domenica, Maggio 19, 2024

Isolate i bastardi

Silvio Berlusconi, durante l'assemblea dei deputati di Forza Italia, ha pronunciato un delirante discorso a difesa di Vladimir Putin.

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«Io non vedo come possano mettersi a un tavolo di mediazione Putin e Zelensky. Perché non c’è nessun modo possibile. Zelensky, secondo me…lasciamo perdere, non posso dirlo…». Queste le parole pronunciate dal leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, durante l’assemblea dei deputati del suo partito. L’audio è stato diffuso dall’agenzia LaPresse.

Secondo Silvio Berlusconi, ex Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana, il criminale Vladimir Putin, Presidente della Federazione Russa, «è entrato in Ucraina e si è trovato di fronte a una situazione imprevista e imprevedibile di resistenza da parte degli ucraini, che hanno cominciato dal terzo giorno a ricevere soldi e armi dall’Occidente. E la guerra, invece di essere una operazione di due settimane, è diventata una guerra di duecento e rotti anni. Quindi, questa è la situazione della guerra in Ucraina». Gli ucraini hanno resistito all’invasione criminale del bastardo P., conferma Berlusconi. Quindi, non vi è mai stata la necessità di liberare l’Ucraina dai nazisti, come affermato dal bastardo P. il 24 febbraio scorso.

La delirante difesa di Putin

Pubblichiamo un estratto del discorso pronunciato dal delirante leader di Forza Italia durante l’assemblea dei deputati del suo partito: «Sapete com’è avvenuta la cosa della Russia? Anche su questo vi prego, però, il massimo riserbo. Promettete? La cosa è andata così: nel 2014 a Minsk, in Bielorussia, si firma un accordo tra l’Ucraina e le due neocostituite repubbliche del Donbass per un accordo di pace senza che nessuno attaccasse l’altro. L’Ucraina butta al diavolo questo trattato un anno dopo e comincia ad attaccare le frontiere delle due repubbliche. Le due repubbliche subiscono vittime tra i militari che arrivano, mi si dice, a 5-6-7mila morti. Arriva Zelensky, triplica gli attacchi alle due repubbliche. I morti diventano… (incomprensibile). Disperate, le due repubbliche mandano una delegazione a Mosca e finalmente riescono a parlare con Putin.

Dicono: “Vladimir non sappiamo che fare, difendici tu”. Lui è contrario a qualsiasi iniziativa, resiste, subisce una pressione forte da tutta la Russia. E allora si decide a inventare una operazione speciale: le truppe dovevano entrare in Ucraina, in una settimana raggiungere Kiev, deporre il governo in carica e imporre un governo già scelto dalla minoranza ucraina di persone per bene e di buon senso, un’altra settimana per tornare indietro. È entrato in Ucraina e si è trovato di fronte a una situazione imprevista e imprevedibile di resistenza da parte degli ucraini, che hanno cominciato dal terzo giorno a ricevere soldi e armi dall’Occidente. E la guerra, invece di essere una operazione di due settimane, è diventata una guerra di duecento e rotti anni».

A tutela della democrazia

Una sola è la strada che Giorgia Meloni e Matteo Salvini possono intraprendere: quella di isolare il bastardo B. La futura Presidente del Consiglio e il leader del secondo partito (per numero di voti) della coalizione della destra non possono consentire a Silvio Berlusconi di assumere alcuna decisione nella costituzione del nuovo governo del Paese della Resistenza contro il nazifascismo. Per la sua amicizia con Vladimir Putin, per le sue personali convinzioni o per una sua mancanza di lucidità il bastardo B. è un gravissimo pericolo per la sicurezza della Repubblica Italiana. Meloni e Salvini hanno assicurato l’elettorato e la comunità internazionale circa il sostegno dei loro partiti nei confronti dell’Ucraina. Questa promessa deve essere rispettata fino alla fine.

I parlamentari forzisti di buona volontà dovrebbero sfiduciare il loro leader. Questo, naturalmente, non può essere fatto all’interno di un partito di proprietà, com’è Forza Italia. Di conseguenza, dovrebbero avere il coraggio di abbandonare il partito e di trovare casa in un nuovo soggetto politico. Chi non lo farà, sarà un bastardo amico di Putin. Chi non lo farà, non potrà governare la Repubblica.

Alberto Pizzolante
Alberto Pizzolante
Nato in provincia di Lecce nel 1997, si è laureato in Filosofia presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Dirige likequotidiano.it.

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