Antropolaroid di Tindaro Granata torna all’Elfo Puccini

Tindaro Granata ritorna al Teatro Elfo Puccini di Milano con il suo Antropolaroid. A precederlo, in questa edizione anche dei giovani attori.

Tindaro Granata ritorna al Teatro Elfo Puccini di Milano con il suo Antropolaroid. Uno spettacolo che da più di dieci anni gira l’Italia, confermandosi un unicum capace di affascinare gli spettatori. Un monologo di cupa bellezza, ma anche di enorme vitalità, che sprofonda negli abissi dell’antropologia e riemerge carico di speranza. 

Padrone assoluto del palcoscenico, Granata costruisce la sua performance con pochissimi oggetti di scena: una lampadina, una sedia, un lenzuolo. Il resto lo fa la sua abilità a gestire il vestiario, a sfruttare le quinte, a dialogare con musica e luci. In questo modo, accompagna lo spettatore in una storia lunga anni. 

L’Antropolaroid di Granata: il cuntu a teatro

Ispiratrice è la tradizione del cunto siciliano, che in Antropoloraid diventa narrazione e dramma insieme. Come delle istantanee che prendono vita, i personaggi portati in scena da Granata appartengono alla sua storia familiare, più o meno romanzata. Sono volti, mimiche, voci differenti, che si intrecciano senza tregua nell’ondivago scavare, raccontare e restituire dell’attore, sul palco interprete e narratore insieme. Un cuntu, dunque, che trova la sua forza nella rivitalizzazione delle radici e nel riallacciare le trame di quella che il poeta martinicano Édouard Glissant chiama filiazione, meccanismo alla base di ogni costruzione mitologica. Non causale e dunque organica alla messinscena in questo senso è la scelta di restituire i personaggi con la loro lingua, quella siciliana. Ed infatti, questi riemergono come figure strappate alla notte dei tempi, salvate nel racconto e dalla parola. Schegge di una mitologia che non diventa mai epica, ossia storia di dei ed eroi, ma che conserva l’empatia e i tratti comici dell’umano. 

Per questo motivo, l’Antropolaroid di Granata investe gli spettatori con una carica vitale che porta a ridere e commuoversi, a riconoscersi e a rivivere quasi sulla propria stessa pelle ogni diapositiva, ogni scambio di battute, ogni personaggio. 

Infine, come in ogni antropologia, presente è anche la morte, che oltre a strisciare lungo tutto lo spettacolo, ha una funzione ciclica nella drammaturgia così come, del resto, nella vita. Cioè apre e chiude questo viaggio tra le epoche e i nomi, affollato di timbri, idioletti e prossemiche, ma anche di risate e malumori, urla e silenzi, notti quiete o rissose, giochi, balli, canti, sudori, bestemmie. Segreti d’amore e perle finissime di sofferenza. 

Piccoli Antropolaroid – Francesco Maruccia

Nelle date di quest’anno all’Elfo Puccini, hanno aperto Antropoloraid cinque giovani artisti, nelle diverse serate in cartellone: Jonathan Lazzini, Gabriele Brunelli, Emilia Tiburzi, Francesco Maruccia, Sebastian Luque Herrera. A loro il compito di esplorare la tecnica del cunto e restituire un proprio monologo. 

Così, ho avuto modo di assistere alla performance di Francesco Maruccia l’8 giugno, con il suo Tre preghiere e un atto di dolore

Sullo stile inaugurato da Granata, Maruccia scava nelle sue radici, che da Fiumicino lo portano fino alla terra rossa del Salento. Qui riemergono i tratti della sua storia familiare e, emblematiche, le figure dei padri, cui l’attore dà voce e corpo, cimentandosi con successo con la lingua salentina. 

Come il siciliano, il salentino conserva dei lampi di saggezza improvvisi. Soprattutto, però, è una lingua aspra, data in bocca a gente che, come scrisse Maria Corti, conosce il silenzio e può avere il mutismo delle pietre. 

Proprio il silenzio come “fisionomia del cuore” è una delle intuizioni di questo cuntu, che germina dalla difficoltà e sprigiona con forza una scrittura drammaturgica dalla qualità a tratti poetica. 

Antropolaroid + Piccoli Antropolaroid – Info

ANTROPOLAROID di e con Tindaro Granata
un progetto per il decennale

scene e costumi Guido Buganza, Margherita Baldoni

produzione Proxima Res

+

PICCOLI ANTROPOLAROID

5 giugno Alla luce del falò di e con Jonathan Lazzini

6 giugno Ironia della sorte di e con Gabriele Brunelli

7 giugno Ciumachella di e con Emilia Tiburzi

8 giugno Tre preghiere e un atto di dolore di e con Francesco Maruccia

9 giugno Real Maravilloso di e con Sebastian Luque Herrera

Federico Demitry
Federico Demitry
Laureato in Letterature comparate all'Università Cattolica di Milano, insegna letteratura inglese e italiano L2. Collabora con alcune riviste, occupandosi principalmente di letteratura e teatro. E' inviso alla cultura ufficiale e ai circoli degli amici degli amici. Sentimento che, peraltro, ricambia.

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