mercoledì, Maggio 7, 2025
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La vita è un pendolo che oscilla tra la cumbia e la noia

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In un’intervista di Angelina Mango comparsa sul canale di Geopop, si parla della sua canzone, ovviamente: La noia. Ma se apparentemente sembra un tema quasi futile, in realtà ci fa affacciare su tematiche e domande ben più grandi di noi.

Partiamo dal presupposto che annoiarci fa parte della vita, è un momento costitutivo della nostra esistenza e del nostro essere. Tante volte cerchiamo di riempire il più possibile le nostre giornate per non lasciare nemmeno un minuto di spazio alla noia, ma in realtà stiamo solo fuggendo da noi stessi e dai nostri pensieri. Quando siamo annoiati siamo soli, siamo noi davanti alla nostra vita. Ma questo ci serve. Possiamo riflettere per poi reagire. Allora, insieme ad Angelina Mango, reclamiamo a gran voce il diritto di annoiarci!

La noia apre le porte alla vita e al piacere. Essa è il primo motore della ricerca di vita e vitalità. Se non ci annoiassimo mai, i giorni scorrerebbero piatti con un’overdose di esperienze delle quali non ci rimarrebbe nulla. La noia ci conduce all’introspezione e alla ricerca del senso del proprio essere; annoiandosi si tirano le somme sulla propria vita, le domande sorgono spontanee: Dove sono? Cosa sto facendo? Perché?

Pascal, la noia come motore del divertissement

La ricerca di senso è quello che ha interrogato tutti i pensatori del passato, ma in pochi si sono dedicati esplicitamente al concetto di “noia”. Uno di questi è Pascal che ci mostra la noia come ciò che ci sprona al divertissement, ovvero alla fuga da questa nel piacere, nella distrazione. Ma come nasce la noia secondo Pascal?

Partiamo col ricordare che Pascal è uno scienziato (anche in fisica l’unità di misura della pressione nel Sistema Internazionale è il Pascal). Proprio per questo egli nota che l’esprit de geometrie può arrivare solo fino ad un certo punto a spiegare il mondo e l’esistenza dell’uomo, oltre non si può andare. Ma come spiegare tutto di questo mondo, dal batterio infinitamente piccolo (oggi parleremmo delle particelle fondamentali della materia), al mondo, al sole, al sistema solare e all’universo tutto, così infinitamente grande? Non si può, ma soprattutto non possiamo dare una spiegazione alla domanda per eccellenza, forse la peggiore di tutte le domande filosofiche: Perché siamo qui?

Ora, noi viviamo in tempi diversi da quelli di Pascal, dove bastava alla fine fare una scommessa (attenzione, per Pascal non è Fede, è solo convenienza) sull’esistenza di Dio. Oggi, sempre più spesso, non si ricorre più alla scusa di un Dio creatore e benevolo che dia senso al nostro essere. Oggi siamo soli con noi stessi.

Sartre, dalla noia alla nausea

A questo punto ci devono venire in soccorso due dei maggiori esponenti dell’esistenzialismo: Jean Paul Sartre e Albert Camus. Citando la vita di un operaio, Camus, ci pone davanti all’insensatezza della nostra esistenza (svegliarsi, tram, lavoro, pausa, lavoro, tram, casa e via da capo). La maggior parte degli uomini non vede o non vuole vedere questa condizione. Ma chi riesce a fermarsi, a crearsi uno spazio all’interno della frenesia quotidiana, potremmo dire chi riesce per un momento ad annoiarsi, può vedere l’assurdità della propria esistenza. La noia ci mostra l’assurdità del mondo e, come sosteneva Pascal, ci sprona a reagire e a trovare il nostro divertissement. 

Se invece ci lasciamo schiacciare dalla quotidianità, il risultato sarà sempre quello della noia: potremmo definirla come una noia negativa, che in Sartre arriva ad essere vera e propria nausea (sentimento che dà il titolo al romanzo di Sartre, La Nausea, appunto) ovvero il disgusto e il ribrezzo apparentemente ingiustificato per l’esistenza.

Schopenauer, la musica come via di uscita dalla volontà della natura

Il dolore, la sofferenza, nei confronti della vita è tematica fondamentale anche in Schopenhauer (sì facciamo un saltino indietro nel tempo) che si pone come a metà strada tra Pascal e gli esistenzialisti. Questo perché in lui la noia crea un circolo vizioso. La noia produce il desiderio verso il piacere; una volta raggiunto il piacere, una volta finito, si ripiomba nel dolore della vita che genera ancora una volta la noia e così via.

Tutte queste declinazioni dello stesso tema hanno però qualcosa in comune: generano una reazione e la ricerca di una via d’uscita. Tra l’altro una di queste vie d’uscita è proprio la musica. Il protagonista della Nausea, Antoine Roquentin, trova conforto dal suo malessere solo ed esclusivamente quando ascolta della musica jazz, in particolare il brano Someone of These Days You Will Miss Me. Schopenhauer individua nella musica, così come nell’arte, una delle vie di uscita dalla volontà della natura (ciò che crea il nostro stato di dolore), una scappatoia che, sebbene temporanea, permette di fuggire dalla noia e dal dolore. Ma è lo stesso concetto del divertissement pascaliano che, pur rimanendo generale e non incentrato sulla musica, ci lascia comunque una scappatoia. Tra l’altro il divertissement è comunque un termine utilizzato anche nella musica classica. 

Ma ora poniamo un’altra domanda: le varie vie di fuga avrebbero senso se non ci fosse nulla da cui fuggire? Ovviamente no. Non vi sarebbe alcuna distinzione tra le esperienze della nostra vita. Ecco allora che noia e distrazione, piacere e dolore, luce e ombra, negativo e positivo sono facce della stessa medaglia. La noia è la base della ricerca di piacere che ne consegue.

Angelina Mango, la noia come bisogno

Possiamo ora tornare ad Angelina Mango e alla sua canzone La noia. La cantante è stata in grado di mettere insieme entrambe le facce della medaglia: parlare della noia, ma col “divertissement” della cumbia. Il brano, che al primo ascolto appare molto leggero, il classico estivo dal sound latinoamericano, in realtà è molto introspettivo. Parla della vita della cantante  e della necessità di annoiarsi per poter successivamente avere la scossa del piacere. Senza la prima, non c’è il secondo. In quell’intervista sopracitata, la cantante sostiene che difficilmente si annoia, ma ne ha comunque bisogno, perché come si diceva è un momento di pausa e introspezione, capace di far risultare maggiore il proprio divertimento. Così arrivano i versi che, pur passando inosservati nel complesso, creano infiniti spunti di riflessione, che dopo tutto quello che ci siamo detti, lascio a voi nei prossimi momenti di noia.

“Muoio perché morire rende i giorni più umani
Vivo perché soffrire fa le gioie più grandi”

Battuta la Lazio, il Bologna continua a sognare

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Il Bologna vince anche in casa della Lazio con il punteggio di 1-2, dopo essere passata in svantaggio grazie al goal di Isaksen, riesce a ribaltarla con El Azzouzi e il solito Zirkzee. Questa partita era un vero e proprio scontro diretto per l’Europa. Vincendolo, il Bologna continuerà a sognare. Thiago Motta, alla guida della sua squadra, sta svolgendo un capolavoro e sta regalando un sogno ai tifosi e a tutta la società.

Il Bologna, grazie a questi tre punti ottenuti all’Olimpico contro la Lazio, ha conquistato 13 punti nelle ultime 5 gare disputate, ovvero 4 vittorie e un solo pareggio ottenuto in casa del Milan con il punteggio di 2-2. Questo fantastico rendimento colloca la squadra rossoblù al quinto posto della classifica con ben 45 punti, a pari punti con l’Atalanta attualmente quarta in classifica, la quale però ha una gara da recuperare il prossimo 28 febbraio. Mentre si trova a +4 punti sul sesto posto, occupato attualmente dalla Roma di Daniele De Rossi. Il Bologna ha il dovere di continuare a sognare, sogno che piano piano potrà diventare realtà.

Il Bologna, sfruttando la prima posizione dell’Italia nel Ranking Europeo, potrebbe raggiungere la Champions League anche collocandosi al quinto posto in classifica, ma questo dovrà essere confermato a Giugno, sperando di ritrovare ancora l’Italia collocata al primo posto.

Con l’Europa resta anche Thiago Motta?

La situazione di Thiago Motta è sotto gli occhi di tutti. Si sa che l’allenatore sogna di allenare una big ed è molto attenzionato da squadre italiane come Juventus e Milan, ma anche dalle big europee come Barcellona e Liverpool, prossime alla separazione dai suoi attuali allenatori Xavi e Kloop.

Raggiungendo l’Europa con il Bologna, non è detto che Thiago Motta non decida di restare alla guida della squadra toscana. Al momento, l’unica certezza è quella che l’allenatore italo-brasiliano ha rifiutato la proposta del Napoli, sostenendo che non andrebbe mai ad allenare la squadra partenopea come confermato dal suo stesso agente. La situazione dell’allenatore, quindi, tiene molto in ansia la società toscana e i suoi tifosi, ma al momento l’unico obiettivo condiviso con tutto l’ambiente è il raggiungimento del sogno europeo.

Intervista a Flavio Curtosi, numero 1 del Notaresco

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Intervistiamo il portiere classe 2004 del Notaresco, squadra di serie D, Flavio Curtosi. Il giovanissimo portiere ha un passato tra le file del Sant’Agata nell’annata 2022-2023 da vero protagonista, nella Vibonese tra giovanili e prima squadra in Lega Pro, e infine una piccola parentesi nella Casertana tra luglio e agosto di questa stagione, prima di approdare proprio nella squadra abruzzese, Notaresco.

Partiamo dall’attualità, come ti stai trovando in questa stagione? L’obiettivo della squadra e tuo personale per questo campionato qual è?
Mi sto trovando veramente bene qui in Abruzzo, le persone sono super ospitali e socievoli, sin dal primo giorno mi hanno accolto tutti molto bene, siamo una squadra giovane dunque non è stato difficile inserirmi nel gruppo nonostante sia arrivato dopo il ritiro pre-campionato, per questo tengo a ringraziare i miei compagni per avermi accolto subito e nel migliore dei modi.

Quest’anno l’obiettivo stagionale è la salvezza, dunque cerchiamo ogni giorno di allenarci al massimo per raggiungerla il prima possibile, poi una volta raggiunta bisogna avere ambizione e puntare sempre più in alto.

Come obiettivo personale ho sempre quello di dare il massimo in allenamento e in partita, per aiutare i miei compagni a raggiungere l’obiettivo stagionale provando a prendere meno gol possibili e risultare tra i migliori portieri del campionato.

Nel campionato che state disputando ci sono molte rose attrezzate per la vittoria finale. Secondo il tuo punto di vista, qual è la più forte che avete affrontato?

Sì, ci sono 4/5 squadre ben attrezzate che hanno l’obbligo di vincere il campionato, sono tutte rose organizzate con un grande tifo che li supporta e molti giocatori che sono passati dal professionismo, dalla serie A alla Lega Pro.

Guardando il girone di andata posso dirti che sono due le rose più ostiche e difficili da affrontare: Campobasso che è l’unica che è riuscita a batterci in casa per 1-0 e piena di giocatori molto forti e, a pari punti, la Sambenedettese; con loro all’andata abbiamo pareggiato 1-1 dopo una partita combattuta.

La Samb è una squadra molto forte in ogni reparto, ma soprattutto quello offensivo, non per nulla hanno il miglior attacco. Penso che sarà una delle due compagini a vincere il campionato, sempre se non ci saranno sorprese.

Nel corso della tua giovane carriera hai già giocato con molti calciatori, qual è il compagno più forte che hai avuto?

Guarda, pensarne solo uno mi viene veramente difficile. Essendo cresciuto nel settore giovanile della Vibonese ho avuto la fortuna di essere aggregato per 2 anni alla prima squadra durante il campionato di Lega Pro, ho conosciuto giocatori veramente forti e con i quali ho stretto un grande rapporto, Leonardo Marson compagno di reparto che ora gioca al Cosenza in B e che mi ha insegnato molto, poi Marco Spina che gioca al Gubbio in Lega Pro; se vuoi fermarlo devi per forza fare fallo, altrimenti è impossibile prendergli palla.

Poi, crescendo e girando varie squadre, ho conosciuto Claudio Calafiore, Mirko Carretta, Leonardo Taurino, Tommaso Squillace, Giorgio Cicirello. Tutti giocatori che mi hanno insegnato tanto durante il periodo trascorso con loro.

Invece l’avversario più forte che hai affrontato?

Ti dico 3 nomi, 2 li ho affrontati lo scorso anno mentre il terzo nel corso di questa stagione. La passata stagione giocando nel Girone I ho affrontato il Catania, che ha dominato il campionato. Faceva parte di questa squadra Francesco Lodi, che non necessita di presentazioni, giocatore fortissimo e con un grande passato, nonostante l’età faceva grande differenza in campo.

Un altro giocatore che quando prende palla sposta gli equilibri della partita è Besmir Balla, affrontato quando lui giocava nella Vibonese, mia ex squadra: è veramente un avversario ostico, è riuscito a segnarmi 2 gol in 3 partite.

L’ultimo giocatore, ma non per importanza, è Ameth Fall, attaccante del Chieti. Durante la partita di andata ha tenuto la nostra difesa in costante pressione, protegge bene palla, fisico imponente, grande velocità: è davvero difficile affrontarlo.

Hai lasciato Vibo Valentia, ovvero casa tua, già due anni fa. Quali sono le difficoltà di un ragazzo giovane nel lasciare casa per inseguire il suo sogno?

Le difficoltà più comuni che si affrontano sono la distanza dalla famiglia e il peso delle responsabilità. Ho dovuto lasciare casa per trasferirmi a Sant’Agata durante il mio quinto anno di liceo, quindi cambiare scuola l’ultimo anno di frequentazione non è stato semplicissimo, però fortunatamente ho conosciuto dei compagni fantastici che mi hanno fatto sentire a casa anche a centinaia di chilometri di distanza.

Il fatto di dover lasciare casa per inseguire il mio sogno non è stata una scelta difficile da prendere. Appena si è presentata l’opportunità l’ho colta subito, nonostante dovessi lasciare casa mia, ma per l’amore che ho verso il calcio ho fatto questo sacrificio. D’altronde, in ogni ambito esistono sacrifici da compiere se si vuole raggiungere un obiettivo.

All’inizio pensavo che sarebbe stato tutto semplice, ma sin dai primi giorni ho dovuto convivere con la distanza dalla mia famiglia, che mi è stata vicino in qualsiasi momento della mia vita, dunque inizialmente è stata una difficoltà che poi col tempo ho superato.

Una volta che lasci casa per andare a vivere da solo o con i compagni di squadra, le responsabilità che prima avevano i tuoi genitori passano a te, questo mi ha fatto crescere moltissimo come persona e sono maturato tanto. Dunque nonostante non sia un’esperienza facile, ti aiuta tanto a crescere e maturare prima di molti coetanei.

Il tuo sogno più grande a livello calcistico e sportivo qual è?

Il mio sogno calcistico, penso sia comune a tutti i giocatori, è quello di giocare ai massimi livelli, in grandi palcoscenici e cercherò di fare il possibile per riuscirci, senza avere rimorsi. Magari nella Lazio, squadra di cui sono tifosissimo.

Hai una persona a cui ti ispiri? Se sì, perché?

Un giocatore che ammiro veramente tanto, forse per via del mio ruolo è Thibaut Courtois, per le sue immense qualità tecniche, per la sua etica lavorativa e per l’enorme dedizione che mette in quello che fa.

Però il giocatore che mi ha fatto innamorare del calcio e del ruolo di portiere è stato sicuramente Gianluigi Buffon. Sono cresciuto guardando le sue parate e tutti i suoi successi con il club e con la nazionale.

Ti ringrazio davvero molto per avermi dato l’opportunità di intervistarti, ti auguro il mio più grande in bocca a lupo per la stagione e per la tua carriera.

Grazie a te Domenico, grazie a Likequotidiano, è stato veramente un piacere. Alla prossima.

Elezioni europee, sondaggio: il 67% degli italiani è indeciso o si asterrà dal voto

Secondo un sondaggio realizzato da BiDiMedia, il 41% degli italiani ha fiducia nei confronti della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Il dato è in calo del 3% rispetto a quello rilevato sei mesi fa. Il 22% degli intervistati ha poca fiducia verso la leader di Fratelli d’Italia, mentre il 34% non ha alcuna fiducia nei confronti della presidente.

Per ciò che riguarda la politica europea, secondo un sondaggio realizzato da Demopolis per la trasmissione di La7 Otto e mezzo, il 38% degli italiani ritiene che il green deal europeo sia un processo necessario e non prorogabile, mentre secondo il 43% degli intervistati l’agenda verde europea è un un processo da ripensare nei tempi e nelle modalità. Solo il 19% del campione sostiene che esso sia un processo sbagliato e da interrompere.

Fratelli d’Italia continua ad essere il primo partito nelle intenzioni di voto degli italiani. La distanza tra il partito di Giorgia Meloni e il Partito democratico è dell’8,6%. La coalizione di Centrodestra (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia) è al 43,9%, quella di Centrosinistra (Partito democratico, Alleanza Verdi-Sinistra, Più Europa) è ferma al 25,9%. Solo FdI, Pd, M5s, Lega e FI riescono a superare la soglia di sbarramento stabilita per le elezioni europee, pari al 4%. Più di sei italiani su dieci sono indecisi o non intendono recarsi alle urne.

Di seguito le rilevazioni relative alle intenzioni di voto per i principali partiti politici. Il sondaggio è stato realizzato dall’istituto BiDiMedia. I dati del sondaggio sono stati confrontati con il le rilevazioni effettuate il 30 luglio 2023 dallo stesso istituto sondaggistico.

Fratelli d’Italia28,3% (+0,1%)
Partito democratico19,7% (-0,4%)
MoVimento 5 stelle15,6% (+0,1%)
Lega9% (-0,2%)
Forza Italia6,6% (-0,8%)
Azione4,1% (+0,7%)
Alleanza Verdi – Sinistra3,7% (+0,5%)
Italia viva3,1% (+0,3%)
+ Europa2,5% (=)
Unione popolare1,4% (=)
Per l’Italia con Paragone1,9% (=)
Democrazia Sovrana Popolare1,2%
Noi Moderati0,9%
Indecisi e astenuti67% (+21%)

Lazio-Bayern Monaco 1-0, Ciro Immobile guida l’impresa

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Una super prova della Lazio porta alla vittoria della gara d’andata degli ottavi di Champions League contro i tedeschi del Bayern Monaco. Alla vigilia in pochi avrebbero pensato di trovarci in questa situazione, ma la squadra di mister Sarri grazie al suo bomber e capitano Ciro Immobile è riuscita a vincere la gara d’andata.

Una super prova sia in fase difensiva che ovviamente offensiva della Lazio che gli varrà il vantaggio nella doppia sfida. La gara è stata decisa da un rigore del solito Ciro Immobile dopo una grande azione da parte di Felipe Anderson, lo stesso Immobile e Isaksen, quest’ultimo venendo abbattuto in area da Upamecano, procurerà il rigore e l’espulsione del difensore bavarese. Il capitano biancoceleste risulterà glaciale dal dischetto mettendo la palla alle spalle del portierone tedesco Neuer.

Con questo risultato la Lazio potrà andare a giocarsi il ritorno in casa del Bayern Monaco con due risultati utili su tre. L’1-0 ovviamente non farà dormire sogni tranquilli in casa biancoceleste, ma comunque darà una grossa mano in chiave di fiducia e sicurezza dei propri mezzi.

L’appuntamento per la gara di ritorno è fissato, all’Allianz Arena di Monaco di Baviera, il prossimo 5 Marzo. Mentre per quanto riguarda la prossima gara per la Lazio, l’appuntamento è fissato per domenica 18 Febbraio alle 12.30 contro il Bologna.

King Ciro è tornato, terzo goal nelle ultime tre partite.

Un Ciro Immobile così in forma può solo che fare comodo alla Lazio e a mister Sarri. Con il goal messo a segno contro il Bayern Monaco nella gara d’andata di Champions, il bomber biancoceleste ha messo a referto il terzo goal in tre gare consecutive.

Ciro Immobile sembra aver superato definitivamente i tanti infortuni che l’hanno accompagnato nel corso di questa stagione e piano piano sta tornando a prendersi la scena come solo lui sa fare, ovvero a suon di goal.

Dopo aver realizzato il 200° goal in Serie A nel weekend appena trascorso, il capitano biancoceleste è riuscito anche a segnare il goal che è valsa l’impresa contro la corazzata tedesca del Bayern Monaco. King Ciro è tornato, e non vuole fermarsi qua.

La Juventus cade in casa con l’Udinese, addio sogni scudetto?

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La Juventus, nel posticipo della 24° giornata cade in casa contro l’Udinese, con il punteggio di 0-1 in favore dei friuliani, autore del goal il giovane difensore Lautaro Giannetti, il quale ha siglato la sua prima rete in serie A. Questa sconfitta allontanata sempre di più l’Inter capolista, la quale ora si trova a +7 con una partita da recuperare. Per i bianconeri è addio definitivo al sogno scudetto?

Fin da inizio stagione l’obbiettivo dichiarato da parte della società bianconera e dal suo allenatore Massimiliano Allegri è stato quello del quarto posto, con conseguente qualificazione alla Champions League 2024-2025 e al momento si trova a +14 punti sul Bologna attualmente 5° con una partita da recuperare. L’obbiettivo prefissato e dichiarato sembra quindi alla portata della Juventus.

Durante la stagione la Juventus, guidata da Massimiliano Allegri, ha fatto credere di potersela giocare con l’Inter e di conseguenza di poter combattere per la conquista del titolo grazie alla continuità nelle prestazioni e alle vittorie conseguite, ma purtroppo per i bianconeri e i suoi tifosi è stata solo illusione?

Crisi Juventus, 1 punto in 3 partite. Di chi è la colpa?

Non si può dire certamente che la Juventus stia affrontando un periodo semplice, anzi si può parlare di crisi Juventus. Nelle ultime tre partite la Juventus ha conquistato un solo punto in casa contro l’Empoli, perdendo le successive due partite, a San Siro con l’Inter e all’ Allianz Stadium contro l’Udinese. Di chi è la colpa di questa crisi?

Attribuire una vera e propria colpa di questo periodo non è facile, anche perché questi periodi in una stagione lunga possono capitare. Certamente, non è la Juventus vista ad inizio 2024, la quale aveva sorpreso per la continuità di prestazione e per la qualità del gioco espresso.

La colpa non può essere attribuita nemmeno al suo allenatore, Massimiliano Allegri, poiché con una squadra così giovane e con poca esperienza (come dallo stesso allenatore dichiarato) sta svolgendo un grande lavoro, trovandosi al momento secondi classifica in campionato e in semifinale di Coppa Italia.

Nell’ultima partita giocata, ovvero quella contro l’Udinese persa per 0-1, sicuramente ha pesato molto l’assenza per infortunio del bomber serbo Dusan Vlahovic, il quale nel mese di gennaio è stato premiato come MVP della serie a, avendo messo a referto 6 goal.

La Juventus ora ha una settimana di tempo per preparare l’insidiosa trasferta di Verona, con l’obbiettivo di tornare alla vittoria e mettersi alle spalle questo brutto periodo. Appuntamento quindi alle ore 18:00 di sabato 17 febbraio.

Taurianova è la Capitale italiana del libro 2024

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Sarà Taurianova, città in provincia di Reggio Calabria, la Capitale italiana del libro 2024. Secondo la giuria, che ha assunto tale decisione all’unanimità, «il progetto Taurianova esprime la grande potenzialità di sviluppo e di valorizzazione culturale e sociale del territorio. Il progetto rappresenta, per una realtà piccola, la strada di una crescita o addirittura una rinascita attraverso la realizzazione di infrastrutture culturali, materiali, immateriali e valoriali, capaci di irradiare i propri effetti virtuosi anche sul territorio circostante».

La giuria, autonoma e indipendente dal Ministero della Cultura, presieduta dal professor Pierfranco Bruni, e composta da Incoronata Boccia, Gerardo Casale, Antonella Ferrara e Sara Guelmi, ha individuato nel progetto presentato dal Comune della Piana di Gioia Tauro, anche in ragione del contesto storico e geografico, l’occasione per generare un esempio di pedagogia di riscatto culturale, civile e sociale.

«Il 6 febbraio – spiega il presidente Bruniquindi tre giorni prima delle indiscrezioni apparse sulla stampa, abbiamo tenuto l’ultima riunione della Giuria e abbiamo votato all’unanimità il progetto Taurianova. La scelta è stata fatta in particolare sulla base dell’impatto sociale della proposta progettuale relativa a un territorio che ha una straordinaria necessità di sostegno dal punto di vista culturale. La decisione è stata presa in coerenza con quello che l’UNESCO definisce il valore intrinseco del settore culturale e creativo in termini di coesione sociale, capacità di generare risorse educative, benessere personale e crescita economica».

Da Bivona a Sanremo: Il successo di Cristian Comerci nel mondo dei servizi di lusso

Il sogno di ogni piccolo imprenditore è quello di varcare i confini della propria regione con i propri successi, e per Cristian Comerci di Bivona, in provincia di Vibo Valentia, questo sogno è diventato realtà. Titolare della ditta NCC “Comerci Luxury Services“, con sede a Vibo Marina, Cristian Comerci ha fatto un percorso straordinario. Dopo aver lavorato con numerosi festival nella sua zona, al servizio di ospiti illustri come Giorgio Armani, Diego Della Valle e Joe Bastianich, ha ottenuto una collaborazione di prestigio con il Festival più seguito d’Italia: Sanremo.

Dalla Calabria alla città dei fiori, Cristian è partito al servizio dell’Agenzia di Sicurezza dell’Ariston, supportando gli ospiti e i cantanti in gara. Una settimana intensa e ricca di emozioni, che ha visto Cristian Comerci portare il suo entusiasmo e la sua professionalità dalla Calabria a Sanremo, diventando sinonimo di un’imprenditoria giovane e di qualità.

«Ho cominciato dal nulla, facendo qualche transfer per i miei amici, ma il sacrificio, la voglia di crescere e dare sempre il massimo penso ripaghino alla grande», ha dichiarato Cristian Comerci. La sua determinazione e il suo impegno dimostrano che con passione e dedizione, i sogni possono diventare realtà, e il successo non conosce confini.

Sanremo 2024, la nostra classifica

Pubblichiamo la nostra classifica relativa alle trenta canzoni in gara al Festival di Sanremo 2024:

1- Loredana Berté – Pazza.: 91/2
2- Angelina Mango –La noia: 9
3- Diodato – Ti muovi: 9
4- Big Mama – La rabbia non ti basta: 81/2
5- Il Volo – Capolavoro: 8

6- Santi francesi – L’amore in bocca: 7-8
7- Clara – Diamanti grezzi: 71/2
8- Alfa – Vai!: 71/2
9- La Sad – Autodistruttivo: 71/2
10- Ghali – Casa mia: 7

11- Fiorella Mannoia – Mariposa: 7
12- Emma – Apnea: 7
13- Renga Nek: Pazzo di te: 6
14- Bnkr44 – Governo Punk: 6
15- Rose Villaine – Click Boom!: 5

16- Annalisa – Sinceramente: 5
17- The Kolors – Un ragazzo una ragazza: 5
18-Fred de Palma – Il cielo non ci vuole: 5
19- Il Tre – Fragili: 41/2
20- Dargen d’Amico – Onda alta: 41/2

21- Alessandra Amoroso – Fino a qui: 4
22- Mahmood – Tuta gold: 4
23- Irama – Tu no: 4
24- Maninni – Spettacolare: 4
25 – Negramaro – Ricominciamo tutto: 3

26- Mr. Rain – Due altalene: 3
27- Sangiovanni – Finiscimi: 3
28- Ricchi e poveri: Ma non tutta la vita: 2
29- Gazzelle – Tutto qui: 2
30- Geolier – I p’ me, tu p’ te: inclassificabile

Sanremo 2024, le pagelle della serata cover

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La serata delle cover del Festival di Sanremo è stata emozionante sotto molti punti di vista. Le tematiche affrontate sono state molte e a volte anche emotivamente profonde. Peccato per la conclusione, che non merita una riga in più rispetto a quelle che sto scrivendo: ha vinto l’assoluta mediocrità, che ha avuto la reazione meritata: fischi e l’abbandono del teatro da parte del pubblico prima dell’esibizione dei vincitori (risentirli due volte sarebbe stato troppo per chiunque). Il pubblico dell’Ariston mi da ancora qualche speranza. Ma ora passiamo alle cover in gara e cominciamo a parlare di musica.

Sangiovanni, in coppia con Aitana, eseguono un Medley di Farfalle e Mariposas. Carini, semplici, che portano una cover che ci fa già andare col pensiero alle sole di giugno. Nulla di eclatante ma bravi.

Annalisa ha tirato fuori la sua vera vocalità con Sweet Dreams degli Eurythmics e l’ha fatta tirare fuori anche alla Rappresentante di lista. Bella esibizione, l’unica cosa che le si può contestare sono un po’ troppe “svisate” come a dire “guardate quanto sono brava”, ma comunque è Annalisa ed è brava davvero.

Rose Villain con Gianna Nannini non va un granché bene, o meglio, Rose Villain non va bene: molto calante, fuori sincro rispetto alla Nannini. Il medley era Scandalo, Meravigliosa creatura, Sei nell’anima. Il primo brano può essere una perfetta sintesi dell’esibizione (di Rose Villain).

Credo che Gazzelle sia uno dei peggiori interpreti che circolino in Italia. Fulminacci gli salva un pochino la situazione, ma Notte prima degli esami di Venditti viene resa una tediosa lagna rallentata fin troppo.

The Kolors e Umberto Tozzi con un medley di Ti amo, Tu e Gloria. Beh che dire, questa volta sono i cantanti in gara a salvare l’ospite. Sono stati bravi, con un ottimo arrangiamento e un’ottima performance sul palco. Mi sentirei di fare solo una domanda: era proprio necessario chiudere con “Questa non è Ibiza!”?. Comunque molto bravi.

Ora arriva uno dei momenti più alti di tutta la serata e di tutto il festival in generale: il duetto tra Alfa e Roberto Vecchioni sulle note di Sogna ragazzo sogna. Oltre all’interpretazione molto bella e sentita da parte di entrambi, a parlare sono gli occhi e gli sguardi dei due. Alfa è felicissimo, emozionatissimo, di cantare con Vecchioni. Quando lo guarda gli si vede negli occhi tutta la sua ammirazione e la gratitudine per quel duetto. Vecchioni da parte sua guardava Alfa con tenerezza, augurandogli dal profondo del cuore quel “sogna ragazzo sogna!”.. Lo augurava ad Alfa, ma si vedeva come lo augurasse, per interposta persona, a tutti i giovani.

Anche i retroscena creano una cornice commovente. Vecchioni ha perso il figlio l’anno scorso e cimentarsi in un duetto con un giovane ragazzo non deve essere stato facile, ma allo stesso tempo doveva farlo, sia come insegnante sia come padre, doveva fare qualcosa perché i giovani non buttino via la propria vita che, a volte, è imprevedibile se non troppo, troppo breve. Per quanto riguarda Alfa c’è un particolare che è stato portato sul palco tutte le sere, senza dire una parola, ma a quelli a cui doveva arrivare il messaggio è arrivato. Un cuore giallo. Vecchioni: “sogna ragazzo sogna / ti ho lasciato un foglio sulla scrivania / manca solo un verso a quella poesia / puoi finirla tu”, indica Alfa; Alfa si commuove; ci commuoviamo anche noi.

Bnkr44 con Ma quale idea portano sul palco Pino d’Angiò, icona della musica dance anni Ottanta. Un’esibizione senza pretese ma in cui si sono sicuramente divertiti.

Altro top della serata sono stati Irama e Cocciante che intonano Quando finisce un amore. Ma a parte la splendida esibizione quello che a colpito di più sono le parole di Vivere per amare (da Notre Dame de Paris) cantate a cappella da Cocciante alla fine dell’esibizione: un messaggio per la vita, contro la morte, contro le guerre e le disgrazie del nostro mondo.

Gabbani e la Mannoia sono forse una delle delusioni delusioni della serata, purtroppo a causa della Mannoia. Voglio sperare sia stato un momento passeggero in cui era fuori forma, anche perché è stata completamente eclissata da Gabbani che, da galantuomo, ha cercato in tutti i modi di lasciarle il dovuto spazio, tirandosi indietro e trattenendo la sua voce, senza particolari successi.

I Santi francesi con Skin mi hanno confuso, così come mi hanno confuso con la loro canzone in gara. Cantano Hallelujah di Leonard Cohen, un capolavoro della canzone d’autore mondiale. E in quanto capolavoro è difficile intervenire apportando delle modifiche. Immaginate che un restauratore debba restaurare la Cappella Sistina di Michelangelo o la Cappella degli scrovegni di Giotto. Per quanto possa essere bravo non si sognerebbe mai di apportare delle modifiche alle opere dei due artisti. Ecco, questo dovrebbe accadere anche ai capolavori musicali. Sia chiaro che mi hanno incantato con le loro voci, bravissimi. Però se mi cominci a fare troppo casino su Hallelujah mi vai a perdere tutto il senso del pezzo che, se è stato scritto in quel modo, sarà perché avrà un senso.

Ricchi e Poveri con Paola e Chiara portano un po’ di trash sul palco, ma lo fanno con grande stile. Dai, alla fine ci siamo alzati tutti a ballare Mamma Maria e Sarà perché ti amo.

Ghali e Ratchopper sono, credo, i vincitori morali, e anche compositivi della serata. La lotta di chi è italiano ma non viene considerato tale per le sue origini. Si inizia a cantare in arabo e si termina con l’omaggio a Toto Cutugno con Italiano vero. Complimenti!

Clara con Ivana Spagna portano Il cerchio della vita, colonna sonora de Il re leone. Senza infamia e senza lode, non ha dato né tolto nulla.

Loredana Berté e Venerus con Ragazzo mio hanno fatto cilecca, nel senso che la Bertè non ce la faceva a prendere una nota, calante sempre e faceva veramente fatica.

È poi la volta di Angelina Mango. Toccare una canzone di suo papà e per di più una bellissima canzone, poteva portare al capolavoro o al disastro. Fortunatamente abbiamo assistito ad un capolavoro. È indiscutibilmente la vincitrice della serata: arrangiamento, interpretazione, emozioni e coraggio (perché ne ha avuto tanto di coraggio, contando quanto volesse dire quella canzone per lei). Ha tenuto la stessa melodia dell’originale, l’ha rallentata il giusto, ha aggiunto il quartetto d’archi. L’ha resa una meravigliosa e commovente preghiera rivolta al padre. Immensa.

Ieri chiedevo che Alessandra Amoroso tornasse a fare pezzi come Mambo salentino. Bene, l’ha portato come cover. Ma, sapendo che sempre il caro direttore ha qualcosa da dire in merito alla Amoroso, lascio a lui un approfondimento.
La preformance di Amoroso e Boomdabash si è aperta sulle note de Le radici ca tieni, singolo pubblicato nel 2003 dai Sud Sound System che consentì al gruppo salentino di vincere il Premio Tenco 2003 nella categoria “Miglior lavoro dialettale italiano”. Il brano è un vero e proprio inno della terra salentina, dalla quale provengono Amoroso e i Boomdabash. La prima strofa recita:

Se nu te scierri mai delle radici ca tieni
Rispetti puru quiddre delli paisi lontani
Se nu te scierri mai de du ede ca ieni
Dai chiu valore alla cultura ca tieni

(se non dimentichi mai le radici che hai
rispetti anche quelle dei paesi lontani
se non dimentichi mai da dove provieni
Dai più valore alla cultura che hai
)

I Boomdabash acquisiscono popolarità grazie alla collaborazione con Treble, ex membro dei Sud Sound System, dalla quale vide la luce, nel 2008, il primo album del gruppo. Proprio Treble ha commentato la performance di Amoroso e Boomdabash descritta non come “un omaggio ma un furto furbo”. Secondo l’artista, i Boomdabash sono proprio coloro che meno hanno a che fare con il significato della canzone, avendo dimenticato le proprie origini. Impossibile dargli torno. Dal reggae dialettale salentino alle canzonette da tormentone estivo, i Boomdabash sono quanto di più distante dalla cultura salentina, rinnegata in favore di denaro e popolarità. Inni come Le radici ca tieni andrebbero rispettati, non violentati, come accaduto ieri. Mancu li cani!

Dargen con un omaggio a Morricone insieme alla BabelNova Orchestra. Boh non l’ho capito. Mi spiace un po’ per Morricone.

Mahmood e i Tenores di Bitti con Com’è profondo il mare di Dalla. Inizio col dire che su ‘sto pezzo mi sono confrontato con altre persone, perché a me è piaciuto, ma vedevo che c’erano molte opinioni contrarie, che non capivo. Riflettendoci la cosa che è mancata è l’esplosione del brano. Spieghiamo meglio: il brano iniziava con le voci dei Tenores, poi arrivava un delicato Mahmood sul quale si reinserivano i Tenores nel ritornello. La premessa sembrava essere quella che ad un certo punto il pezzo si sarebbe dovuto aprire in un crescendo culminante con le armonizzazioni dei Tenores e di Mahmood. Ma questo non è avvenuto, lasciando tutto come una frase mai terminata.

Da questo momento in poi comincia il delirio.

Mr. Rain ha tirato fuori dal dimenticatoio (purtroppo) i Gemelli Diversi. Già risulta insipido Mr. Rain da solo, se poi ci aggiungiamo pure Mary facciamo tombola. Se non ci fossero state le “Farfalle” a regalare forse lo spettacolo più bello della serata, sarebbero passati inosservati.

Io veramente vorrei sapere cosa è successo ai Negramaro. Giuro, mi stanno facendo del male. Hanno completamente ucciso La canzone del Sole, con Malika Ayane complice in “canzonicidio”.

Emma e Bresh che cantano Tiziano Ferro possiamo anche evitarceli.

Avrei evitato anche il Volo che è tornato a fare il Volo, cileccando anche qualche crescendo e con il maestro che ha sbagliato qualche attacco con l’orchestra. Stef Burns fa il suo compitino e salva la faccia al trio.

Quella che citerò ora è un’esperienza agghiacciante e che vorrei farmi eliminare dalla memoria: Diodato e Jack Savoretti distruggono (forse peggio di quanto hanno fatto i Negramaro con Battisti) Amore che vieni amore che vai di De André. Da arresto immediato.

Un attimo di luce coi La Sad e Donatella Rettore che con Lamette se ne escono a testa altissima e come una delle cover uscite meglio. Grazie ragazzi, Punk is not dead!

Il Tre e Fabrizio Moro secondo me hanno fatto il loro lavoro. Nulla di eccezionale ma neanche un’esibizione da buttare. Diciamo che c’è stato di molto peggio.

Big Mama non ha assolutamente la vocalità per eseguire Lady Marmalade e lo sa. Si dedica così alle sue barre e lascia fare il resto a Gaia, La Nina, e Sissi. Ognuna canta meglio dell’altra, hanno fatto spettacolo, hanno fatto divertire e hanno gestito meravigliosamente voci e pezzi rappati. Brave.

Maninni con Ermal Meta fanno Ermal Meta. Non mi avete fatto niente ha un bel testo, ma per Ermal Meta vale lo stesso discorso del “Signor Pioggia”.

Fred de Palma con gli Eiffel 65 è da “Massì…”. Cioè non gli è riuscito un granché bene, però dai chi non ha cantato “I’m blue dabadì dabadà”? Alla fine lo abbiamo fatto tutti.

Nel nuovo aggiornamento del “Devoto Oli” alla voce egocentrismo comparirà la foto di Renga e Nek. Se la cantano e se la suonano e, da parte di Renga, anche abbastanza malino (gli do il beneficio di dubitare che non fosse perfettamente in forma, perché da Renga non mi aspetto una performance del genere)

Bene, credo che non manchi nessuno. Oltre ad essere stata una maratona seguire questa sera, lo è stato anche scriverla.