UE: stop alla vendita di auto benzina, diesel e GPL

Approvato il divieto di vendita, dal 2035, di auto nuove a motore endotermico. Secondo l'Anfia, sono a rischio 70.000 posti di lavoro.

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Il Parlamento europeo ha approvato la proposta della Commissione europea di vietare la vendite di auto nuove a benzina, diesel e GPL dal 2035. Il Parlamento ha anche approvato il salva Motor Valley, un emendamento riservato ai produttori di nicchia che prolunga la deroga alle regole europee sugli standard di emissione della CO2. L’emendamento fa slittare l’entrata in vigore di queste regole dal 2030 al 2036. La deroga è riservata ai piccoli produttori di auto (con volumi da 1000 a 10mila veicoli l’anno) e furgoni (con volumi, di 1000-22mila l’anno). L’emendamento del Partito Popolare Europeo che prevedeva una riduzione delle emissioni di CO2 del 90% invece che del 100% non è stato approvato.

Le reazioni

Per il direttore dell’Anfia, Gianmarco Giorda «sono 70.000 i posti di lavoro a rischio nell’industria automotive, legata alla produzione di componenti che non serviranno per l’elettrico. L’elettrico a oggi non è in grado di compensare la perdita di posti di lavoro. Non basta costruire colonnine di ricarica o altri componenti. Servono piuttosto azioni per portare in Italia pezzi di filiera legati alla produzione di batterie per le auto elettriche».

Secondo Giorgio Marsiaj, presidente dell’Unione Industriali di Torino, l’approvazione del provvedimento è «un durissimo colpo per il settore automotive». Si tratterebbe di «un’impostazione ideologica a favore dell’elettrico che pone in serio rischio la filiera dell’auto italiana e continentale. Una scelta che non prende in considerazione un comparto produttivo fondamentale e strategico per le economie europee. Una scelta che mette in serio pericolo, come evidenzia Anfia e come ribadiamo da tempo, 70 mila posti di lavoro. Il doveroso e condivisibile rispetto per l’ambiente non può e non deve compromettere il futuro dell’automotive.

La totale e troppo affrettata eliminazione dei motori endotermici, anche con carburanti alternativi, è un modo preconcetto di affrontare la questione, come ha recentemente ribadito anche il Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti. Ci uniamo all’appello del comparto affinché gli altri Organismi comunitari che devono ancora esprimersi si rendano conto che non è questa la strada della ragionevolezza».

Secondo il viceministro allo Sviluppo Economico, Gilberto Pichetto, quella approvata «È una soluzione molto ideologica e poco realistica. L’Europa ha bocciato la proposta di ridurre il divieto dal 100% al 90%. È difficile immaginare come sarà il 2035. Continuo a non immaginare il Gran Premio di Monza senza il rombo del motore delle auto in pista. Bisognava ridurre le emissioni in modo graduale tenendo conto della realtà che stiamo vivendo. Il mercato è in forte calo, continua a svilupparsi la ricerca per motori endotermici sempre meno inquinanti e sono necessarie misure sociali per tutelare i lavoratori interessati alla transizione».

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Alberto Pizzolante
Alberto Pizzolante
Nato in provincia di Lecce nel 1997, si è laureato in Filosofia presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Dirige likequotidiano.it.

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