lunedì, Ottobre 7, 2024

Lotta al cyberbullismo, intervista a Samara Tramontana

Con più di un milione e mezzo di followers su TikTok e 544mila su Instagram, Samara Tramontana è una delle creator italiane più seguite.

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Classe 2003, Samara Tramontana è una tiktoker originaria della provincia di Lodi. Con più di un milione e mezzo di followers su TikTok e 544mila followers su Instagram, Samara è una delle creator più seguite in Italia.

Samara Tramontana inizia a pubblicare video su TikTok all’età di 14 anni, dopo aver trascorso un periodo buio a causa di episodi di bullismo da lei subiti. Viene notata da Alan Tonetti, che la sceglie come inquilina della Stardust House, una villa di circa 1500 metri quadrati all’interno della quale i tiktoker italiani creano i loro contenuti. Si tratta di un’accademia per content creator sita in provincia di Monza, nella quale ragazze e ragazzi studiano e sono avviati al mondo dello spettacolo.

Lo scorso anno, all’interno della Sturdust House la tiktoker ha ricevuto delle accuse, mai confermate, secondo le quali avrebbe avuto dei rapporti con sette diversi tiktoker residenti nell’accademia dei creator. Accusata di aver messo fine ad amicizie e fidanzamenti, Samara Tramontana è stata oggetto di una fortissima aggressione social. È stato lanciato un hashtag che ha generato più di 20 milioni di interazioni, sui social sono stati pubblicati migliaia di insulti e di minacce indirizzate a lei e alla sua famiglia. Da questa esperienza prende spunto la storia da lei raccontata nel suo primo romanzo, intitolato Sette” ed edito da Mondadori.

Di cosa parla il tuo libro?
Il libro è un romanzo, è una storia vera romanzata che parla di bullismo, di cyberbullismo e della bellissima storia d’amore di Sara, la protagonista.

Tu sei stata vittima di cyberbullismo. Come hai fatto a reagire alla violenza che hai subito e quanto tempo è stato necessario per farlo?
Inizialmente non capivo cosa stesse succedendo. Pensavo ad uno scherzo, a un qualcosa che sarebbe finito dopo poco tempo, che non avrebbe avuto un’evoluzione. Così non è stato. È stata una batosta forte. Non sapevo se fosse giusto ritornare sui social, se ne valesse la pena o se fosse meglio andare via. È stata un’esperienza bruttissima e dolorosa. Alla fine, con il sostegno della mia famiglia, pian piano dopo qualche mese sono riuscita a ricominciare e a rinascere.

A cosa è dovuto il diverso modo con ci si riferisce alla sessualità maschile e femminile nell’utilizzo di insulti ed epiteti denigratori?
È una domanda difficile questa perché, se lo sapessimo, questa differenza non ci sarebbe. Dovremmo essere tutti alla pari, sullo stesso piano. Invece ci sono ancora, purtroppo, delle differenze di genere. Se ciò che è stato detto sul mio conto fosse stato pronunciato nei confronti di un ragazzo, quest’ultimo sarebbe stato considerato un figo, un esempio da seguire.

Quali provvedimenti dovrebbero essere adottati per limitare il cyberbullismo? Bisognerebbe insegnare a scuola come utilizzare un social network. Un bambino di sei anni che si ritrova in mano un telefono non distingue ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. La tecnologia si sta evolvendo e il sistema di istruzione ne deve tener conto. Poi, la giustizia dovrebbe essere più partecipe: purtroppo molte denunce riguardanti il cyberbullismo sono archiviate o non sono considerate sufficientemente gravi.

Alberto Pizzolante
Alberto Pizzolante
Nato in provincia di Lecce nel 1997, si è laureato in Filosofia presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Dirige likequotidiano.it.

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