mercoledì, Maggio 14, 2025
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Senato: fuori l’M5S, Draghi al Quirinale. È crisi di Governo

Questa surreale giornata politica si è aperta con il tentativo, portato avanti dal ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D’Incà (Movimento 5 Stelle), di fare approvare il Dl Aiuti senza porre la questione di fiducia per evitare la crisi di Governo. Il decreto, è bene ricordarlo, sarebbe decaduto dopodomani e ha un impatto di circa 24 miliardi di euro. Ieri, Giuseppe Conte ha annunciato che il Movimento 5 Stelle sarebbe uscito dall’Aula al momento della votazione del decreto e, quindi, non avrebbe votato la questione di fiducia.

La mediazione fallita

«Trovo veramente incredibile che il ministro dei rapporti con il Parlamento del M5s, all’insaputa del Presidente del Consiglio Draghi, convochi i capigruppo di maggioranza al Senato per chiedere se sono d’accordo a votare il dl Aiuti senza mettere la fiducia, esaminando i singoli emendamenti e mettendo a rischio più di 24 miliardi di aiuti agli italiani. Tutto questo solo per evitare che il suo partito diserti il voto di fiducia con le conseguenze naturali che questo gesto comporterà: la crisi di governo. Mai prendersi le proprie responsabilità, anche quando vogliono far dimenticare più di quattro anni al governo con gli ultimi scampoli di legislatura all’opposizione, senza mollare le poltrone di governo. Non c’è nulla di serio in questo loro comportamento, non c’è niente che coincida con le necessità degli italiani». Queste le immediate dichiarazioni del presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone.

Alle 11.30 circa, fonti vicine al Governo, secondo l’AGI, hanno rivelato che «il ministro Federico D’Incà ha avuto un confronto con il presidente Mario Draghi il quale ha indicato come unica via percorribile la richiesta di fiducia al Senato sul Dl aiuti».

«Una crisi di Governo pianificata da mesi»

Secondo Luigi Di Maio, «i dirigenti M5s stavano pianificando da mesi l’apertura di una crisi per mettere fine al governo Draghi. Sperano in nove mesi di campagna elettorale per risalire nei sondaggi, ma così condannano solo il Paese al baratro economico e sociale. Non potevamo essere complici di questo piano cinico e opportunista, che trascina il Paese al voto anticipato e al collasso economico e sociale. Gli sta sfuggendo la situazione di mano, qui si rischia seriamente il voto anticipato.

Stanno giocando, ma oggi se perdiamo Mario Draghi rischiamo il disastro economico. Gli effetti della crisi sono devastanti: saltano i fondi del Pnrr, si va in esercizio provvisorio, non si riescono a fare provvedimenti contro il caro bollette e il caro energia, non si riuscirà a introdurre il salario minimo, non si riuscirà a fare il taglio del cuneo fiscale, salta la battaglia per il tetto massimo al prezzo del gas in Ue, si indebolisce l’Italia ai tavoli internazionali».

La fine del campo largo

La scelta del partito guidato da Giuseppe Conte ha messo fine al progetto del campo largo, la coalizione tra Movimento 5 Stelle e Partito democratico. «La decisione del M5s di non votare la fiducia al decreto Aiuti cambia lo scenario politico. Prendiamo atto di questa scelta, non è la nostra. È una scelta che ci divide. Noi oggi voteremo convintamente la fiducia. Siamo disponibili alla continuazione di questo governo Draghi. Non siamo disponibili a tirare avanti purchessia. Se non ci saranno le condizioni, se altri partiti della maggioranza si sfileranno, allora la parola passerà agli italiani. Noi saremo pronti ad andare di fronte agli italiani con le nostre ragioni e il nostro progetto per il futuro dell’Italia». Lo ha dichiarato il segretario del Partito democratico, Enrico Letta.

La dichiarazione di voto del Movimento

Questo un estratto dalla dichiarazione di voto pronunciata dalla capogruppo M5s, Mariolina Castellone: «Noi abbiamo appoggiato questo governo rispettando le indicazioni del presidente Mattarella e con grande generosità e non si può nascondere che l’appoggio al governo ha provato molto i cittadini che credono nel Movimento. Abbiamo sempre lavorato per trovare soluzioni nel merito. Abbiamo subito attacchi e totale indifferenza rispetto alle nostre richieste. Nessuno avrebbe continuato come noi a lavorare a testa bassa perché per alcune forze politiche l’unico obiettivo è stato smantellare ogni nostra misura. Confermo la non partecipazione al voto di fiducia del mio gruppo. Non partecipiamo al voto perché non condividiamo nel merito e nel metodo alcune misure del decreto Aiuti».

La votazione

Il Senato ha confermato la fiducia al Governo con 172 voti a favore, 39 voti contrari e nessun astenuto. I 61 senatori del Movimento 5 stelle hanno abbandonato l’Aula.

Le reazioni dei mercati alla crisi di Governo

Al momento, il FTSE MIB perde il 3,70%. Lo spread è a 227 punti base.

Eugenio Scalfari, il primo editoriale su L’Espresso

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Nel ricordare Eugenio Scalfari, maestro del giornalismo italiano, pubblichiamo il primo editoriale da egli pubblicato una volta assunta la direzione de L’Espresso. La testata fu fondata da Arrigo Benedetti ed Eugenio Scalfari nel 1955. Nel 1963, Scalfari ne divenne il direttore.

«Nel momento in cui assumo la direzione dell'”Espresso” non credo sia necessario riaffermare la fedeltà del giornale ad una linea politica e ad uno stile professionale ormai collaudati dal tempo, né tracciare programmi per il futuro. I nostri atteggiamenti sono quelli che derivano dai motivi per i quali, nell’ottobre del 1955, “L’Espresso” nacque e dall’azione che esso ha condotto fino ad ora. Ne ha già parlato la settimana scorsa, nel dare l’annuncio del cambiamento di direzione, Arrigo Benedetti con la sobrietà che gli è propria tutte le volte che egli sia obbligato a parlare di sé o delle cose che per larghissima parte si riconducono a lui. A quanto Benedetti ha detto posso solo aggiungere qualche riga.

“L’Espresso” cominciò le pubblicazioni nel momento del più chiuso centrismo, in una situazione politica stagnante e apparentemente senza avvenire, guidata da una classe dirigente insensibile ad ogni critica, ad ogni opinione indipendente e non conformista. Eppure, mai come allora l’opinione pubblica era inquieta, desiderosa di nuovi stimoli e di certe verità.

Per corrispondere a quelle aspettative e a quei bisogni nacque “L’ Espresso”, oserei dire assai più evocato dai suoi futuri lettori che non imposto ad essi dall’iniziativa di un gruppo di giornalisti e di intellettuali. L’obiettivo che si propose non fu soltanto d’affermare la possibilità ed anzi la necessità d’una politica diversa da quella tradizionale. Al di là d’un programma politico ci fu il tentativo di comprendere la realtà fuori da ogni pregiudizio e da ogni interesse particolare, rivelandone obiettivamente tutti gli aspetti, fossero essi piacevoli o spiacevoli, edificanti o miserabili.

In otto anni di lavoro Arrigo Benedetti ha messo insieme per il suo giornale questo patrimonio, ed è questo patrimonio che oggi vogliamo continuare ad amministrare e ad arricchire.»

Bisticci di Governo: le posizioni dei partiti

Il Senato ha avviato la discussione generale sul Decreto Aiuti. Il Movimento 5 Stelle uscirà dall’Aula al momento della votazione e, quindi, non voterà la questione di fiducia che probabilmente sarà posta dal Governo. Lo ha annunciato ieri il Presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte: «Al Senato non è possibile operare un voto disgiunto. Noi non parteciperemo al voto, con le stesse lineari e coerenti motivazioni di quanto fatto alla Camera. Noi siamo disponibili a dialogare e dare il nostro contributo, ma non siamo disponibili a firmare cambiali in bianco. Ho avuto un colloquio con il premier Draghi, abbiamo parlato anche degli altri punti e devo registrare una disponibilità del presidente a venirci incontro su tutti i punti. Però è evidente che la fase che stiamo affrontando non può accontentarsi di dichiarazioni di intenti e di impegni, occorrono misure concrete».

Negli scorsi giorni, Conte ha inviato a Mario Draghi un documento contenente nove richieste. Il rispetto delle nove condizioni è, per Conte, condizione necessaria per il sostegno del partito fondato da Beppe Grillo al Governo. «Non ho inteso (il documento, n.d.r) come una sommatoria di bandierine del M5S, come l’elenco di petizioni politiche da rivendicare con arroganza. Ma come un contributo serio, responsabile, rispetto al momento drammatico che il Paese sta vivendo», ha chiarito ieri Giuseppe Conte.

Le reazioni

«Draghi ha detto che non ci sarà altro Governo, e che non governa senza i Cinque Stelle. Se i Cinque stelle faranno una scelta, parola agli italiani. Condivido Renzi che ha detto che piuttosto che questa tiritera torniamo dal popolo. Se una forza non vota il decreto della maggioranza fine, si va a votare». Lo ha dichiarato il Segretario della Lega, Matteo Salvini. Il leader della Lega ha avuto una conversazione telefonica con Silvio Berlusconi. I due leader «sono in sintonia».

Secondo il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, «La decisione del M5S di non partecipare al voto di fiducia sul DLAiuti è un atto di grave irresponsabilità assunto, per interessi di parte, in uno dei momenti più difficili dell’Italia. Dopo Mario Draghi non sosterremo alcun governo».

Per il Segretario del Partito democratico, Enrico Letta, «L’Italia ha bisogno di un governo, non di una crisi o di precipitare a elezioni a ferragosto. Non voglio che venga visto come un ricatto ma se una forza politica importante come M5S esce dal governo cade tutto e si va al voto, è la logica delle cose. Quello che hanno detto Salvini e Berlusconi è una considerazione ovvia. Dico con grande forza a chi pone una serie di questioni e una svolta che noi, questa svolta, l’abbiamo vista. Abbiamo intravisto la possibilità concreta di una svolta sociale perché i prossimi nove mesi siano i mesi in cui il governo risponde alla crisi.

Questo governo può funzionare solo in questo formato e in questa configurazione. Era chiaro già quando è nato. Nel momento nel quale il governo mette al centro della sua azione la lotta alla precarietà credo sarebbe paradossale mettere in crisi il governo. Un appello alla responsabilità di tutti: andiamo avanti, completiamo l’agenda sociale del governo, i distinguo non trascinino con sé le l’opportunità per tanti italiani. La politica è mediazione e compromesso, se c’è bisogno di dire una parola in meno noi diciamo una parola in meno, se serve ad ottenere il risultato».

«Guerra, pandemia, inflazione, povertà crescente, caro bollette, aumento del costo delle materie prime, rischi sull’approvvigionamento energetico, crisi alimentare. E il governo ‘dei migliori’ è immobile, alle prese con i giochi di palazzo di questo o quel partito. Basta, pietà. Tutti a casa: elezioni subito!», ha scritto su Twitter Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia.

Sul proprio profilo Facebook Benedetto Della Vedova, Segretario di +Europa, ha scritto: «Ho trovato il discorso di Conte politicamente surreale, in particolare da parte di chi ha fatto il Primo Ministro per metà di questa legislatura. Conte tira la corda senza preoccuparsi che si possa spezzare, e soffia sul fuoco dei problemi per gli italiani che Draghi è impegnato ad alleviare. Il sofismo della non partecipazione al voto di fiducia del M5S implica la non responsabilità rispetto al momento che l’Italia sta vivendo, sul piano interno ed internazionale. Forza Draghi!».

Per Carlo Calenda, leader di Azione, «Conte, l’avvocato del popolo, il punto di riferimento dei progressisti, si accinge a far cadere un Governo presieduto dall’italiano più autorevole nel mondo in mezzo a una guerra. Rimane solo la soddisfazione di essere tra i pochi partiti a non averci mai avuto nulla a che fare. La stupidità non “evolve”, gli irresponsabili non si responsabilizzano e i populisti rimangono tali. Conte esiste grazie a chi lo ha messo lì come burattino di Salvini e Di Maio e chi lo ha confermato con l’operazione più trasformista della storia. Questi sono i frutti del nulla. Spero che i fautori del campo largo e i Machiavelli de noartri, che hanno la responsabilità del Conte 2 e di tutti gli errori commessi da quel governo, capiscano le conseguenze di questo modo di fare politica privo di principi e di coraggio».

Herbert Ballerina getta la maschera

Herbert Ballerina, Luigi Luciano, è stato tra gli ospiti della quinta edizione di Valentia in festa. Herbert Ballerina ha presentato Getto la maschera, il suo nuovo libro. Questa la nostra intervista.

Il tuo libro si chiama Getto la maschera…
Perché era vecchia
…la mia prima domanda naturalmente è: Cosa c’è al di là della maschera?

Mah, non lo so. Io volevo fare questo libro perché volevo parlare di me stesso senza dire troppe cretinate. L’editore mi ha detto: “Ma tu mica sei Maradona! Chi se ne frega di te?!”. Quindi, un po’ di delusione…però il libro parla anche dei miei esordi, di Campobasso, di dove vivo. Quindi parla di me anche ad un livello personale. Noi siamo partiti con un genere grottesco, quindi la gente all’inizio pensava che noi esistessimo, che eravamo delle figure mitologiche. Quindi ho deciso di scrivere questo libro proprio per parlare un po’ di me. Sotto la maschera c’è una persona che vuole sparare delle cretinate 24 ore su 24 e che a volte dice anche delle cose semiserie. Il secondo libro sarà più serio. In questo ci sono delle mie storie e degli elemnti inventati

La tua comicità è molto simile a quella dei comici degli anni ottanta. Penso al collega, direttore di Novella Bella, Nino Frassica. Ti sei ispirato a qualcuno?

Non è che uno si ispira…la comicità si ha dentro. Mi è sempre piaciuta la comicità di Nino Frassica, come quella di Renzo Arbore. Ho guardato molto il teatro di Eduardo e ho iniziato a rifare le cose della scuola napoletana. Mi sono portato dietro Eduardo, Totò, Troisi, poi sono passato a Carlo Verdone, Nino Frassica.

Quando ho fatto L’uomo che usciva la gente, su Mai dire gol, in realtà non volevo realizzare quel video, perché mi vergognavo. Poi mi son detto: cosa mai potrà succedere, sono solo tre minuti! Le persone poi lo hanno condiviso, e me lo porto ancora dietro.

Innovazione e South working: intervista a Marco Signoretta

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Il tema del South working è stato al centro di uno dei dibattiti della tappa vibonese di Valentia in festa. Ne abbiamo parlato con Marco Signoretta, Presidente di SOS innovazione.

Di cosa si occupa SOS innovazione?

SOS innovazione è un’associazione nata nel periodo successivo alla prima ondata di Covid. È formata da persone che provengono da percorsi completamente diversi: studenti, ingegneri, esperti di economia. Le sue attività si basano su quattro punti: l’innovazione, intesa non solo dal punto di vista tecnologico ma soprattutto da quello sociale, la formazione, l’orientamento e l’assembramento. Crediamo sia fondamentale fare rete, mettere insieme realtà diverse: per questo collaboriamo tantissimo con diverse associazioni.

Quali sono i progetti che avete portato a termine?

Stiamo collaborando con AISM nella realizzazione di un progetto che si occupa di permettere a chiunque di provare i sintomi delle persone affette da sclerosi multipla. AISM ha già messo a punto una prima versione di questo laboratorio. Noi stiamo lavorando per crearne una versione digitale che consenta di sensibilizzare la popolazione su questa tematica molto importante.

Le nostre principali attività riguardano il mondo dei bandi e dei finanziamenti. Il nostro obiettivo è di dare la possibilità a tutti di accedere alle informazioni sulla partecipazione a diversi bandi. Ci sono tante opportunità ma molto spesso è difficile conoscerle e sfruttarle. Noi mettiamo a disposizione le nostre conoscenze e la nostra preparazione per dare la possibilità a tutti di cogliere ciò che più si addice alla realizzazione del proprio sogno imprenditoriale. Successivamente, diamo supporto per l’avviamento dell’impresa.

La Calabria è un eccellenza nel Mezzogiorno d’Italia poiché è riuscita ad ottenere, fino ad ora, il maggior numero di finanziamenti del PNRR. Nel settore privato, ci sono delle difficoltà burocratiche o nel rapporto con la Pubblica amministrazione per la partecipazione ai bandi del PNRR?

Quando sono usciti i bandi per l’assunzione di esperti nell’ambito del PNRR nella Pubblica amministrazione, vi è stato un problema. Lo Stato intendeva assumere super esperti con stipendi bassi. Molti professionisti hanno vinto il concorso ma poi hanno rifiutato l’incarico. Questo non è stato il modo migliore per far partire questa esperienza. Ora la situazione sta migliorando. Sono molto ottimista.

Cosa significa “South working” e quali sono i suoi punti di forza?

Il South working è uno dei progetti che stiamo portando avanti. Durante il Covid, abbiamo deciso di dare ai lavoratori la possibilità di scegliere di svolgere la propria professione dal Sud Italia, in particolare dalle aree interne, per conto di aziende con sede altrove. In questo modo, non si è più obbligati a partire, a lasciare la propria terra. Questo è un beneficio per i territori, che in questo modo si ripopolano e per le aziende, che in questo modo possono attingere ad un bacino di lavoratori più ampio. Un aspetto negativo potrebbe essere il rischio di isolamento. Tuttavia, South working ha elaborato il presidio di comunità. Non si tratta di un semplice co-working, bensì di un luogo in cui incontrarsi, mettersi insieme per poi restituire qualcosa al territorio.

L’importanza dell’educazione sessuale: intervista a Malena

Malena è stata tra gli ospiti della quinta edizione di Valentia in festa. Malena è autrice di Pura. Il sesso come liberazione, edito da Mondadori. Questa la nostra intervista.

Malena, il tuo è un libro autobiografico. Nel testo parli, tra le altre cose, del tuo avvicinamento alla sessualità. Secondo te, qual è il ruolo del porno nell’educazione sessuale?

Come scrivo nel libro, la donna ha la sessualità al suo interno fin da quando è bambina. Come quando si impara a camminare, non c’è bisogno che qualcuno “insegni” la sessualità ad una donna. Fa parte della vita, è vita.

Le performance di noi pornoattori non devono assolutamente essere imitate. Ci sono delle tecniche, anche molto pericolose, che non possono essere ripetute da persone inesperte. Per quanto riguarda il ruolo del porno nell’educazione sessuale, lungi da me sostituirmi ad un medico o ad un educatore. Tuttavia, credo che personaggi come i nostri debbano essere affiancati agli altri professionisti, per “modernizzare” l’argomento. Spesso non si parla di sessualità. L’educazione sessuale manca tra le materie scolastiche. Bisognerebbe inserirla, magari alternandola all’educazione religiosa o concedendo allo studente la possibilità di scegliere tra l’una e l’altra. Ad ogni modo, bisognerebbe consentire ad uno studente di frequentare questa materia.

Malena, io credo che l’Italia, rispetto ad altri Paesi, sia un Paese bigotto ed ipocrita per ciò che riguarda la sessualità. Pochi mesi fa una pornoattrice è stata uccisa da un uomo. Il caso è stato trattato, dai giornali, non con lo stesso metodo utilizzato per gli altri casi di femminicidio. Le testate hanno avuto difficoltà nell’analizzare con chiarezza quanto accaduto. Si è andati alla ricerca di termini che potessero non urtare non si sa quale sensibilità. Qual è, secondo te, la causa di questo atteggiamento?

Le uniche persone ad essere state urtate dai media sono le donne, partendo dal titolo con cui è stata lanciata la notizia. Si parlava di “ragazza che lavora su OnlyFans”, come se lavorare su OnlyFans coincidesse con il fare porno. Non è così, sono cose completamente diverse. Soprattutto, nessuno ha avuto il coraggio di scrivere il reale titolo di questo episodio macabro: “Banchiere uccide una giovane ragazza”. Si è preferito concentrare l’attenzione su OnlyFans, di cui si parla molto in questo periodo, per fare notizia. Questo mi è dispiaciuto tantissimo. Ciò che è accaduto è stato che il principe azzurro che tutte le mamme sognano per la propria figlia si è trasformato in un carnefice. Per sdrammatizzare: è meglio sposare un pornoattore che un banchiere!

L’Italia è bigotta. Io penso che sia principalmente una questione di comodità. Per uscire dal bigottismo sul tema del sesso bisognerebbe, per esempio, istituzionalizzare il porno, inquadrarlo come una professione. Io stessa sono iscritta alla camera di commercio con la qualifica di artista. Come esiste l’attore drammatico, quello comico, esiste anche chi dà altri affetti. Molte volte, si identificano come cause del bigottismo le istituzioni e la Chiesa. In realtà, il tema centrale è quello dell’educazione sessuale. La situazione non cambierà fino a quando continueremo ad insegnare ai nostri figli che i bambini sono lasciati da una cicogna sotto ad un cavolo.

Spesso si dà la colpa al porno, che diffonderebbe un’idea sbagliata del sesso. Il problema, però, è che nessuno spiega cos’è il sesso, perché si fa sesso e qual è la sua funzione biologica. In Italia, poi, si crede che la donna debba fare sesso non per il proprio piacere ma solo per procreare. All’estero l’approccio, per quanto riguarda il mio lavoro, è completamente diverso. Per esempio, nei cinema esiste la categoria “erotico”, che in Italia è quasi nascosta. L’educazione sessuale deve partire dalla famiglia. Io ricevo molti messaggi di ragazzi già dall’età di otto anni, con domande molto particolari. La cosa più preoccupante è che ancora non si conosce esattamente come si trasmettono le malattie sessuali. C’è una mancanza generale di informazione su tutto l’universo del sesso.

Gaetano Pecoraro: il racconto di Matteo Messina Denaro

Gaetano Pecoraro è stato tra gli ospiti della quinta edizione di Valentia in festa. Il giornalista è autore de Il male non è qui. Matteo Messina Denaro. Il romanzo. Gaetano Pecoraro è nato a Palermo nel 1984. Dopo la laurea in Storia contemporanea ha collaborato con l’Ansa di Milano e ilfattoquotidiano.it., per poi lavorare come inviato per la trasmissione Piazzapulita su La7. Dal 2015 è inviato de Le Iene. Ha vinto il Premio Mario Francese, sezione giovani (2012), il Premio Franco Giustolisi «Giustizia e Verità» (2016) e il Premio L’anello debole – Comunità di Capodarco (2017). È autore del podcast Armisanti. Vite mafiose e morti ordinarie. Il male non è qui è il suo primo libro e, in esclusiva nazionale, è stato presentato a Vibo Valentia con la presenza del Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri. Questa la nostra intervista.

La latitanza di Matteo Messina Denaro dura da circa trent’anni. Crede che nei suoi confronti ci sia stata una sorta di copertura da parte della popolazione locale? Ritiene che la forza utilizzata dallo Stato per consegnare Messina Denaro alla giustizia sia stata sufficiente?

Nel libro cerco di cogliere proprio questo aspetto. Matteo Messina Denaro ha sicuramente una copertura da parte della popolazione, nei confronti della quale vanta ancora un certo carisma. Come si sta intuendo dalle sentenze, in particolare l’ultima in cui è stato condannato per le stragi, esiste un rapporto incestuoso anche con lo Stato. Nel libro racconto tre casi specifici da cui si evince che Matteo Messina Denaro ha goduto di alcune amicizie che lo hanno aiutato a non essere catturato.

La commedia romantica di Andrea Dianetti

Andrea Dianetti è stato tra gli ospiti della quinta edizione di Valentia in festa. Andrea Dianetti, già attore, regista, conduttore televisivo e radiofonico, ha presentato il suo romanzo d’esordio “La felicità del gambero”. Il libro è una commedia romantica che parla di felicità, quella che tutti noi inseguiamo anche senza rendercene conto. Questa la nostra intervista.

Com’è nata l’idea di questo libro?

Il libro è nato da una proposta che mi è stata fatta. Io ho la sindrome dell’impostore, ho paura di fare, e se non vengo un po’ “forzato” non riesco ad iniziare un nuovo progetto. Dopo la proposta, mi sono detto: “Voglio scrivere un romanzo, voglio raccontare una storia, non voglio fare il classico errore che a volte fa chi ha un po’ di notorietà, raccontando qualcosa su sé stesso”. Poi, se alla gente sarà piaciuto come scrivo, magari un giorno farò qualcosa di personale, anche perché il protagonista di questo libro ha già tanto di me. Ho voluto scrivere una commedia romantica che facesse sorridere e pensare positivamente alla vita.

Tu hai lavorato in tantissimi ambiti artistici: la televisione, non solo da conduttore, il cinema, il teatro, la radio, adesso la scrittura. È stato difficile, per te, cambiare ambito? Quali sono i punti in comune tra i diversi ambienti?

Penso che questa sia una sorta di forma mentis italiana: non ci si fida molto di chi vuole lavorare in diversi ambiti dell’arte. Si dice: chi fa tutto non fa niente. All’estero è normalissimo. Noi abbiamo diverse parti del corpo che si muovono in sinergia, così come le varie tipologie di arte possono funzionare in sinergia, hanno tutte qualcosa che le lega. Tutto è molto legato. Passo da un ambito all’altro con spontaneità, come quando uso la mano destra o la sinistra.

Non hai una sorta di ansia, pensando per esempio ad un tuo lavoro precedente di successo e temendo di non riuscire a ripetere lo stesso risultato?

Sì, questo è chiaro. C’è l’ansia da prestazione, l’ansia dei giudizi. Credo che questo ci sia in tutte le professioni.

Filippo Roma: il suo “Bommerang” e i princìpi del giornalismo

Filippo Roma è stato tra gli ospiti della quinta edizione di Valentia in festa. Filippo Roma è giornalista de Le Iene dal 2004. Durante il festival, ha presentato Boomerang, il suo primo romanzo. Questo il dialogo avuto con likequotidiano.it.

Il testo è ricco di citazioni di importanti opere letterarie, molto significative per il protagonista che, all’inizio della narrazione, vive un periodo particolare. Qual è, per Lei, il valore che di queste opere?

Hanno un valore decisive nella mia storia di ragazzo prima e di uomo poi. Sono le lettura che hanno accompagnato la mia vita, da quando mi è scoppiata la passione per la letteratura, all’età di quindici anni, fino ad oggi. Ho inserito innanzitutto Dumas, Il conte di Montecristo, che è il mio romanzo prediletto. Dostoevskij, un passaggio obbligato per tutti gli amanti della letteratura. All’interno del mio libro c’è anche Un amore di Dino Buzzati, il mio secondo romanzo preferito, che ho letto verso i trent’anni e nuovamente a cinquant’anni, l’età del protagonista.

Ci sono diversi modi di fare giornalismo, tutti criticati. Secondo Lei c’è un metodo migliore degli altri?

C’è solo un metodo, quello di farsi guidare da tre principi fondamentali: l’imparzialità, l’obiettività e l’equidistanza rispetto a tutti i temi e ai personaggi che un giornalista tratta. Un giornalista non deve essere guidato da preconcetti, pregiudizi, ideologie, simpatie politiche o personali. Deve essere obiettivo. Solo così si fa giornalismo. L’imparzialità deve essere assoluta. Purtroppo, in Italia, molto spesso vediamo un giornalismo di parte, fazioso: non sai mai se ciò che ti raccontano è la verità. Un giornalista ideale non è di parte. Ovviamente ha le proprie idee politiche, ma non ha preconcetti o pregiudizi e tratta ogni argomento e ogni personaggio rispettando i tre principi cui ho fatto riferimento, come un arbitro in una partita di calcio.

L’Alto Patrocinio del Parlamento europeo per Valentia in festa

Valentia in festa, il festival culturale itinerante più grande della Calabria, ha ottenuto l’Alto Patrocinio del Parlamento europeo. La Presidente del Parlamento, Roberta Metsola, ha deciso di accordare il patrocinio alla quinta edizione del festival organizzato da Associazione Valentia, che quest’anno si è svolto a Vibo Valentia dall’1 al 3 luglio 2022 e che si svolgerà il 15 di luglio a Tropea per giungere a Reggio Calabria il 23 luglio, a Villa San Giovanni il 29 e a Tirolo il 31 luglio.

L’Alto Patrocinio del Parlamento europeo viene conferito ad eventi senza scopo di lucro che presentino una chiara dimensione europea e che abbiano un livello qualitativo elevato nonché una risonanza considerevole. Gli eventi patrocinati sensibilizzano in merito alla democrazia parlamentare europea e promuovono una cittadinanza europea attiva, i diritti fondamentali, la parità di genere, la non discriminazione e l’inclusione sociale. Temi affrontati durante gli incontri della quinta edizione di Valentia in festa, la cui organizzazione è affidata ad un gruppo di giovani volontari impegnati da anni in vari settori del sociale.

Associazione Valentia, tra le principali realtà giovanili a livello nazionale, è composta da centinaia di ragazzi, volenterosi di spendersi per il proprio territorio e per la propria comunità. Un gruppo coeso e unito che nel corso degli anni ha saputo dimostrare che, attraverso la condivisone di idee e di valori, si possa dare vita a progetti intraprendenti e di grande spessore culturale e sociale. Delle persone convinte che fare cultura significhi conoscere e valorizzare sempre di più la realtà, in particolar modo quella del nostro territorio per poterlo esaltare in tutta la sua ricchezza e complessità. Tra le ultime iniziative di Associazione Valentia, la realizzazione dei Giardini della memoria delle vittime del Covid-19, la creazione di punti di scambio di book sharing, la consegna di aiuti umanitari alla comunità ucraina, la creazione di biblioteche all’interno dei reparti ospedalieri covid.