Farmacogenetica e farmacogenomica sono delle discipline che si interessano di quello che è il ruolo che i geni hanno in quella che è la risposta ai farmaci.
Nello specifico la farmacogenetica studia la variabilità di risposta individuale ad un farmaco dovuta a fattori genetici ereditari; la farmacogenomica invece studia l’intero genoma e i suoi prodotti quali DNA, RNA e proteine.
Entrambe queste branche della farmacologia mirano a migliorare l’efficacia e la tollerabilità dei farmaci, inoltre a creare una terapia personalizzata.
La terapia personalizzata dunque si basa sull’utilizzo di tutte quelle informazioni che riguardano l’assetto genomico di un individuo per individuare il farmaco e il dosaggio più efficace per questo individuo.
Il nostro genoma è composto da tantissimi geni diversi, ognuno dei quali codifica per proteine. Queste proteine che si creano possono avere diversi ruoli nel nostro organismo, per esempio possono avere una funzione strutturale o una funzione enzimatica. Queste ultime possono servire per la metabolizzazione di farmaci, ovvero rendere il farmaco non più funzionante, dopo che ha esplicato la sua funzione.
Il citocromo P450 è un gruppo di enzimi epatici che sono maggiormente coinvolti nella biotrasformazione di diversi farmaci e, soggetti che hanno mutazioni nei geni del citocromo hanno un metabolismo alterato. Può succedere dunque che in alcuni individui ci siano geni che codificano per questi enzimi, che però sono mutati, dunque non riescono ad esplicare la loro funzione normale di metabolizzazione del farmaco; lo metabolizzano troppo rapidamente, oppure troppo lentamente.
In entrambi i casi non avviene quello che viene chiamato effetto terapeutico, anzi nel caso in cui ci troviamo davanti ad un enzima che metabolizza troppo lentamente il farmaco, dunque non funziona bene, avremmo una percentuale troppo alta di principio attivo nel sangue e ciò porterebbe alla comparsa di effetti toassici che potrebbero portare anche alla morte del paziente; nel caso in cui dovessimo avere un enzima che metabolizza troppo velocemente invece non avremmo nessun effetto terapeutico.
Vengono distinti in 4 categorie fenotipiche:
• PM—metabolizzatori lenti (incapacità di utilizzare la via del CYP2D6
• IM—metabolizzatori intermedi (capacità fortemente diminuita)
• EM—metabolizzatori normali (capacità normale)
• UM—Metabolizzatori ultrarapidi (capacità eccessiva)
Per ovviare a queste condizioni particolari, entrano in gioco appunto lo studio della farmacogenetica e la farmacogenomica con cui si può effettuare una predizione su base genetica per quanto riguarda la suscettibilità e valutare anche quella che può essere la dose corretta di farmaco per quel particolare tipo di individuo.
Vengono effettuati dei test farmacogenetici che sono finalizzati a determinare un’associazione tra una caratteristica genetica e la risposta individuale a una determinata molecola, farmaco, in termini di efficacia e rischi.
I farmaci che subiscono maggiormente variazioni nel loro metabolismo a causa di mutazioni genetiche di proteine che hanno funzione enzimatica sono antidepressivi, anti-aritmici, farmaci oppioidi, beta-bloccanti, antiepilettici.
