sabato, Luglio 27, 2024

Una settimana da Dio

Le poche dichiarazioni e la sobrietà di Giorgia Meloni, le pretese di Lega e Forza Italia, il ruolo di Mario Draghi.

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La prima settimana del futuro governo di destra-centro è stata scandita dalle poche dichiarazioni di Giorgia Meloni. Nel frattempo i due fratelli dell’8%, Forza Italia e Lega, hanno iniziato a smuovere le acque di questa nuova fase politica. Ed è passata solo una settimana dalle elezioni politiche!

Niente festeggiamenti

Il Foglio riporta il retroscena di un sms che la Giorgia nazionale avrebbe inviato domenica notte ai dirigenti di Fratelli d’Italia: “Niente festeggiamenti, non voglio vedere caroselli per le strade di Roma, niente clacson, niente bandiere. Siate sobri. E fatelo sapere“.

Inizia così la XIX legislatura. L’approccio usato, del resto, è identico a quello del primo discorso ufficiale dopo la pubblicazione degli exit poll. Giorgia Meloni sa benissimo che da ormai una decina d’anni l’elettorato italiano sta votando “per moda”, mandando al governo ogni volta il partito che stava all’opposizione. Prima il Pd di Renzi, poi il 32% del M5S, Poi il 34% della Lega alle Europee e adesso il 25,6% di Fratelli d’Italia. Sarà questa la vera sfida per lei, evitare di essere uccisa politicamente tra qualche anno dalla stessa cosa che l’ha fatta vincere. Esisterà un modo per farlo? Beh, ai posteri l’ardua sentenza, dice il detto.

Atlantismo

«Caro Presidente Zelensky, sai che puoi contare sul nostro leale sostegno alla causa della libertà del popolo ucraino. Sii forte e mantieni salda la tua fede!»

È questa la prima dichiarazione istituzionale di Giorgia Meloni, in risposta ad un tweet del presidente ucraino Zelensky che si congratulava per la vittoria elettorale, auspicando collaborazione anche con il nuovo governo italiano. Le armi all’Ucraina sono state la prova del nove della coerenza di FdI agli occhi dell’elettorato. Sebbene i sondaggi indicassero una certa contrarietà degli italiani all’invio di armi, i Fratelli d’Italia sono andati dritti per la loro strada. Non deve stupire infatti un partito di destra radicale che si dichiara atlantista. Questa svolta inizia già negli anni ’70 quando Giorgio Almirante iniziò ad allontanare il MSI dal suo neofascismo delle origini, dandogli un’impronta nazionalconservatrice e cambiando il nome in Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale.

Il Garante

Secondo Repubblica, fonti diplomatiche di Parigi, Berlino e Bruxelles riferiscono che il presidente del Consiglio in carica Mario Draghi ha contattato Emmanuel Macron, Olaf Scholz e Ursula von der Leyen, garantendo per la leader di Fratelli d’Italia su tre argomenti:

  1. Il nuovo governo continuerà a sostenere l’impegno – anche militare – per l’Ucraina e a tenere unito il fronte delle sanzioni contro Mosca.
  2. L’ancoraggio stabile e indiscutibile alla Nato, senza tentennamenti o smarcamenti.
  3. Il nuovo governo non approverà nuovi scostamenti di bilancio, in modo da tenere sotto controllo il debito pubblico.

Sullo scostamento di bilancio si erano già riscontrate divergenze tra Meloni e Salvini, che invece avrebbe voluto subito far spendere 30 miliardi a debito per il caro bollette. La sostenibilità economica è un elemento inedito per la presidente di conservatori europei, dato che dall’opposizione è sempre facile chiedere al governo di turno di spendere più soldi per aiutare le imprese; un po’ meno facile, quando si è al governo, è attuare quanto si è promesso. Ed è un tema molto caro ai giovani. Non per niente, per l’istituto Ixè, FdI è il secondo partito più votato dalla fascia 18-24 anni, con il 15,4% dei consensi, battuto solo da Azione/Italia Viva.

Infine, è circolata anche un’indiscrezione sull’intenzione di Giorgia Meloni di concedere all’opposizione la presidenza di una delle due camere, per velocizzare i tempi delle votazioni e rendere attivo il parlamento il prima possibile. Netta contrarietà di Marcello Pera, papabile ministro per i rapporti con il Parlamento e già presidente del Senato. Effettivamente questa usanza esisteva già ai tempi della prima repubblica, poi dai Governi Berlusconi è stata abbandonata.

Il regista

Passiamo a Forza Italia, che ha resistito bene alla tempesta elettorale portando a casa il suo 8,1% in linea con i sondaggi e prendendosi la soddisfazione di non farsi rubare voti dal Terzo Polo.

Silvio Berlusconi inizia la settimana affermando: «Con la Lega noi andiamo d’accordissimo perché io ho nutrito un’amicizia fruttuosa con Matteo Salvini, che è una brava persona, ma ha bisogno di essere un po’ inquadrato, anche lui non ha mai lavorato». Sa che ha fatto il suo tempo e che può aspirare al massimo a fare il regista del nuovo governo. E un regista decide anche sugli attori in scena. Lo sa bene Antonio Tajani, che dopo alcuni giorni di incontri con Giorgia Meloni si è visto arrivare un lapidario «Sui ministri tratto io». Questo perché continuano ancora i malumori nel partito sul fatto che il coordinatore di Forza Italia penserebbe solo a se stesso.

Il conte di Pontida

Dalle parti del Carroccio invece ci si lecca le ferite. In molti vorrebbero la testa di Matteo Salvini, ma per ora è salvo. Quella della Lega si prospetta la più temibile delle opposizioni che il governo Meloni dovrà affrontare. Perchè, a furia di fare il partito di lotta e di governo, la Lega ha perso gli storici elettori moderati e governisti del Nord. E ha perso anche gli elettori sovranisti che odiavano il Governo Draghi e la sua campagna vaccinale. Pertanto, ieri il senatùr Umberto Bossi (rieletto nonostante un iniziale errore del Viminale) ha comunicato ad AdnKronos di aver costituito il Comitato Nord, la prima corrente ufficiale all’interno del partito Lega – Salvini Premier, «per riconquistare gli elettori del Nord, visto il risultato elettorale del 25 settembre, e per rilanciare la spinta autonomista».

Matteo Salvini nel frattempo cerca in tutti i modi di tornare al Viminale. Un rumor smentito riferiva di un appoggio esterno al governo da parte della Lega qualora non venisse dato il Viminale a Salvini. Ma strizza l’occhio anche all’Agricoltura, così venerdì si è presentato ad una manifestazione della Coldiretti.

In tutto questo, Giorgia Meloni sa di avere gli occhi del mondo tutti su di sé. La stampa internazionale aspetta il passo falso della «premier più a destra dai tempi di Mussolini». È quindi più determinata che mai a costruire un governo serio e inattaccabile sotto ogni profilo.

Paolo Abete
Paolo Abete
Nato a Manduria (TA) nel 1998. Studente di Medicina presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Su Like Quotidiano mi occupo di Politica.

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