sabato, Novembre 15, 2025

La Rivoluzione Psicoanalitica di Jacques Lacan

L’approccio di Jacques Lacan alla psicoanalisi ha completamente revisionato la visione freudiana e post-freudiana.

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L’approccio di Jacques Lacan alla psicoanalisi ha completamente revisionato la visione freudiana e post-freudiana, ponendo al centro la questione dell’inconscio come discorso alla ricerca della possibilità di dire “io” e di riconoscere un senso.

Il cambiamento lacaniano si manifesta nella sua pratica clinica: dalle sedute brevi o comunque di durata variabile, una scelta che generò opposizioni da parte degli psicoanalisti più conservatori. Lacan si accosta alla psicoanalisi attraverso la linguistica e la letteratura, sviluppando uno stile  complesso e poetico che lo rese una delle personalità più eccentriche e discusse della sua epoca. Le sue idee, sviluppate tra la fine degli anni Cinquanta e i primi Ottanta, hanno mandato in frantumi gli schemi di pensiero convenzionali, re-interpretando anche testi classici come il De magistro di Sant’Agostino per capovolgere e ricomprendere concetti come l’inconscio e il transfert.

Le fondamenta del suo pensiero

Fondamentale per Lacan è il Freud del 1905, legato all’interesse per i lapsus e l’interpretazione dei sogni, fenomeni che derivano da un modo differente di intendere il linguaggio. Per Lacan, infatti, «il bambino nasce nel linguaggio», che è anteriore a qualunque esperienza e ne prosciuga quella individuale.

Il concetto chiave per la sua critica alle scuole psicoanalitiche contemporanee è l’Immaginario, il cui regno prende vita con lo Stadio dello Specchio. In questa fase, tra i sei e i diciotto mesi, l’io personale si origina attraverso l’identificazione con un’immagine idealizzata del sé – una creazione sociale e una realtà illusoria. Il sé che si crede di essere è quindi costituito da una matrice simbolica di immagini e illusioni.

Il compito dell’analisi Lacaniana

Per Lacan, l’analisi ha il compito di spostare il soggetto dalla realtà psichica illusoria alla realtà autentica, facendo emergere l’inconscio linguistico. Le associazioni libere freudiane vengono ridefinite come «catene di significanti», e il soggetto stesso è un significante. Il processo mira a far passare il soggetto da un “discorso vuoto” a un “discorso pieno”, sganciandolo dagli attaccamenti bisognosi «agli» altri immaginari.

L’analisi lacaniana è intesa come una simbolizzazione progressiva dell’immaginario. L’analista opera un sabotaggio socratico per decifrare i significati simbolici delle parole che si spostano e si raggruppano. In questo modello, il significato si ricerca nella relazione tra le «parole chiave» all’interno delle catene nascoste, poiché «simbolo e significante si sgancia dal simboleggiato».

L’esperienza d’analisi è un’esperienza dialettica, in cui l’analizzante, vivendosi dissociato dal linguaggio, vede emergere l’inconscio, ovvero il discorso dell’Altro. Il desiderio del soggetto è essere riconosciuto dall’altro e al tempo stesso riconoscersi negli altri. Si adorerà un rispecchiamento, ma questo desiderio, differente dal bisogno, non potrà mai essere colmato. L’io, costantemente in bilico tra l’essere e il non-essere, mantiene il suo primo oggetto di desiderio nell’essere riconosciuto dall’altro.

Bibliografia:

Mitchell, S. A., & Black, M. J. (1996). L’esperienza della psicoanalisi: Storia del pensiero psicoanalitico moderno.Bollati Boringhieri, eBook.

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