martedì, Aprile 30, 2024

L’ultima lettera di Kurt Cobain

Il testo della lettera scritta da Kurt Cobain prima del suo suicidio, indirizzata al suo amico immaginario d’infanzia Boddah.

Condividi

L’8 aprile del 1994, il cadavere di Kurt Cobain veniva ritrovato nella sua casa a Seattle. Accanto al corpo del cantante dei Nirvana, che si era tolto la vita tre giorni prima, c’era una lettera indirizzata al suo amico immaginario d’infanzia, Boddah. Ne pubblichiamo integralmente il testo.

A Boddah

Parlando con la lingua di un sempliciotto con esperienza che ovviamente preferirebbe essere un bambino lamentoso e rammollito. Questa nota dovrebbe essere abbastanza semplice da capire. Tutti gli avvertimenti del corso base di punk-rock nel corso degli anni, da quando sono stato introdotto, potremmo dire, l’etica dell’indipendenza e l’abbraccio della tua comunità, si sono rivelati veri. Non provo eccitazione nell’ascoltare e nel creare musica o nel leggere e scrivere da troppi anni. Mi sento in colpa oltre ogni dire per queste cose. Per esempio quando siamo nel backstage e le luci si spengono e inizia il ruggito eccitato della folla, non mi fa lo stesso effetto che faceva a Freddie mercury, che sembrava amare, crogiolarsi nell’amore e nell’adorazione della folla che è qualcosa che io ammiro e invidio. Il fatto è, non riesco a prenderti in giro, nessuno di voi. Semplicemente non è giusto per voi o per me.

Il crimine peggiore a cui posso pensare sarebbe fregare le persone fingendo che mi stia divertendo al 100%. Certe volte mi sento come se dovessi timbrare il cartellino prima di salire sul palco. Ho provato con tutte le mie forze ad apprezzarlo (e lo faccio, Dio, credimi, ma non è abbastanza). Apprezzo il fatto che io e noi abbiamo toccato e intrattenuto tante persone. Devo essere uno di quei narcisisti che apprezzano le cose solo quando non ci sono più. Sono troppo sensibile. Ho bisogno di essere leggermente insensibile per recuperare l’entusiasmo che avevo da bambino.

Nei nostri ultimi 3 tour, ho apprezzato molto di più tutte le persone che ho conosciuto personalmente, e come fan della nostra musica, ma non riesco a superare la frustrazione, il senso di colpa e l’empatia che ho per chiunque. C’è del buono in ognuno di noi e credo semplicemente di amare troppo le persone, così tanto che mi fa sentire fottutamente triste. Il piccolo triste, sensibile, ingrato, Pesci, uomo Gesù. Perché non ti diverti e basta? Non lo so! Ho una dea di moglie che trasuda ambizione ed empatia e una figlia che mi ricorda troppo com’ero, piena di amore e gioia, che bacia ogni persona che incontra perché tutti sono buoni e nessuno le farà del male. E questo mi terrorizza al punto che vado avanti a stento. Non posso sopportare il pensiero che Frances diventi il miserabile, autodistruttivo rocker che sono diventato io.

Mi è andata bene, molto bene, e ne sono grato, ma da quando ho sette anni, sono diventato pieno di odio verso l’umanità in generale. Solo perché sembra così facile per la gente andare d’accordo. Solo perché amo e mi dispiace troppo per le persone probabilmente. Grazie a tutti dal profondo del mio bruciante nauseato stomaco per le vostre lettere e la preoccupazione negli anni passati. Sono un bambino troppo incostante e lunatico! Non ho più passione, perciò ricordate, è meglio bruciare subito che spegnersi lentamente.
Pace, amore, empatia.

Kurt Cobain
Frances e Courtney, sarò al vostro altare.
Ti prego resisti Courtney, per Frances.
Per la sua vita, che sarà molto più felice senza di me.
VI AMO, VI AMO!

Alberto Pizzolante
Alberto Pizzolante
Nato in provincia di Lecce nel 1997, si è laureato in Filosofia presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Dirige likequotidiano.it.

Sullo stesso argomento

Simili

Dello stesso autore