lunedì, Ottobre 7, 2024

Il discorso di Volodymyr Zelensky al Parlamento italiano

Il presidente ucraino Zelensky ha rivolto un discorso al Parlamento: "Fermare una sola persona, una sola, affinché ne sopravvivano milioni".

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Questa mattina il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha rivolto un discorso alle Camere riunite del Parlamento italiano. Pubblichiamo integralmente il suo intervento.

Grazie. Egregi signori presidenti delle Camere, egregio signor primo ministro Draghi, signore e signori senatori e deputati, caro popolo italiano, oggi ho parlato con Sua Santità papa Francesco e lui ha detto parole molto importanti: “Capisco che voi desiderate la pace, capisco che dovete difendervi, i militari difendono i civili, difendono la propria patria, ognuno la difende”. E io ho risposto che il nostro popolo è diventato l’esercito, quando ha visto che male porta con sé il nemico, quanta devastazione lascia dietro di sé e quanto spargimento di sangue vuole vedere.

Una settimana fa ho parlato durante un incontro a Firenze con una decina di città europee e ho chiesto a tutti gli italiani e tutti gli europei di ricordare il numero 79. 79 erano i bambini uccisi in quel momento in Ucraina. Adesso sono 117. Ancora altri 38 bambini in questi giorni. Questo è il prezzo del procrastinare con la pressione sulla Russia per far fermare questa guerra Ci sono migliaia di feriti, decine di migliaia di famiglie distrutte, centinaia di migliaia di vite distrutte come il loro futuro, milioni di case abbandonate e tutto questo è iniziato da una persona.

Mariupol, grande come Genova, è stata distrutta

Nei quartieri e nelle città seppelliscono i morti nelle fosse comuni, nei parchi. Questo succede nel 2022 e noi sappiamo che ogni giorno di guerra porterà via altre vite dei nostri bambini. 117 non è il numero finale, perché l’invasione russa sta distruggendo le famiglie e le vite dei nostri cittadini. La guerra continua, i missili russi, l’aviazione, l’artiglieria non smettono di uccidere. Le città ucraine vengono distrutte, alcune sono completamente distrutte, come Mariupol, sulla costa del mare d’Azov, dove c’erano circa mezzo milione di persone come nella vostra città di Genova dove sono stato. A Mariupol non c’è più niente, solo rovine.

Immaginate una Genova completamente bruciata dopo tre intere settimane di assedio, di bombardamenti, di spari che non smettono neanche un minuto. Immaginate la vostra Genova dalla quale scappano le persone a piedi con le macchine, con i pullman, per arrivare dove è più sicuro. Io parlo da Kiev, dalla nostra capitale, dalla città che per la nostra Nazione è altrettanto importante come lo è Roma per tutto il mondo. Da Kiev inizia la grande cultura di un grande popolo e adesso noi siamo al limite della sopravvivenza. Kiev ha vissuto sulla sua storia delle guerre feroci e dopo tutte queste tragedie c’è bisogno di vivere in pace. In una pace continua ed eterna, come dev’essere a Roma e in qualsiasi altra città del mondo.

Ma a Kiev abbiamo ogni giorno le sirene, ogni notte cadono le bombe e i missili vicino a Kiev, nelle città nei dintorni ci sono diverse truppe dell’esercito russo che torturano, violentano rapiscono i bambini, distruggono, e con i camion portano via anche i nostri beni. Questo è stato fatto in Europa per l’ultima volta dai nazisti quando stavano occupando altri Paesi. L’esercito russo è riuscito addirittura a minare anche il mare vicino ai nostri porti. Questo diventa un pericolo per le coste vicine e per i paesi vicini perché le mine possono arrivare fino a loro.

L’obiettivo di Putin è di influenzare l’Europa

Signori, popolo italiano, bisogna fare il possibile per garantire la pace. La guerra è stata organizzata per decine di anni da una sola persona, guadagnando tantissimi soldi sull’esportazione di petrolio e gas, utilizzando questi soldi per la guerra e non solo contro l’Ucraina perché il loro obiettivo è l’Europa: è influenzare le vostre vite, avere il controllo sulla vostra politica, distruggere i vostri valori, la democrazia, i diritti dell’uomo, la libertà. L’Ucraina è il cancello per l’esercito russo. Loro vogliono entrare in Europa. Ma la barbarie non deve entrare. Dovete ricordare che gli ucraini sono stati vicini a voi durante la pandemia, perché voi ne avevate bisogno e noi abbiamo inviato i nostri medici.

Anche gli italiani ci hanno dato il loro sostegno quando abbiamo avuto l’alluvione, ci avete sostenuto velocemente e sinceramente senza chiedere niente in cambio. Noi lo apprezziamo moltissimo. Tuttavia l’invasione dura da 27 giorni, praticamente un mese. Perciò abbiamo bisogno di altre sanzioni, di altre pressioni affinché la Russia non cerchi le riserve militari o i guerrieri in Libia o in Siria ma cerchi la pace, affinché una sola persona cerchi la pace. Le conseguenze di questa guerra si sentono in diverse parti del mondo e non solo dell’Europa. Quindi parliamo anche della fame che si sta avvicinando per diversi Paesi. L’Ucraina è sempre stata uno degli esportatori di viveri più grandi e più importanti. Ma come possiamo seminare sotto l’artiglieria russa? Come possiamo coltivare quando il nostro nemico distrugge i nostri campi, distrugge il nostro combustibile? Non sappiamo come avremo i raccolti e se possiamo esportare.

Colpire gli oligarchi russi

Non possiamo esportare il mais, l’olio, il frumento e altri prodotti assolutamente necessari per la vita e questo riguarda anche i nostri vicini attraverso il mare. I prezzi stanno crescendo, decine di milioni di persone avranno bisogno di aiuto di fronte alle vostre coste. Signore e signori, popolo italiano, voi conoscete bene gli ucraini e conoscete un popolo che non ha mai voluto la guerra, un popolo europeo quanto lo siete anche voi. Voi sapete chi ha portato la guerra in Ucraina, voi lo sapete bene chi ordina di combattere, chi fa la propaganda di guerra. Tutti quanti gli oligarchi russi utilizzano l’Italia come luogo per le loro vacanze. Non dovete essere il luogo che accoglie queste persone, dobbiamo bloccare e congelare tutti i loro immobili, i loro conti, i loro yacht da Scheherazade fino ai più piccoli, dobbiamo congelare tutti i beni di tutti quanti, di tutti quelli che in Russia hanno la forza di decidere.

Dobbiamo usare le sanzioni per la pace, dovete sostenere anche l’embargo contro le navi russe che entrano nei vostri porti e non dovete assolutamente permettere eccezioni per qualsiasi banca russa. Dovete fermare la crisi alimentare, dovete fermare le uccisioni perché la guerra deve finire al più presto per proteggere le famiglie ucraine. Dobbiamo far tornare la pace, bonificare dalle mine il territorio e ricostruire l’Ucraina dopo la guerra insieme a voi, all’Italia, all’Europa, insieme all’Unione Europea. Prima della guerra ho visitato spesso il vostro Paese e apprezzo moltissimo la vostra ospitalità, la vostra sincerità e a volte anche la vostra forza nelle relazioni perché ho visto cosa sono le vostre famiglie, cosa significano i figli, cosa significa la vita per voi.

Il ringraziamento all’Italia

Voglio ringraziarvi per il vostro aiuto agli ucraini, perché accogliete le persone che si salvano dalla guerra. Oggi in Italia ci sono più di 70.000 dei nostri concittadini che sono stati costretti a fuggire dalla guerra, di cui più di 25.000 sono bambini. Molti di loro sono stati accolti direttamente nelle famiglie e anche forse nelle famiglia dei presenti qui in sala. In Italia è nato il primo bambino ucraino la cui madre è scappata dalla guerra. Decine di bambini ucraini con contusioni e ferite sono nei vostri ospedali e noi vi siamo molto grati. Aspettiamo quando potranno tornare in un’Ucraina di pace. Voi potete aiutare.

Di sicuro dal primo giorno di questa guerra voi avete condiviso con noi il nostro dolore e aiutate di cuore gli ucraini e gli ucraini ricorderanno sempre il vostro calore, il vostro coinvolgimento e la vostra forza che deve fermare una sola persona, una sola, affinché ne sopravvivano milioni.

Gloria all’Ucraina e grazie all’Italia».

Alberto Pizzolante
Alberto Pizzolante
Nato in provincia di Lecce nel 1997, si è laureato in Filosofia presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Dirige likequotidiano.it.

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