mercoledì, Maggio 14, 2025
Home Blog Page 53

Marco Bazzoni: “Con le infradito in discesa”, tra reale e immaginario

Marco Bazzoni (BAZ) è stato tra gli ospiti della quinta edizione di Valentia in festa. Con le infradito in discesa è il suo nuovo libro. Marco Bazzoni ci regala un romanzo esilarante e non scontato, in cui mescola con ironia amicizia e sentimenti, ricette da chef e fenomeni psicologici, ma anche finzione e realtà. L’autore ha dialogato con Vitaliano Papillo, Sindaco di Gerocarne e con Francesca Gioffrè, giornalista di “LaC TV”. Questo il dialogo avuto con likequotidiano.it.

All’interno del libro, ci sono alcuni punti in cui non è semplice distinguere ciò che è realmente accaduto da ciò che non lo è. Per quale motivo hai scelto di utilizzare questo stile letterario?

Principalmente perché mi diverto – sia nello scrivere sia negli spettacoli dal vivo – a catturare l’attenzione delle persone. Quando non sai bene cosa stia accadendo, sei ancora più attento! Nel libro fatti realmente accaduti, personaggi che esistono realmente ed elementi completamente inventati si intrecciano. Il lettore riesce a scoprire le cose verso il finale, ma non tutta la realtà gli è svelata. Nella parte finale del libro ci sono delle foto, che non consiglio di guardare prima della lettura, che svelano che alcuni elementi che nel corso nelle narrazione sembrava fossero reali in realtà non lo erano e, viceversa, alcuni elementi che apparivano immaginari erano reali.

Tu sei un artista che, oltre a scrivere romanzi, è in teatro e in radio, utilizzando linguaggi differenti. Quanto è difficile cambiare registro linguistico e quanto hai attinto dalla tua attività in teatro e in radio nella scrittura di questo romanzo?

Penso sia molto importante adattare il linguaggio al contesto in cui ci si trova. Questo è il mio secondo romanzo. Il mio primo romanzo era rivolto a bambini e ragazzi perché legato ad un personaggio che era molto piaciuto a quel pubblico. Lì ho avuto molta difficoltà, perché ho dovuto controllare molto la modalità con cui comunicavo. Il luogo dove posso essere più diretto è il teatro, dove non ci sono filtri. In generale, bisogna aver ben chiaro dove ci si trova e cosa si sta facendo.

Fabio Signoretta, il sindaco più giovane della Calabria

Pubblichiamo il contenuto dell’intervista realizzata a Fabio Signoretta, sindaco di Jonadi, in occasione di Valentia in festa. Fabio Signoretta, eletto nel corso delle elezioni amministrative del giugno scorso, è il sindaco più giovane della Calabria. Durante il festival organizzato da Associazione Valentia, Fabio Signoretta ha dialogato con Filippo Roma.

Nei territori difficili come quelli del Sud Italia, come i nostri, molte volte si crede che per un giovane sia impossibile candidarsi in politica e vincere le elezioni. Qual è il valore che attribuisce alla Sua elezione?

Il simbolo importante è quello dell’impegno dei giovani che devono, secondo me, occupare direttamente delle posizioni all’interno della classe dirigente. Oggi più che mai ci troviamo nella posizione in cui ci saranno delle scelte che incideranno inevitabilmente sui prossimi trent’anni. Il post-Covid è come se fosse un vero e proprio dopoguerra, motivo per cui dal 2022 al 2026, gli anni di attuazione del PNRR, ci saranno delle scelte strategiche da fare. Credo che sia giusto e doveroso che i giovani si impegnino direttamente affinché queste scelte dipendano direttamente da loro. Sono scelte, queste, che incideranno maggiormente sul loro futuro. Naturalmente, l’attenzione non deve essere rivolta esclusivamente alla nostra classe generazionale.

Le comunità energetiche sono, a detta di molti esperti, l’unico strumento per poter dare una svolta radicale al cambiamento climatico. Si tratta di progetti molto complessi che consentono alle comunità di essere indipendenti dal punto di vista energetico, di aiutare l’ambiente e anche sé stesse, dal punto di vista economico. Come intende mettere in atto questo punto del Suo programma?

Il nostro è stato un programma partecipato che abbiamo costruito insieme cittadini. Costruire un programma insieme cittadini significa che questo si può trasformare con più facilità nell’azione amministrativa successiva. Quando ho parlato di comunità energetica, ho parlato anche di cooperativa di comunità, intesa come la possibilità di coinvolgere i cittadini nelle azioni e nelle offerte di servizi. Nello specifico, per ciò che riguarda l’ambiente, i primi centro giorni saranno dedicati alla gestione dell’emergenza, ottimizzando la racconta differenziata. Poi programmeremo delle azioni a medio e lungo termine.

La comunità energetica ci permetterà di realizzare degli impianti che hanno una produzione di energia superiore al consumo degli edifici comunali. Questo ci darà la possibilità di vendere questa energia in eccesso ai cittadini, che vedranno un risparmio in un momento particolarmente difficile visto il rincaro dell’energia. Dall’altro lato ci sarà un risparmio per le casse comunali. Risparmio che si traduce in maggiori servizi. Il vantaggio per i cittadini sarà quindi doppio.

Nel Suo programma vi è la proposta di creare un’applicazione per accedere ai servizi comunali. Questo sarebbe un qualcosa di molto utile per i cittadini e provocherebbe anche uno snellimento del lavoro della pubblica amministrazione. Come intende mettere in atto questo punto programmatico?

Partiamo dalla difficoltà oggettiva del cittadino ad accedere ai servizi pubblici e dalla difficoltà oggettiva della pubblica amministrazione a riuscire ad offrire quei servizi in modo eccellente. Questo non a causa della qualità del personale, come spesso si dice, ma a causa di una carenza di personale. Dobbiamo sopperire a questa carenza di personale e dall’altro lato riuscire ad offrire dei servizi ai cittadini. L’unico modo per farlo oggi e quello di digitalizzare, di offrire questi servizi in modo smart attraverso un’applicazione che renda automatica l’offerta di un servizio, dal cambio di residenza, all’ottenimento di un certificato, alla segnalazione di un problema idrico.

Grazie alla digitalizzazione, il cittadino può accedere al sito del comune e segnalare direttamente un guasto. La segnalazione giunge direttamente alla ditta che si occupa della riparazione. In questo modo si salta il passaggio dell’ufficio. Questo consente di ottimizzare, di velocizzare e di sgravare il lavoro dell’ufficio che in questo modo può concentrarsi sugli altri obiettivi che deve quotidianamente portare a termine.

I rossobruni in Italia

Nell’ultimo anno in Italia si è fatta notare un’alleanza tra vari partitini antisistema, che si collocano tutti in opposizione al Governo Draghi. Essi comprendono principalmente Alternativa (scissione dei 5S espulsi per non aver votato la fiducia al governo draghi), Azione Civile di Antonio Ingroia, Ancora Italia (scissione di Vox Italia di Diego Fusaro) e Riconquistare l’Italia. Ma non sono mancate le tante occasioni di alleanza sul territorio con Italexit di Gianluigi Paragone, il Popolo della Famiglia di Mario Adinolfi o la federazione tra Rinascimento di Vittorio Sgarbi e Io Apro. Questi partiti vengono anche definiti “rossobruni”.

Collocazione ideologica

Infatti, tutti questi partiti si possono ricondurre ad un recente perimetro politico di cui si parla in Europa da pochi anni, il rossobrunismo. In Italia si è iniziato a parlarne nel 2018, con la nascita del governo gialloverde. In principio infatti sembrava strano come un partito di destra potesse costruire un programma di governo con un partito antisistema che si poneva fuori dai confini delle coalizioni. Invece i punti in comune c’erano, eccome.

Alcuni chiamano il rossobrunismo “sovranismo di sinistra”, altri pensano sia una estrema sinistra diventata inconfondibile dall’estrema destra. Altri lo definiscono come un populismo pigliatutto che supera i confini tra destra e sinistra. Tra i tratti comuni dei partiti rossobruni troviamo: il sovranismo, la lotta alla globalizzazione e al capitalismo, l’astio nei confronti della sinistra socialdemocratica (“mai con il partito di Bibbiano!” vi ricorda qualcosa?), la critica serrata all’Unione Europea, un evidente anti-americanismo, la simpatia per la Russia di Putin, la condanna del cosiddetto buonismo della sinistra, soprattutto in tema di immigrazione, e la critica più o meno serrata del femminismo o delle battaglie LGBTQIA+.

Non mancano però le posizioni No Vax, come i due anni di pandemia ci hanno insegnato. I partiti citati sono stati quelli che più di tutti si sono opposti al Green Pass e all’obbligo vaccinale, non solo come strumenti per combattere il Covid-19, ma proprio esprimendo posizioni antiscientifiche. E data la presenza del Partito Comunista tra questi movimenti, bisogna precisare che questa non è stata la posizione di tutti i partiti di sinistra radicale. Si pensi a Potere al Popolo, il cui segretario Giuliano Granato è volato fino a Cuba per partecipare alla sperimentazione del loro vaccino senza brevetti.

In Parlamento

La coalizione tra i partiti rossobruni è stata ufficializzata anche al Senato con la creazione di Uniti per la Costituzione, un gruppo parlamentare che prende il nome dalla lista elettorale con cui questi partiti si sono presentati a Genova, raggiungendo il 3,5% dei voti e l’elezione in Consiglio Comunale del senatore di Alternativa Mattia Crucioli.

In questo contenitore di tredici persone troviamo tre senatori di Alternativa, tanti 5 stelle indipendenti espulsi per il No a Draghi, come l’ex ministra per il Sud Barbara Lezzi, Emanuele Dessì del Partito Comunista ed Elio Lannutti dell’Italia dei Valori, che ha fornito il simbolo elettorale per la creazione del gruppo. Ultimo arrivato Vito Petrocelli, non più Presidente della Commissione Esteri del Senato a causa delle sue posizioni filorusse.

L’espulsione di Marco Rizzo

È notizia di poche ore fa che diverse federazioni regionali (secondo il giornalista Mario Di vito le federazioni di Calabria, Lombardia, Piemonte e Sardegna) del Partito Comunista hanno chiesto l’espulsione del segretario Marco Rizzo dal partito.

Foto di copertina: Manifestazione tenutasi a Gaeta il 2 luglio. Da sinistra, Antonio Ingroia (Azione Civile), Marco Rizzo (PC), Stefano D’Andrea (Riconquistare l’Italia), Francesco Toscano (Ancora Italia), Igor Camilli (Patria Socialista).

Tess Masazza: il linguaggio di “Insopportabilmente donna”

Tess Masazza è stata uno degli ospiti della quinta edizione di Valentia in festa. L’autrice ha presentato Insopportabilmente donna, il suo romanzo edito da Sperling & Kupfer. Al dibattito, moderato da Teresa Pugliese, ha partecipato Corrado L’Andolina, Sindaco di Zambrone. Incredibilmente seguita sui social, Tess Masazza è un’attrice, YouTuber e comica italiana, il cui successo è nato sul web proprio grazie alla webseries Insopportabilmente Donna, che ad oggi conta oltre 500 milioni di visualizzazioni. Nel 2022, oltre al suo arrivo in libreria, Tess è approdata anche su Prime Video nei panni di una delle concorrenti della seconda stagione di LOL: Chi Ride è Fuori. Questo il dialogo avuto con likequotidiano.it.

C’è stata una differenza nel linguaggio da Lei utilizzato nel raccontare questa storia prima sui social, poi in teatro e infine nel libro? Se sì, quanto è stato difficile cambiare registro linguistico?

Il linguaggio di Insopportabilmente donna è rimasto lo stesso. Il personaggio è unico. Sicuramente la modalità di scrittura è stata diversa e questo all’inizio mi ha un po’ spaventata perché non ero sicura di riuscire a scrivere un romanzo, essendo abituata a scrivere per poi mettere in scena, per poi recitare. Sono andata molto d’istinto. Mi sono molto fidata del mio personaggio e del suo modo di essere perché volevo essere molto fedele al mondo Insopportabilmente donna. È emersa una scrittura molto visiva, molto cinematografica. Scrivendo, ho imparato molto. La cosa che più mi ha affascinato è la libertà della scrittura. Mentre a teatro vi è il limite del palcoscenico, scrivendo un libro puoi anche andare sulla luna! Sono rimasta nel mondo Insopportabilmente donna, nella quotidianità di una ragazza di trent’anni ma con la consapevolezza di avere la possibilità di far viaggiare senza limiti il personaggio.

Valentia in festa, il programma della seconda giornata

Un grande successo è stata la prima giornata della quinta edizione di Valentia in Festa. Centinaia di persone hanno partecipato ai dibattiti che hanno avuto tra i protagonisti Gaetano Pecoraro, Nicola Gratteri, Tess Masazza, Marco Bazzoni, Marco Onnembo e Malena. Decine di aziende enogastronomiche del territorio hanno offerto agli ospiti la possibilità di degustare i prodotti della terra calabrese.

La seconda giornata di Valentia in festa sarà densa di appuntamenti.

Alle ore 17:30, il convegno “South working. Per un futuro sostenibile del lavoro agile in Italia”, con Mario MirabileMarco Signoretta di SOS Innovazione e Francesco Biacca, di Confindustria sezione Terziario. L’incontro sarà moderato da Stefano Mandarano. Alle 18:15, la presentazione del romanzo “Il metro del dolore”, di Marco Onnembo. Il racconto di un uomo, con un abito talare, sporco di vita e di umanità. Dialogherà con l’autore Gilberto Floriani, del Sistema Bibliotecario Vibonese.

Alle ore 19:00, la presentazione del romanzo d’esordio di  Andrea Dianetti, attore, regista, conduttore televisivo e radiofonico. “La felicità del gambero” è una commedia romantica che parla di felicità, quella che tutti noi inseguiamo anche senza rendercene conto. L’autore dialogherà con Giovanni Russo, Assessore del comune di Vibo Valentia. L’incontro sarà moderato da Francesco lannello, giornalista “La Gazzetta del Sud”. Alle 19:45 Filippo Roma, inviato e conduttore della nota trasmissione di Le Iene, conosciuto come “Il moralizzatore”, presenterà “Boomerang”, in un dialogo con Fabio Signoretta, Sindaco di Jonadi, moderato da Carmen Bellissimo, giornalista del “Quotidiano del sud”. Infine, alle 20:30, Luigi Luciano (Herbert Ballerina), attore comico e compagno d’umorismo di Maccio Capatonda e di Ivo Avido e voce dello “Zoo di 105” presenterà il suo “Getto la maschera”, con Gianluca Prestia de “Il Quotidiano del Sud”.

Ci vediamo in Centro!

Ad un anno dalle prossime elezioni politiche, i partiti cercano di riposizionarsi. Il Covid e la guerra in Ucraina hanno reso gli elettori molto più attratti da una politica moderata e pragmatica. Da settimane i media cercano di far incastrare come tessere di un puzzle i vari partitini di centro, ma senza sapere se potranno farle combaciare.

Partiremo da un presupposto. Nell’elenco a seguire non verranno inseriti Azione di Carlo Calenda e +Europa di Emma Bonino, poiché i due partiti si presenteranno insieme alle elezioni e hanno chiuso le porte agli altri partiti di centro. Il motivo? Sono contrari ad un terzo polo inteso come accozzaglia di partiti che vogliono solo fare da ago della bilancia (una sorta di centro più geografico che ideologico). Preferiscono rappresentare un centro liberale nei diritti civili e nell’economia, come accade in tanti stati europei.

Questa diatriba tra i leader politici ci porta ad una annosa questione. L’Italia è l’unico paese in cui il centro può essere di due tipi: un centrismo liberale sul modello del Partito Radicale oppure un centro sul modello della Democrazia Cristiana, cioè moderato e disposto a valutare nel merito le proposte, oscillando talvolta a destra talvolta a sinistra.

Dopo questa premessa possiamo giungere finalmente alla galassia dei partitini di centro a cui tutti stanno guardando.

Italia Viva

Forse il partito più ambiguo. Il partito fondato da Matteo Renzi sa di essere decisivo al Senato, ha retto da solo il Governo Conte 2 governando con il centrosinistra, ma dopo non sono certo mancati i momenti in cui ha fatto andare in minoranza M5S e PD giocando con il centrodestra. Tantissimi simpatizzanti da sempre insistono per una alleanza con Azione e +Europa, ma Calenda ne ha fatto una questione di principio, “deve scegliere tra politica o business, o smette di fare il conferenziere all’estero o si fa da parte per il bene del suo partito”. Con la fine dell’alleanza tra i due partiti nel Consiglio Comunale di Roma, la ferita sembra insanabile. Ma chissà come andrà a finire.

Insieme per il Futuro

La novità del momento. La scissione del Movimento 5 Stelle targata Luigi Di Maio è ufficialmente la più grande della storia della Repubblica. Mai nessun altro neopartito aveva raggiunto i suoi numeri (51 deputati + 10 senatori). Per ora si sa solo che il partito è super europeista e atlantista. Si colloca nel centrismo moderato ed è uno dei più grandi sostenitori del Governo Draghi. Il coordinatore politico Vincenzo Spadafora ha dichiarato che hanno “cercato un nome che tutti avrebbero dimenticato in un mese, un nome provvisorio, perché tanto non sarà quello il nome della nostra forza politicaIpf non lo utilizzeremo per altro che per fare questo gruppo parlamentare“.

Coraggio Italia e Italia al Centro

Il partito di Brugnaro, sindaco di Venezia, nasce nel 2021 come scissione di Forza Italia, ritenuta ormai appiattita sulle posizioni più estreme di Meloni e Salvini. Le premesse sembravano buone, infatti Toti ha fatto confluire all’interno del gruppo parlamentare il suo Cambiamo, nato per le stesse ragioni. In poco tempo si era arrivati a 24 deputati e 8 senatori. Un anno dopo il progetto non decolla. Toti voleva creare un alleanza stabile con Italia Viva, ma Brugnaro era contrario, perchè non voleva uscire dal perimetro del centrodestra. Così Toti si stacca e fonde il suo Cambiamo con IDEA di Gaetano Quagliarello. Nasce Italia al Centro.

In un primo momento Italia al Centro e Coraggio Italia decidono di convivere negli stessi gruppi in parlamento, per usufruire dei diritti parlamentari che determinati numeri comportano. Poi un altro colpo di scena. Demoralizzati dalla mancata crescita del partito nei sondaggi, i parlamentari iniziano ad abbandonare la nave. Si scende sotto i 20 deputati, necessari a fare un gruppo parlamentare, il gruppo si scioglie e i deputati confluiscono nel gruppo misto tra i non iscritti.

Vinciamo Italia

Questa è la goccia che fa traboccare il vaso. Coraggio Italia si spacca per la seconda volta. Sette deputati, quelli vicini al vice presidente di Coraggio Italia Marco Marin, fondano Vinciamo Italia e creano la componente “Vinciamo Italia-Italia al Centro” con i quattro deputati totiani. La motivazione potrebbe essere il fallimento del progetto di Brugnaro, ma potrebbe essere anche un presunto avvicinamento al gruppo di Di Maio. E gli altri?

Gli otto deputati rimasti, per bocca di Emilio Carelli dichiarano: “Abbiamo incontrato questa mattina Luigi Brugnaro e gli abbiamo ribadito la volontà di restare in Coraggio Italia e di rilanciare il progetto anche sul territorio. Contatti e dialogo con Di Maio ci sono stati, ma ciò non vuol dire spostare armi e bagagli in un altro gruppo. Questa cosa per ora non c’è e credo che non ci sarà neanche in futuro”.

L’Italia c’è

Si è fatto conoscere grazie a un articolo del giornale Domani in cui veniva definito il partito di Beppe Sala. In realtà questo movimento ci terrebbe molto all’ingresso del sindaco di Milano e conferma che per loro è un importante riferimento culturale, ma Sala preferisce temporeggiare ancora un po’. Nel frattempo i fondatori sono riusciti a coinvolgere Piercamillo Falasca (ex +Europa), consigliere del Ministero del Sud, eleggendolo coordinatore nazionale. Si sono associati un paio di giorni fa anche i promotori della lista civica dei Riformisti – Lavoriamo per Milano con Sala. La lista nata per le amministrative dell’ottobre 2021 riuniva, tra gli altri, i candidati di Azione e +Europa a Milano, che si sono subito dissociati da L’Italia c’è, giudicandolo un soggetto “alternativo al progetto europeista, liberal-democratico e riformista autonomo avviato dai nostri due partiti più di un anno fa”.

Valentia in Festa, il programma della prima giornata

0

La quinta edizione di Valentia in festa, il festival itinerante più importante della Calabria, partirà da Vibo Valentia dall’1 al 3 luglio 2022. Presso l’auditorium Valentianum, sarà possibile assistere ai dibattiti e degustare gratuitamente le specialità di diverse aziende enogastronomiche locali. Tra queste, saranno con noi Di punta, Maddalona , Artese, Dante, Tropical Fruit. L’inaugurazione di Valentia in festa sarà alle ore 17:00.

Alle 18:15 la presentazione de Il male non è qui. Matteo Messina Denaro. Il romanzo, di Gaetano Pecoraro. L’autore è nato a Palermo nel 1984. Dopo la laurea in Storia contemporanea ha collaborato con l’Ansa di Milano e ilfattoquotidiano.it., per poi lavorare come inviato per la trasmissione Piazzapulita su La7. Dal 2015 è inviato de Le Iene. Ha vinto il Premio Mario Francese, sezione giovani (2012), il Premio Franco Giustolisi «Giustizia e Verità» (2016) e il Premio L’anello debole – Comunità di Capodarco (2017). È autore del podcast Armisanti. Vite mafiose e morti ordinarie. Il male non è qui è il suo primo libro e, in esclusiva nazionale, verrà presentato con la presenza del Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri. L’incontro, moderato da Pietro Comito di LaC TV, vedrà la partecipazione anche di Maria Limardo, Sindaco di Vibo Valentia.

Alle ore 19, Insopportabilmente donna, con Tess Masazza. L’evento si aprirà con i saluti istituzionali di Rino Putrino, Presidente del Consiglio di Vibo Valentia. Al dibattito, moderato da Teresa Pugliese, parteciperà Corrado L’Andolina, Sindaco di Zambrone. Incredibilmente seguita sui social, Tess Masazza è un’attrice, YouTuber e comica italiana, il cui successo è nato sul web proprio grazie alla webseries Insopportabilmente Donna, che ad oggi conta oltre 500 milioni di visualizzazioni. Nel 2022, oltre al suo arrivo in libreria, Tess è approdata anche su Prime Video nei panni di una delle concorrenti della seconda stagione di LOL: Chi Ride è Fuori.

Con le infradito in discesa è il nuovo libro di BAZ Marco Bazzoni. Baz ci regala un romanzo esilarante e non scontato, in cui mescola con ironia amicizia e sentimenti, ricette da chef e fenomeni psicologici, ma anche finzione e realtà. L’autore presenterà il romanzo alle ore 19:45, dialogando con Vitaliano Papillo, Sindaco di Gerocarne e con Francesca Gioffrè, giornalista di “LaC TV”. Infine, Malena, una delle più celebri attrici italiane di film hard. Alle ore 20:30, Malena presenterà Pura. Il sesso come liberazione, in un dialogo con Marco Onnembo, giornalista di RTL 102.5.

Il bisticcio tra Draghi e Conte e le lacrime di Taverna

Il G7, il vertice Nato e la rimozione di Giuseppe Conte dalla guida del Movimento 5 Stelle: questi gli importanti impegni e le fondamentali battaglie sostenuti dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi, nelle ultime ore. In un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano, Domenico De Masi ha rivelato i rapporti tra Beppe Grillo e Mario Draghi: «Grillo mi ha raccontato che Mario Draghi gli ha chiesto di rimuovere Giuseppe Conte. Mi ha spiegato che il premier gli manda messaggi sulle cose da fare, sui provvedimenti da approvare, insomma sul rapporto da tenere con il governo». Il fondatore del Movimento 5 Stelle avrebbe anche detto al sociologo: «Io e il premier ci capiamo, siamo tutti e due dei nonni».

Giuseppe Conte si è detto sconcertato e ha dichiarato: «Grillo mi aveva riferito di queste telefonate, vorrei chiarire che siamo una comunità, lavoriamo insieme. Trovo sinceramente grave che un premier tecnico che ha avuto da noi investitura, si intrometta nella vita di forze politiche che lo sostengono per altro. Il nostro atteggiamento, che ho sempre definito leale, costruttivo, corretto nei confronti del governo, non cambia neppure di fronte a episodi che reputo così gravi. Perché il nostro obiettivo non è sostenere Draghi, il nostro obiettivo è sostenere e tutelare gli interessi degli italiani.

Io personalmente e il Movimento siamo sotto attacco, perché alcune posizioni non rientrano nel pensiero diffuso, dominante. Qui sono in gioco i valori della democrazia. Le forze politiche sono il pilastro delle nostre istituzioni democratiche. Sbaglierebbe qualcuno che può godere o sghignazzare di questi passaggi. Lo voglio dire non tanto all’esterno ma all’interno, dal primo agli ultimi dei nostri iscritti. E sapete che ultimamente le iscrizioni sono aumentate a dismisura rispetto ai trend tradizionali. Sappiate, cari iscritti, che la nostra forza morale, la nostra integrità, la convinzione nelle nostre idee è più forte di tutto. Siamo qui non per delle poltrone, ma per difendere i bisogni degli italiani, in particolare di quelli che non hanno voce, che non votano tradizionalmente. Ecco, questa forza non ce la toglie nessuno».

«Ci siamo parlati con Conte poco fa, abbiamo cominciato a chiarirci, ci risentiamo domani per vederci al più presto. Avevo cercato Conte questa mattina, mi ha richiamato lui. Il governo non rischia». Lo ha detto il premier Mario Draghi a margine del vertice Nato a Madrid.

Le lacrime di Paola Taverna

Tra le chat dei rappresentanti del Movimento Cinque Stelle è stato diffuso un post attribuito alla senatrice M5s Paola Taverna. Questo il contenuto: «Succedono cose inverosimili. Succedono cose inimmaginabili e spesso senza un perché. Beppe insieme a Gianroberto ci hanno regalato un sogno, un’alternativa valida ad un sistema politica marcio. Ora ci si chiede il perché… perché sta succedendo questo Beppe? Perché stai delegittimando il nostro capo politico? Il Movimento non è di tua proprietà, il Movimento lo abbiamo costruito tutti insieme mettendoci tempo, fatica e denaro. Questa volta Beppe ci devi dare delle spiegazioni valide a tutto questo. Noi siamo con Giuseppe Conte».

Il post è stato cancellato e Taverna, in lacrime, all’agenzia Adnkronos ha dichiarato: «Ho allontanato l’autore dal mio staff. Era un post destinato alla sua pagina personale. Sono disperata».

Ius Scholae: oggi la discussione alla Camera

La Commissione Affari costituzionali della Camera ha approvato la proposta di legge sulla cittadinanza sulla base dello Ius scholae. La Lega e Fratelli d’Italia hanno votato contro il testo. Per Forza Italia, Annagrazia Calabria ha votato contro e Renata Polverini ha votato a favore. Oggi inizierà la discussione generale del testo alla Camera dei Deputati. Il testo consente a quasi un milione di under 18 (nati in Italia o arrivati entro i 12 anni) la possibilità di chiedere la cittadinanza italiana dopo aver frequentato almeno 5 anni di scuola.

Le reazioni del centrodestra

«La cittadinanza non è un biglietto a premi. Si decide a 18 anni», ha dichiarato il segretario della Lega, Matteo Salvini. Per i deputati di Fratelli d’Italia Emanuele Prisco e Augusta Montaruli, «nel testo unico Pd-M5S la manifestazione di volontà è dei genitori stranieri e non dei ragazzi. Il minore non è neppure ascoltato o considerato ma diventa uno strumento per un lasciapassare alla cittadinanza facile. È uno Ius soli neanche troppo mascherato e l’iniziativa ideologica sullo statuto del comune di Bologna ne è la conferma». Il riferimento è al consiglio comunale di Bologna che ha modificato il suo Statuto introducendo il riconoscimento della cittadinanza onoraria per i minori stranieri.

I deputati della Lega in commissione Affari costituzionali Igor Iezzi, Simona Bordonali, Flavio Di Muro, Ketty Fogliani, Cristian Invernizzi, Laura Ravetto, Alberto Stefani, Gianni Tonelli ed Edoardo Ziello temono che il provvedimento possa aprire le porte alla Sharia. Non sono chiare le modalità con cui la legge islamica diverrebbe valida nella Repubblica Italiana. Queste le loro parole: «Prove tecniche di sharia in Italia. Con un emendamento a dir poco folle del Pd al cosiddetto “Ius scholae”, si vorrebbe consentire a un solo genitore straniero, residente nel nostro Paese, la possibilità di chiedere e ottenere la cittadinanza italiana per il proprio figlio indipendentemente dalla volontà del coniuge e del diretto interessato. Roba da matti».

Le reazioni del centrosinistra

Per il Presidente di Più Europa, Riccardo Magi, quello di ieri «è un passo importante e positivo: tra le tante leggi inadeguate e fuori dal tempo che è urgente cambiare c’è sicuramente questa». «Siamo riusciti, nonostante le difficoltà e l’ostruzionismo di Lega e FdI, a fare un importante passo avanti. La strada è ancora lunga, ma la direzione è quella giusta», ha detto il deputato democratico Matteo Mauri, responsabile Pd per le politiche sulla cittadinanza.

«Finalmente si va in aula, davanti a tutti gli italiani, per iniziare a saldare un debito con migliaia di ragazzi che si sentono italiani, ma che non sono riconosciuti come tali dallo Stato. Lo ‘ius scholae’ è una risposta pragmatica e semplice a una richiesta di cambiamento diffusa. Non toglie nulla a nessuno, ma aggiunge e crea le condizioni per una società più inclusiva e giusta». Così Giuseppe Brescia (M5S), presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera e relatore del provvedimento.

La terribile situazione dei rifugiati in Lituania

Amnesty International ha pubblicato un nuovo rapporto che descrive come in Lituania rifugiati e migranti siano trattenuti per mesi in centri simili a prigioni. Secondo l’organizzazione, la Lituania nega l’accesso a un’equa procedura d’asilo. Amnesty International ha intervistato decine di persone provenienti da Camerun, Repubblica Democratica del Congo, Iraq, Nigeria, Siria e Sri Lanka, detenute arbitrariamente in Lituania.

Nel luglio 2021, a causa dell’aumento del numero di migranti in arrivo dalla Bielorussia, il parlamento della Lituania ha approvato una legge che prevede la detenzione automatica di coloro che entrano irregolarmente nel territorio dello stato. Secondo Amnesty, «per privare i detenuti delle garanzie previste dalla normativa dell’Unione europea, le autorità lituane hanno adottato le espressioni “accoglienza temporanea” e persino “alternativa alla detenzione”».

Le testimonianze

«In Iraq avevamo sentito parlare dei diritti umani e dei diritti delle donne in Europa. Ma qui non c’è alcun diritto», ha detto una donna yazida detenuta nel centro di Medininkai. «Desidero ringraziare la Lituania per averci accolti ma qui non ci trattano bene. Questa è una prigione, non un campo. Ovunque mi giri, c’è filo spinato. Perché? Non sono un criminale, sono un rifugiato», ha detto un siriano. «La guardia ci ha detto: “Vi mandiamo a caccia nella foresta”. Qui tutto è razzista, tutte le guardie sono razziste. Quando stai male e chiedi che chiamino un’ambulanza, ti dicono che lo faranno solo se sverrai. Perché a nessuno qui stanno bene le persone nere?», ha raccontato Josephine (nome di fantasia), una giovane donna proveniente dall’Africa subsahariana.

Il sistema carcerario

A Kybartai, una prigione comune fino al 2021, si trovano centinaia di uomini. Le finestre sono sbarrate e la libertà di movimento dei detenuti è limitata. Possono effettuare una doccia calda solo due volte alla settimana. A Medininkai centinaia di persone dormono all’interno di container posti su un campo di calcio. Per andare in bagno hanno dovuto camminare sotto la neve. I detenuti hanno riferito di avere costantemente paura a causa del comportamento aggressivo delle guardie. A volte organizzano delle proteste che vengono sedate a colpi di manganello e con l’uso di spray al peperoncino e di pistole elettriche.

Secondo Amnesty «il 2 marzo 2022, il giorno dopo una di queste proteste, una squadra anti-sommossa è entrata a Medininkai. I detenuti sono stati presi a schiaffi e colpiti coi manganelli e le pistole elettriche, poi ammanettati e trascinati nei loro container. Alcune donne nere sono state sottoposte a umiliazioni sessuali, lasciate al freddo mezze nude e con le mani legate e poi chiuse in un container». Gli avvocati che rappresentano i richiedenti asilo sono dipendenti dello stesso dipartimento di cui dovrebbero, in teoria, contestare le decisioni.

Il ruolo dell’Unione Europea

Negli ultimi mesi, l’Unione europea ha consentito lo sviluppo di un doppio sistema. I cittadini ucraini ricevono protezione, coloro che fuggono da altri paesi vengono detenuti. Ai parlamentari europei, la Commissione ha detto che i respingimenti erano illegali ma che non c’erano prove chiare che stessero effettivamente avvenendo. I funzionari di Frontex continuano a prestare assistenza alla polizia di frontiera lituana e dunque potenzialmente a contribuire a violazioni dei diritti umani.