giovedì, Ottobre 10, 2024

Bookcity 2023, alla ricerca dell’evento perduto

Eventi inesistenti e ospiti scomparsi: la prima giornata di Bookcity è stata caratterizzata dalla totale inefficienza organizzativa.

Condividi

Lunedì 13 novembre ha avuto inizio la dodicesima edizione di BookCity Milano, la manifestazione dedicata al libro e alla lettura promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e dall’Associazione Bookcity Milano. Sono 3.100 gli autori e le autrici ospiti della manifestazione, con più di 1.500 eventi e oltre 500 editori coinvolti nelle 300 sedi diffuse su tutto il territorio cittadino.

Nella giornata di ieri ho scelto di partecipare a quattro eventi: la presentazione di Libriamoci 2023 – Se leggi ti lib(e)ri, il Salottino del libro usato, la mostra fotografica San Vittore. Quartiere della città e la conferenza Vivere libere: superare l’incubo della violenza di genere.

La sottosegretaria frettolosa

L’incontro Libriamoci 2023 – Se leggi ti lib(e)ri si è svolto presso la sala del Granchetto della biblioteca Sormani. La sala è situata al termine dello scalone d’onore della biblioteca. Il suo nome deriva dalle tele che ne rivestono le pareti, appartenenti a un ciclo pittorico raffigurante il mito di Orfeo che incanta gli animali, attribuito in passato al pittore genovese Giovanni Benedetto Castiglione, detto il Grechetto. L’edizione di quest’anno di Liberiamoci è dedicata alla letteratura fantastica. In occasione dei 50 anni dalla traduzione italiana del romanzo Lo Hobbit e dei 50 anni dalla scomparsa dell’autore, J. R. R. Tolkien, il Centro per il libro e la lettura del Ministero della Cultura ha promosso un convegno indirizzato a studiosi e insegnanti.

Il pubblico è composto da circa cinquanta persone. I lavori sono introdotti dai saluti della sottosegretaria al Ministero del Merito e dell’Istruzione, Paola Frassinetti. L’onorevole motiva la scelta di far leggere i testi di Tolkien nelle scuole richiamando lo spirito di «critica all’individualismo, al culto del denaro e al progressismo fine a se stesso» proprio dell’autore. Per Frassinetti, «il Signore degli anelli è la perfetta descrizione del calvario vissuto dagli emarginati e dai disillusi dalle contraddizioni del progresso». Terminato l’intervento, durato tre minuti, la sottosegretaria lascia la sala per impegni istituzionali. Ci avrei scommesso.

Alla ricerca del ministro perduto

Secondo il programma di Bookcity il ministro della Cultura, Gennaro Sangiulano, dovrebbe partecipare alla conferenza in collegamento. Del ministro, tuttavia, non vi è traccia. Sangiuliano ha inviato un intervento scritto, il quale viene letto frettolosamente da un membro dello staff. La velocità di lettura dell’intervento rende impossibile la comprensione del messaggio. Chiedo ai membri dello staff di Bookcity il motivo dell’assenza del ministro: «Il ministro ha avuto un imprevisto impegno istituzionale», mi rispondo. Domando copia dell’intervento di Gennaro Sangiuliano: pubblicare le parole del titolare del Dicastero della Cultura sarebbe, a mio avviso, molto interessante, vista la natura dell’evento. Mi assicurano che il messaggio sarà pubblicato sul sito web di Boockity. Tale pubblicazione non è mai avvenuta.

La mia immediata valutazione è di profonda critica nei confronti di Gennaro Sangiuliano. In assenza di spiegazioni, ritengo che la sua assenza sia sintomo di un disinteresse nei confronti dell’evento letterario più importante di Milano. Tuttavia, ho modo di verificare la veridicità di quanto comunicatomi dallo staff: il ministro della Cultura, nella giornata di ieri, ha effettuato una visita all’Emeroteca Tucci di Napoli. Se questo discolpa Sangiuliano dall’accusa di noncuranza, rende chiara la mancanza organizzativa da parte di Bookcity. L’appuntamento del ministro a Napoli, infatti, era fissato da tempo. Da giorni era chiaro che il ministro non sarebbe potuto essere in collegamento con la biblioteca Sormani. Perché Bookcity non ha comunicato l’assenza di Giuliano Sangiuliano?

Quella dell’ex direttore del Tg2 non è stata l’unica assenza alla conferenza Libriamoci 2023 – Se leggi ti lib(e)ri. Anche il professor Oronzo Cilli, membro della Tolkien Society inglese e presidente dell’associazione Collezionisti Tolkieniani Italiani, la cui presenza era stata annunciata da Bookcity, non ha partecipato all’evento. Il motivo? Un mistero. Lo staff non ha saputo fornire alcun chiarimento. Ne Lo Hobbit, J.R.R.Tolkien scrive: «Se volete trovare qualcosa, non c’è niente di meglio che cercare». Io ho cercato, ma non ho ricevuto alcuna risposta.

Il macero del libro usato

Abbandonata la conferenza, raggiungo la sede dell’Università Cattolica, in largo Gemelli, per visitare il Salottino del libro usato. Il termine salottino mi fa pensare a qualcosa di diverso rispetto al semplice mercatino del libro. Immagino circoli letterari, momenti di discussione – non necessariamente organizzata – dei testi presenti, spazi per sfogliarne le pagine. Percorso lo stupendo chiostro progettato da Donato Bramante e Carlo Maderno, raggiungo il salottino: un tendone, tre tavoli, nove cassette da frutta contenenti libri di diverse tipologie. Più che un salottino, un degno mercatino. Perché, dunque, definirlo un salottino? Perché è figo.

Non acquisto nulla e lascio la sede dell’università. Ho un’ora di tempo a disposizione prima del prossimo incontro. Il mio PC è scarico e leggere un libro mi consentirebbe di evitare una terribile perdita di tempo. Vladimir Il’ič Lenin, dall’aldilà, viene in mio soccorso: «Due euro per sostenere la libera e indipendente stampa comunista», urlano due ragazzi in giacca e cravatta. Il loro abbigliamento non lascia dubbi: sono i compagni di Lotta Comunista. Mi avvicino loro: «Caro, l’imperialismo sino-occidentale è la causa delle guerre in Ucraina e in Palestina. Noi crediamo che…», mi dice uno. Lo interrompo: «Compagno, mi hai già convinto». Acquisto la copia di Lotta Comunista e mi reco presso la sede dell’Università Cattolica in via Olona.

Alla ricerca della conferenza perduta

Qui si tiene la conferenza Vivere libere: superare l’incubo della violenza di genere. Sarà stata la copia di Lotta Comunista, sarà stato il logo dell’Università Vita-Salute San Raffaele sul mio taccuino, fatto sta che attiro l’attenzione del portiere dell’Università.
Lei è uno studente?
No, sono qui per l’evento di Bookcity.
Ha un accredito?
No, non è necessario. Se vuole chiamo l’ufficio stampa di Bookcity.

Il portinaio riflette, poi mi fa entrare. Non è presente alcuna segnaletica ad indicare la strada da percorrere per raggiungere l’aula dove si terrà la conferenza. Vago per la Cattolica. Chiedo informazioni ad una studentessa, la quale mi indirizza verso la reception. Qui avviene lo stesso dialogo verificatosi all’ingresso. Convinco la signora ad indicarmi l’aula in cui si terrà la conferenza: Diamante 210.
Scusi, non ho frequentato la Cattolica. Dove si trova l’aula?
Ehh io sto lavorando, non ho tempo per queste cose.

Passeggio per i corridoi dell’ateneo come se fossi alla ricerca dello zafferano in un supermercato. Fortunatamente, incontro una studentessa dell’università e le chiedo indicazioni. Mi comunica che l’aula Diamante 201 non esiste: l’evento si terrà in aula Diamante 1 e, di fatto, è una lezione (interessantissima) del corso Psicologia della violenza di genere dell’Università. Terminata la conferenza, scelgo di rinunciare al pranzo per visitare la mostra San Vittore. Quartiere della città, ospitata dall’auditorium della Casa della Carità “Angelo Abriani” a Crescenzago, a 40 minuti dalla sede dell’Università Cattolica.

Alla ricerca della mostra perduta

Entro nella Casa della Carità e chiedo al portiere informazioni sulla mostra. Non ne sa nulla. Mi chiede di attendere trenta minuti: le lavoratrici e i lavoratori nella segreteria della struttura sono in pausa pranzo. Mi siedo. Da una stanza posizionata nel corridoio vicino alla sala d’attesa, ascolto la voce di un assistente che aiuta un ospite della Casa a fare la doccia. La Casa della Carità è uno straordinario luogo di accoglienza di chi è stato rifiutato: immigrati, tossicodipendenti, senzatetto, persone in difficoltà. Dopo mezz’ora, il portiere mi comunica che la mostra si terrà giovedì. Non lunedì, come indicato dal programma di Bookcity. Ricontatto l’ufficio stampa: nessuna risposta.

La prima giornata di Bookcity è stata caratterizzata dalla totale inefficienza organizzativa. Mi è comunque stata utile: ho effettuato 12.000 passi per spostarmi tra i quattro luoghi che hanno ospitato (o avrebbero dovuto ospitare) gli eventi. D’altrone, mens sana in corpore sano.

Alberto Pizzolante
Alberto Pizzolante
Nato in provincia di Lecce nel 1997, si è laureato in Filosofia presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Dirige likequotidiano.it.

Sullo stesso argomento

Simili

Dello stesso autore