sabato, Luglio 27, 2024

Pompei, ritrovate 13 statuine nella Casa di Leda

Le statuine sono state ritrovate nel parco archeologico di Pompei all’interno di un vano dove presumibilmente si trovava un mobile scaffale.

Condividi

Nuovo ritrovamento nell’area archeologica di Pompei. L’11 dicembre, al di sotto di una coltre di lapillo, sono state rinvenute 13 statuine in terracotta, di circa 15-20 cm, realizzate con matrici bivalve e caratterizzate da una vivace policromia. Le statuine sono state ritrovate all’interno di un vano definito da blocchi di travertino, dove presumibilmente si trovava un mobile scaffale. Oltre a figure antropomorfe, si riconoscono una noce, una mandorla, la testa di un gallo in argilla, una pigna in vetro. Alcune figure sembrano rimandare al mito di Cibele e Attis nonché ad alcuni segni e simboli del rito, in cui erano coinvolti i ministri del culto.

Il mito di Cibele e Attis

Il mito è originario della Frigia, in Asia Minore, dove la dea era venerata come Signora della natura, simbolo dei cicli vitali e naturali che contemplano la nascita, la morte e il continuo rinnovarsi della vita stessa. Come tale, Cibele era considerata la dea sia dei vivi sia dei morti. La storia ha origine dalla caduta del seme di Zeus sulla pietra, durante il tentativo da parte del dio di possedere la dea Madre. Da tale caduta fu generato Agdistis, una creatura androgina cui gli dei decisero di recidere i soli genitali maschili. Dal sangue sgorgato dall’evirazione nacque un mandorlo, del cui frutto si invaghì Nana, figlia del re e fiume Sangario, che restò incinta e generò Attis.

Del giovane pastore, dotato di grande bellezza, si innamorò lo stesso Agdistis. Allora il re di Pessinunte, Mida (o Gallo), per evitare l’incesto, destinò in moglie ad Attis la propria figlia. Ma la dea Cibele impedì le nozze e Attis, gettatosi sotto un pino, si autoevirò procurandosi la morte. Dal sangue nacquero viole, che determinarono in qualche modo la rinascita del pastore. Attis sarà al servizio di Cibele che lo destinò alle sue dipendenze. Dunque, amante, figlio e vittima di Cibele, Attis muore ad ogni inverno per essere partorito nuovamente e rinascere ogni primavera. Il mito è messo in relazione al ciclo vitale delle stagioni e della fertilità della terra. Il suo culto era legato soprattutto all’Equinozio di Primavera, durante il quale erano svolte feste propiziatorie in onore di Cibele e di Attis, i Ludi Megalenses.

I nuovi ritrovamenti nel parco archeologico di Pompei

La presenza degli oggetti rinvenuti lascia intuire come la figura del pastore sia diventata popolare presso il territorio vesuviano, entrando così nei luoghi privati, case e botteghe, non soltanto come forme del culto ma anche come parte del repertorio decorativo. Nel contesto rinvenuto nell’ambito dello scavo della Casa di Leda, Attis è connotato da diversi attributi, il berretto frigio, la cista, il pedum e un gallo, animale che nella nicchia in questione ritorna anche da solo come ex voto rimandando alle figure dei sacerdoti officianti il culto. Quindi Attis è presente nelle sembianze del pastore, veste una tunica con maniche, che copre le spalle e lascia scoperto il ventre. Un’altra scultura potrebbe rappresentare un’ulteriore allusione al personaggio e alla storia di Attis. La piccola scultura potrebbe rimandare al momento della morte e al gesto dell’evirazione.

Compare, inoltre, una figura che si caratterizza per la foggia frigio-anatolica: si tratta di una figura maschile dai lunghi capelli, vestita con una tunica stretta in vita con scollatura a V e sottolineata da gruppi di pieghe, che, per l’abbigliamento, rimanda ad un’altra statuetta rinvenuta a Pompei e interpretata come Attis. Un frammento di figura fittile femminile, raffigurante una testa con polos, potrebbe essere ricondotto a Cibele, a cui vanno collegati gli ex voto che ritraggono madri che imbracciano neonati, come la statuina che raffigura una madre in procinto di porgere al lattante il seno scoperto.

Sitografia
http://pompeiisites.org/wp-content/uploads/E-Journal_9.pdf

Alberto Pizzolante
Alberto Pizzolante
Nato in provincia di Lecce nel 1997, si è laureato in Filosofia presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Dirige likequotidiano.it.

Sullo stesso argomento

Simili

Dello stesso autore