sabato, Luglio 27, 2024

Nel 2022 sono stati commessi più di 19mila reati ambientali sulle coste

Secondo il report "Mare Mostrum" di Legambiente, i reati ambientali lungo le coste italiane sono aumentati del 3,2% rispetto al 2021.

Condividi

Nel 2022 le forze dell’ordine e le capitanerie di porto hanno accertato 19.530 reati ambientali lungo le coste italiane. Il dato è superiore del 3,2% rispetto al 2021. Sommando reati e illeciti amministrativi in Italia è stata accertata una media di 8,7 infrazioni per ogni km di costauna ogni 115 metri. È quanto emerge dal nuovo report Mare Monstrum 2023 di Legambiente che raccoglie dati del 2022 sul mare violato e minacciato dalle illegalità ambientali.

A farla da padrone è il ciclo illegale del cemento (dalle occupazioni di demanio marittimo alle cave illegali, dagli illeciti negli appalti per opere pubbliche fino all’abusivismo edilizio), che rappresenta da solo il 52,9% dei reati. Ammontano a 624 le violazioni del codice della navigazione relative alla nautica da diporto, anche in aree protette. Un dato, questo, in crescita del 197,1% rispetto al 2021.

Le proposte di Legambiente

Sono otto le proposte che l’associazione ambientalista ha indirizzato al Governo Meloni per tutelare, in maniera più efficace, lo straordinario patrimonio ambientale del Belpaese:

  • ripristinare la legge che affida ai prefetti il compito di demolire le costruzioni abusive oggetto di ordinanze di abbattimento emesse ma non eseguite dai Comuni;
  • rafforzare l’attività di contrasto delle occupazioni abusive del demanio marittimo;
  • rilanciare a livello nazionale e su scala locale la costruzione e l’adeguamento e/o messa in regola dei sistemi fognari e di depurazione;
  • efficientare la depurazione delle acque reflue, valorizzandole come risorsa e permettendone il completo riutilizzo in settori strategici come l’agricoltura, superando gli ostacoli normativi nazionali;
  • migliorare e rendere più efficienti ed omogenei i controlli delle Agenzie regionali di protezione ambientale messe in rete nel Sistema nazionale di protezione ambientale coordinato da Ispra;
  • regolamentare in maniera stringente lo scarico in mare dei rifiuti liquidi (acque nere ed acque grigie, acque di sentina, ecc.), istituendo, per esempio, delle zone speciali di divieto di qualsiasi tipo di scarico, anche oltre le 12 miglia dalla costa;
  • promuovere politiche attive per la prevenzione nella produzione di rifiuti e per la migliore tutela del mare e delle coste;
  • attuare da parte del governo e del parlamento adeguati interventi normativi contro la pesca illegale, non dichiarata e non documentata.

Il ricordo di Angelo Vassallo

Il report è stato diffuso da Legambiente alla vigilia dell’anniversario della morte di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica brutalmente ucciso il 5 settembre 2010 per il suo impegno per la tutela del mare e delle coste del Cilento contro speculazioni e illegalità. Sulla sua morte Legambiente chiede da anni verità e giustizia.

«Tredici anni fa veniva ucciso Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica da sempre impegnato contro illegalità e speculazioni e che Legambiente ha conosciuto e premiato consegnandoli le cinque vele. Il suo sia un esempio a cui guardare, perché per combattere le illegalità – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – è importante che anche le realtà territoriali facciano la loro parte insieme alle istituzioni. Allo stesso tempo è fondamentale accelerare il passo sulle attività di controllo e quegli interventi normativi non più rimandabili».

Alberto Pizzolante
Alberto Pizzolante
Nato in provincia di Lecce nel 1997, si è laureato in Filosofia presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Dirige likequotidiano.it.

Sullo stesso argomento

Simili

Dello stesso autore