Fabio Ridolfi ha scelto la sedazione profonda

Fabio Ridolfi, immobilizzato da 18 anni a letto, non ha ricevuto l’aiuto medico alla morte volontaria cui aveva diritto.

«Da due mesi la mia sofferenza è stata riconosciuta come insopportabile. Ho tutte le condizioni per essere aiutato a morire. Ma lo Stato mi ignora. A questo punto scelgo la sedazione profonda e continua anche se prolunga lo strazio per chi mi vuole bene». Queste le parole di Fabio Ridolfi, un uomo di 46 anni immobilizzato da 18 anni a letto a causa di una tetraparesi. Fabio ha scelto di porre fine alle sue sofferenze tramite la sedazione profonda e continua. Lo ha comunicato, tramite il puntatore oculare, in un video. Ridolfi è in una condizione che gli impedisce il movimento di qualsiasi parte del suo corpo, ad eccezione degli occhi.

La decisione arriva a causa della mancata risposta da parte del Servizio Sanitario Regionale delle Marche. Dopo aver comunicato con 40 giorni di ritardo il parere del Comitato Etico con il via libera per l’aiuto medico alla morte volontaria, l’ASUR Marche non ha mai indicato il parere sul farmaco da utilizzare e sulle relative modalità di somministrazione. Il 27 maggio, Fabio Ridolfi ha diffidato formalmente l’Azienda sanitaria unica regionale Marche a effettuare in tempi brevi le verifiche sul farmaco. Una diffida cui, però, l’Azienda sanitaria unica regionale non ha mai risposto.

«Lo Stato costringe Fabio Ridolfi ad una sofferenza continua»

«Fabio aveva un diritto, quello di poter scegliere l’aiuto medico alla morte volontaria. Un diritto legalmente esercitabile sulla base della sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale (Cappato\DJ Fabo). Un diritto che gli è stato negato a causa dei continui ritardi e dell’ostruzionismo di uno Stato che, pur affermando che ha tutti i requisiti previsti dal giudicato costituzionale e riconoscendo che le sue sofferenze sono insopportabili, gli impedisce di dire basta. Fabio merita rispetto e non di essere ignorato da uno Stato che crudelmente lo costringe a una sofferenza continua e non garantisce la sua scelta legalmente attuabile», hanno dichiarato l’avvocato Filomena Gallo, Segretario nazionale dell’Associazione Luca Coscioni e coordinatrice del collegio difensivo di Fabio Ridolfi e Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.

«Ogni giorno che passa per Fabio è un giorno di sofferenza in più, per questo ha deciso di non voler più aspettare e di procedere con la sedazione profonda e con la sospensione dei trattamenti di sostegno vitale. È da oltre due mesi che aspetta e l’ASUR continua a ignorare la sua richiesta, dopo aver tenuto per 40 giorni in un cassetto un parere che affermava la presenza dei requisiti per accedere legalmente al suicidio assistito. Non possiamo non notare anche il silenzio assoluto della politica nazionale, impegnata nell’insabbiamento al Senato del testo di legge sull’aiuto al suicidio, dopo che la Corte costituzionale ha impedito al popolo di esprimersi sul referendum».

Alberto Pizzolante
Alberto Pizzolante
Nato in provincia di Lecce nel 1997, si è laureato in Filosofia presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Dirige likequotidiano.it.

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