, ci sono stati pochi progressi, in gran parte a causa delle autorità di Addis. Se e quando il regime di Abiy si riorienterà lontano dalla sua mentalità coercitiva e deciderà di dare una possibilità alla pace, il popolo e il governo del Tigray porgeranno, come sempre, una cooperativa mano.

In conclusione, il Tigray Occidentale rimane una parte non negoziabile del Tigray. Qualsiasi notizia su un cambiamento della nostra posizione non ha fondamento. Il governo del Tigray rimane impegnato a liberarlo, pacificamente o meno!».

Referendum: le reazioni della politica

Quelli tenutisi ieri sono stati i referendum con il minor tasso di affluenza nella storia della Repubblica Italiana. L’affluenza media è stata del 20,93%.

La Lega, promotrice dei referendum insieme al Partito Radicale, ha commentato i risultati con una nota: «Grazie ai milioni di italiani che hanno votato per i referendum sulla giustizia. La loro voce è un impegno per tutti affinché si facciano vere e profonde riforme. Meritano riconoscenza perché hanno scelto di esprimersi nonostante un vergognoso silenzio mediatico (a cominciare dalla tv di Stato), al caos in troppi seggi a partire dallo scandalo di Palermo, alla codardia di tanti politici. Grazie a chi ha informato e partecipato. Grazie ai governatori schierati in prima linea insieme ad amministratori locali – di tutti i colori politici – e a molti parlamentari».

«Il tutto senza dimenticare donne e uomini di legge, associazioni culturali e intellettuali», prosegue la nota. «La battaglia per cambiare la Giustizia non si ferma questa sera. Riparte con rinnovato slancio: sarà il centrodestra (insieme ad amici coraggiosi come quelli del Partito Radicale) ad avere l’onere e l’onore, dopo aver vinto le prossime elezioni Politiche, di mettere mano al Sistema». Il senatore della Lega Roberto Calderoli, in sciopero della fame fino a ieri per denunciare la scarsa attenzione che, a suo avviso, è stata prestata ai referendum, ha dichiarato: «Abbiamo perso. È inutile nasconderlo. Non ci sono storie. I numeri dimostrano che 10 milioni hanno partecipato. Gli altri non hanno inteso farlo. Non ho il minimo problema a dire che secondo me c’è stato veramente un complotto. Ciascuno ci ha messo del suo perché questo quorum non potesse essere raggiunto». Nessun commento dal Partito Radicale.

«La storia dei referendum in Italia è da sempre una storia di ostracismo e di avversione al voto democratico diretto. Occorre ora che l’impegno politico dei liberali di questo paese per una giustizia più giusta, tra i quali in prima fila l’Unione delle Camere Penali Italiane, sappia trovare da subito la forza per rilanciare le proprie idee e le proprie battaglie». Questo il commento della Giunta delle Camere penali italiane.

Il commento dei magistrati

Per Eugenio Albamonte, segretario di Area democratica per la giustizia, «hanno vinto i cittadini. Quelle formule erano talmente grossolane da non poter rappresentare per il futuro un modello né culturale né istituzionale per il nostro Paese. Sconfitto è chi ha pensato di puntare tutto sugli scandali per colpire la magistratura anziché per riformarla e porre riparo a una serie di situazioni che si sono create in passato. Una cosa sono le riforme, un’altra la mortificazione della magistratura». Il Consigliere del CSM Nino Di Matteo ha sottolineato come «evidentemente molti italiani hanno capito che con il referendum non si voleva migliorare la giustizia. Si voleva punire la magistratura e renderla meno autonoma e indipendente. Purtroppo anche la riforma Cartabia, in discussione al Senato, va nella stessa direzione».

Referendum: tutti i risultati e gli exit poll in tempo reale

Secondo i dati comunicati dal Ministero dell’Interno, nella giornata di oggi si è recato alle urne per l’elezione dei sindaci e dei Consigli comunali il 54.72 degli aventi diritto (dati di 818 comuni su 818). L’affluenza, per ciò che riguarda i cinque referendum, è stata in media del 20,93% (dati di 7.903 comuni su 7.903).

Exit poll amministrative “Porta a Porta” Rai

PALERMO: Roberto Lagalla (CDX): 43%-47%, Franco Micelli (CSX): 27%-31%

GENOVA: Marco Bucci (CDX): 51%-55%, Ariel Dello Strologo (CSX): 36%-40%

CATANZARO: Valerio Donato (LEGA + FORZA ITALIA): 40%-44%, Nicola Fiorita (CSX): 31%-35%, Wanda Ferro (FDI): 7%, 9%

L’AQUILA: Pierluigi Biondi (CDX): 49%-53%, Stefania Pezzopane (CSX): 23%-27%

VERONA: Damiano Tommasi (CSX): 37%-41, Flavio Tosi (FORZA ITALIA + ITALIA VIVA): 27%-31%, Federico Sboarina LEGA + FDI): 27%-31%

PARMA: Michele Guerra (CSX): 40%-44%, Pietro Vignali (LEGA + FRATELLI D’ITALIA): 19%-23%, Priamo Bocchi (FDI): 6%-8%

Affluenza referendum in dettaglio

L’affluenza al quesito sull’abolizione della Legge Severino è stata del 20,95%.

L’affluenza al quesito sulla limitazione delle misure cautelari è stata del 20,93%.

L’affluenza al quesito sulla separazione delle funzioni dei magistrati è stata del 16,93%.

L’affluenza al quesito sulla valutazione dei magistrati è stata del 20,92%.

L’affluenza al quesito sulle modalità di elezione al CSM è stata del 20,92%.

Le preferenze

Abolizione della Legge Severino: 54,01% sì, 45,99% no (61.135 sezioni scrutinate su 61.569).

Limitazione delle misure cautelari: 56,20% sì, 43,80% no (60.952 sezioni scrutinate su 61.569).

Separazione delle funzioni dei magistrati: 74,13% sì, 25,87% no (60.882 sezioni scrutinate su 61.569).

Valutazione dei magistrati: 72,08% sì, 27,92% no (60.841 sezioni scrutinate su 61.569).

Modalità di elezione al CSM: 72,64% sì, 27,36% no (60.853 sezioni scrutinate su 61.569).

Lo scrutinio delle elezioni amministrative inizierà alle ore 14 di domani.

Referendum ed elezioni: l’affluenza alle ore 19:00

Secondo i dati comunicati dal Ministero dell’Interno, fino alle ore 19:00 si è recato alle urne per l’elezione dei sindaci e dei Consigli comunali il 39,14% degli aventi diritto (dati di 818 comuni su 818). L’affluenza, per ciò che riguarda i cinque referendum, è stata in media del 11,44% (dati di 7.903 comuni su 7.903). Fino alle ore 12, si è presentato alle urne per le elezioni amministrative il 17,64% degli aventi diritto. Il 6,78% degli elettori ha espresso la propria preferenza nei referendum finno alle 12.

Affluenza referendum in dettaglio

Diverse le partecipazioni al voto referendario per i cinque diversi quesiti.
L’affluenza al quesito sull’abolizione della Legge Severino è stata del 14,78%.
L’affluenza al quesito sulla limitazione delle misure cautelari è stata del 14,68%.
L’affluenza al quesito sulla separazione delle funzioni dei magistrati è stata del 14,81%.
L’affluenza al quesito sulla valutazione dei magistrati è stata del 14,67%.
L’affluenza al quesito sulle modalità di elezione al CSM è stata del 14,76%.

La situazione a Palermo

«Ho chiesto al ministro dell’Interno di valutare l’opportunità di autorizzare il prolungamento dell’apertura dei seggi elettorali, nella sola città di Palermo, fino alle 14 di lunedì 13 giugno». Lo ha dichiarato il Presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, in seguito ai numerosi disagi registrati questa mattina nel capoluogo siciliano a causa della rinuncia degli individui nominati per svolgere la funzione di presidenti del seggio. Si tratterebbe di «una misura straordinaria a seguito dell’altrettanto straordinaria situazione che si è venuta a creare in città per la mancata costituzione di decine di sezioni elettorali. È un provvedimento che avrei adottato autonomamente, se non si votasse anche per i referendum».

Elezioni e referendum: l’affluenza alle ore 12:00

Secondo i dati comunicati dal Ministero dell’Interno, fino alle ore 12:00 si è recato alle urne per l’elezione dei sindaci e dei Consigli comunali il 17,64% degli aventi diritto (dati di 818 comuni su 818). L’affluenza, per ciò che riguarda i cinque referendum, è stata in media del 6,78% (dati di 7.903 comuni su 7.903).

Alle elezioni amministrative dell’ottobre 2021, tenutesi in due giorni, alle ore 12 di domenica aveva votato il 12,67% degli aventi diritto. Nel 2016, il referendum sull’abrogazione delle proroghe delle concessioni per l’estrazione degli idrocarburi sino all’esaurimento dei rispettivi giacimenti registrò un’affluenza dell’8,35% alle ore 12.

Affluenza referendum in dettaglio

Diverse le partecipazioni al voto referendario per i cinque diversi quesiti.
L’affluenza al quesito sull’abolizione della Legge Severino è stata del 6,78%.
L’affluenza al quesito sulla limitazione delle misure cautelari è stata del 6,78%.
L’affluenza al quesito sulla separazione delle funzioni dei magistrati è stata del 6,79%.
L’affluenza al quesito sulla valutazione dei magistrati è stata del 6,78%.
L’affluenza al quesito sulle modalità di elezione al CSM è stata del 6,78%.

Sono cinque le schede elettorali per i referendum, ognuna con un colore diverso: rosso (per il quesito sull’abrogazione della Legge Severino), arancione (sulla limitazione delle misure cautelari), giallo (sulla separazione delle carriere dei magistrati), grigio (sulle modalità di valutazione dei magistrati) e verde (per l’abrogazione di norme sull’elezioni dei componenti togati del Csm).

A Palermo circa cinquanta seggi non sono ancora stati aperti o sono stati aperti con ritardo. La causa dei ritardi è stata la rinuncia degli individui nominati per svolgere la funzione di presidenti del seggio. In una nota, l’Amministrazione comunale di Palermo ha comunicato l’invio degli atti alla Procura della Repubblica per ogni azione di competenza finalizzata all’accertamento di responsabilità di natura penale.

Elezioni: un bel giorno per i cittadini italiani

Sono stati aperti alle ore 7:00 i seggi elettorali per le elezioni comunali e per i referendum. Sono 50.915.402 gli elettori chiamati ad esprimersi sui cinque quesiti referendari. Essi riguardano la separazione delle funzioni per i magistrati, la legge Severino, i limiti per la custodia cautelare, le regole per le candidature al Consiglio superiore della magistratura e le valutazioni dei magistrati. In 971 comuni, 9 milioni di cittadini sono chiamati alle elezioni dei sindaci e dei consigli comunale. I seggi saranno aperti fino alle ore 23 di oggi. Lo spoglio partirà dai referendum per poi passare, dalle 14 del lunedì, alle schede delle elezioni comunali.

Il dettato costituzionale

Il referendum abrogativo è contemplato dall’articolo 75 della Costituzione della Repubblica Italiana:
«È indetto referendum popolare per deliberare l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali.
Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati.
La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.
La legge determina le modalità di attuazione del referendum
».

Storia dei referendum

Dalla nascita della Repubblica sono stati 73 i quesiti referendari sottoposti a votazione. Dal 1946 ad oggi si sono tenuti 67 referendum abrogativi, uno istituzionale, uno consultivo e 4 costituzionali. I cittadini italiani si sono espressi su tematiche di fondamentale importanza: il divorzio, il finanziamento pubblico ai partiti, l’ergastolo, il porto d’armi, l’aborto, la responsabilità civile dei giudici, il nucleare, la caccia, le droghe leggere, la contrattazione collettiva nel pubblico impiego. Gli ultimi quesiti approvati dall’elettorato, nel giugno del 2011, riguardavano la privatizzazione del servizio idrico, la produzione di energia nucleare e l’abolizione della legge sul legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei ministri e dei ministri.

La democrazia italiana

Secondo il Democracy Index, l’Italia è la 31esima democrazia nel mondo. L’indice è composto da cinque indicatori: processo elettorale e pluralismo, libertà civili, funzione del governo, partecipazione politica, cultura politica. Ad abbassare il punteggio dell’Italia, tra le 5 categorie, è il funzionamento del governo. Il processo elettorale è elevato, con un punteggio pari a 9,58 su 10. Nel mondo, a vivere in una democrazia è il 45,7% della popolazione, mentre in un regime ibrido vive il 17,2% e in un regime autoritario il 37,1%. In ventisei Paesi il voto non è solo un diritto: i cittadini hanno l’obbligo di recarsi alle urne.

L’Italia, insieme ad altri Paesi al mondo, è al secondo posto nella classifica che analizza il processo elettorale e il pluralismo. Il diritto di voto è garantito a tutti i cittadini italiani che possono scegliere, come sempre di più sta accadendo negli ultimi anni, di non esercitarlo. Sarebbe tuttavia opportuno ricordare che vivere in un Paese democratico, soprattutto per le generazioni più giovani, è più una fortuna che un merito. Lo ha scritto bene Michele Salvemini, Caparezza: «Tu sei nato qui perché qui ti ha partorito una f*ca».

L’Ucraina è sempre più vicina all’Unione Europea

La Commissione europea è vicina ad esprimere il proprio parere favorevole al conferimento all’Ucraina dello status di Paese candidato ad entrare nell’Unione Europea. Oggi la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, si è recata a Kiev. La visita non è stata preannunciata per motivi di sicurezza. La procedura di ingresso dell’Ucraina nell’Unione è partita dalla richiesta del Consiglio europeo alla Commissione di un parere sulla candidabilità dello Stato. Non tutti i Paesi dell’Unione Europa d’accordo con l’avvio della procedura. Infatti, il presidente francese, Emmanuel Macron, ha dichiarato che il processo di adesione all’Ue non può essere aperto per un Paese in guerra. Inoltre, il governo della Danimarca ha denunciato l’instabilità delle istituzioni ucraine.

«Kiev era già sul giusto binario prima della guerra. Ha una democrazia parlamentare solida, ha un’amministrazione funzionante. Vediamo un Paese ad alta digitalizzazione», ha detto von der Leyen durante una conferenza stampa con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «È un Paese che ha già accordi commerciali e di associazione. Ci sono ancora riforme da fare sul campo della corruzione e in campo amministrativo per attrarre gli investitori. Apprezziamo gli enormi sforzi dell’Ucraina. Vogliamo creare una road map molto chiara sulla ricostruzione. Sono commossa e impressionata dalla resilienza del popolo ucraino. Continuano le battaglie cruente nel sud e nell’est ma è impressionante notare come gli ucraini difendano il loro paese. A Kiev vedo che la vita sta tornando alla normalità».

Il Presidente dell’Ucraina chiede nuove sanzioni

Secondo il Presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, «questo è un momento decisivo non solo per l’Ucraina ma per tutto il continente europeo. La Russia vuole dividere e indebolire l’Ue. L’Europa è il suo obiettivo. Attendiamo un supporto al vertice europeo che si preannuncia storico. Sfortunatamente la guerra continua e noi abbiamo bisogno di un settimo pacchetto di sanzioni. Vanno bloccate le attività di tutte le banche russe, senza distinzioni, e in particolare della Gazprombank».