giovedì, Maggio 15, 2025
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Transgenere, transessuale, travestito, genere fluido,…? – di Cloe Bianco

Pubblichiamo l’articolo di Cloe Bianco intitolato “Transgenere, transessuale, travestito, genere fluido, …?”, pubblicato sul blog PERsone TRANSgenere.

C’è una ridda di significati provenienti sia da coloro che si definiscono esperti/e sull’identità di genere, che dalle persone che vivono sulla loro pelle queste realtà di genere. Questo non aiuta a capirsi, pertanto tenterò qui, seppur brevemente e non esaustivamente, di fare un po’ di chiarezza sulla questione […] concludendo con la presentazione del termine che ho scelto – che è anche il mio personale modo di considerare noi persone “T…” cioè transgenere. Il contesto di riferimento è la società italiana.

Transessuale è una definizione che ha trovato il suo terreno di crescita in ambito medico, è pertanto una definizione usata per catalogare persone con una malattia mentale. Il suo uso s’è sviluppato anche nella società e nelle collettività trans, che non necessariamente ne danno un significato medico. A volte viene usato per indicare le persone T… (significato generico e provvisorio che definisco nelle conclusioni di questo capitolo) che transizionano da un genere a un altro assumendo la terapia ormonale sostitutiva (TOS) ed eseguendo la chirurgia di riconversione genitale (RCG); altre volte s’identificano coloro che transizionano assumendo la TOS ma non intendono eseguire la RCG. C’è anche chi, seppur pochi, ritiene che comunque è transessuale la persona che si percepisce di un genere diverso dal suo sesso non sottoponendosi a TOS e RCG.

Travestito o crossdresser presenta maggiori difficoltà descrittive in quanto assume molti significati difficilmente sintetizzabili. Senza volerne dare una definizione esaustiva, può voler indicare una persona che per diletto usa, in alcune occasioni, abbigliarsi secondo il sesso opposto al suo senza percepirsi però dell’altro genere, ma c’è chi viene definito tale per il fatto di aver scelto una transizione non medicalizzata o, se medicalizzata, non comprendente TOS e RCG. La classe medica lo attribuisce solo agli uomini che si (tra)vestono da donne, ma esistono anche donne che si (tra)vestono da uomini che purtroppo non vengono neppure considerate dai/dalle cosiddetti esperti/e.

La persona con genere fluido è colei che sente come propri entrambi i generi, vivendosi sia al maschile che al femminile. Per queste persone è assai difficile essere accolte dalla collettività T… e ancor di più essere comprese nei loro vissuti.

Transgenere (che in lingua inglese è transgender, senza dare ora a quest’ultimo altri significati) non è scevro da difficoltà descrittive. Può voler indicare chi ritiene d’appartenere al genere maschile (transizione da femmina a maschio), chi al genere femminile (transizione da maschio a femmina), chi a un altro genere, donne trans e uomini trans. C’è chi fa transizioni non medicalizzate identificandosi come transgenere e chi le fa medicalizzate, in vario modo, identificandosi anch’essa/o in questa definizione.

Spesso le discriminanti tra queste definizioni sono relative alla modalità di transizione, dove chi ha scelto TOS e RCG sono vere/i trans, chi ha scelto solo la TOS è ancora accettabile nella definizione di trans, anche se non proprio ben visto all’interno della collettività T…, mentre chi invece transiziona senza prendere ormoni e senza RCG è un individuo non definito o viene definito travestito, nonché reietto dalla collettività T… e ritenuto non degno di pretendere diritti; diritti che in Italia peraltro neppure ha allo stato attuale del 2020.

Concludendo presento la definizione che ho scelto in quanto la ritengo la più appropriata, vale a dire persone transgenere, che è l’espressione usata univocamente dalla risoluzione 2048(2015) del Consiglio d’Europa (COE): personnes transgenres, transgender people, nelle lingue francese e inglese delle due versioni ufficiali.

Transgenere è da me inteso come termine ombrello che ricomprende altri vocaboli normalmente usati per definire le persone che finora ho chiamato vagamente T…: transessuale, travestito, genere fluido, nonché, in lingua inglese, transgender e crossdresser che sono usati questi ultimi anche esprimendosi in lingua italiana.

La scelta è data da tre motivazioni. Una riguarda l’aspetto etimologico: è una parola composta da “trans” e “genere”, trans è di origine latina con il significato di al di là, attraverso, cambiamento, pertanto la parola complessivamente esprime l’andare al di là del genere, il cambiare genere. Transessuale è un’espressione errata se attribuita a un soggetto reale, essendo impossibile per qualsiasi persona cambiare sesso. Un altro motivo inerisce il contesto statunitense in cui è stato creato, in quanto transgenere è un termine nato nei movimenti trans e coniato dalle persone trans e non da chi parla e studia sulle persone transgenere senza vivere in prima persona questa caratteristica.

L’ultimo è che l’uso di tale termine, inteso come inclusivo di varie espressioni riguardanti l’identità di genere, evita di creare eccessive ed inutili classificazioni che distinguono transgenere da transessuale ma anche da crossdresser/travestito, magari dimenticando genere fluido, le quali, nell’uso specialmente d’una parte della collettività trans e anche dei cosiddetti “esperti”, vuole artificiosamente creare soggetti con diritti e -almeno una minimale- visibilità e rispetto, cioè i/le transessuali, a discapito degli altri che rimarrebbero degli inconsiderabili senza diritti, definiti assai spesso transgender esprimendosi in lingua italiana, evidenziando che tale significato non lo si riscontra in lingua inglese.

Le discriminazioni all’interno della collettività trans sono forti, le gare a chi è la vera o il vero trans non si fanno mancare. La definizione ombrello di transgenere vuole cercare di porre fine anche a queste guerre intestine, prendendo sotto di sé l’ampia gamma di vissuti che possono invece trovare condivise esperienze simili e stessi diritti. Il Consiglio d’Europa ha già operato questa scelta con la risoluzione 2048(2015).

Di Cloe Bianco

Mattarella: «L’Italia sostiene fermamente la sovranità dell’Ucraina»

In occasione della Festa Nazionale Ucraina il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ha inviato un messaggio al Presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy. Ne riportiamo il contenuto.

«Nella ricorrenza della Festa Nazionale, desidero rinnovare, in quest’ora così drammatica, a lei e a tutti i suoi concittadini l’espressione più convinta di solidarietà, vicinanza e sostegno della Repubblica Italiana all’Ucraina, impegnata a fronteggiare la brutale e ingiustificata aggressione operata da parte della Federazione Russa, contro la quale legittimamente resiste.

L’Italia sostiene fermamente l’integrità territoriale, la sovranità, l’indipendenza e la libertà del suo Paese, e ribadisce il suo impegno ad assistere il popolo ucraino anche sotto il profilo umanitario e della ricostruzione. Va affermata ancora una volta la necessità di una immediata cessazione delle ostilità per l’avvio di un processo negoziale in vista di una soluzione pacifica, giusta, equa e sostenibile per l’Ucraina. Auspico che le già intense relazioni tra Kiev e Roma possano trovare ulteriore slancio in tutti i settori di mutuo interesse, grazie anche al contributo di una comunità ucraina in Italia integrata e attiva.

Il cammino dell’Ucraina verso la piena integrazione nella famiglia europea rappresenta il rafforzamento di una cornice di fondamentale rilevanza. L’Italia continuerà a contribuire a tale processo, sostenendo gli sforzi verso il raggiungimento di tale traguardo. Con sentimenti di sincera amicizia, rinnovo fervidi auguri di pace, sicurezza e benessere per la sua persona e per tutto il popolo ucraino».

Il doppio stupro di Piacenza

Domenica 21 agosto una donna ha subito uno stupro a Piacenza. Poche ore dopo, la stessa donna è stata violentata da Giorgia Meloni, da Matteo Salvini e da diversi quotidiani, tra i quali la testata nazionale Il Messaggero.

Domenica 21, all’alba, a Piacenza un uomo ha stuprato una donna. Un residente ha documentato il crimine girando un video e ha chiamato la polizia. Lo stupratore è Sekou Souware, un uomo di 27 anni, originario della Guinea e richiedente asilo in Italia. La vittima è una donna ucraina di 55 anni.

«Sono disperata, mi hanno riconosciuta da quel video», ha riferito la vittima dello stupro alle forze dell’ordine. La Procura di Piacenza ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per il reato di diffusione senza consenso di materiale riproducente atti sessuali. Facebook, Instagram e Twitter hanno rimosso il video. L’articolo 734 bis del codice penale ipotizza un reato a carico di chi porta a conoscenza di un numero indeterminato di persone le generalità o l’immagine della vittima, senza il suo consenso, attraverso modalità che comunque consentano di poter risalire alla persona offesa. Nel video pubblicato da Meloni, la voce della vittima è chiara e riconoscibile.

Meloni e Salvini, compagni di sciacallaggio

Poche ore dopo la pubblicazione della notizia il segretario della Lega, Matteo Salvini, in un post pubblicato sui social ha, per l’ennesima volta, dato prova della propria infimità. Nel post, l’autoproclamato Capitano d’Italia ha parlato di «un richiedente asilo» che «stava violentando una donna». Salvini sostiene che difenderà i confini e gli italiani e che, in linea con il suo modus operandi da sciacallo, si recherà a Piacenza «per confermare l’impegno della Lega a restituire sicurezza al paese». In caso di vittoria delle elezioni, il Capitano leghista assumerà 10.000 poliziotti e carabinieri, ipse dixit. Inoltre, ci saranno «più telecamere accese e blocco degli sbarchi clandestini. Volere è potere».

La Presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni (donna, madre, italiana, cristiana), sostiene che «non si può rimanere in silenzio davanti a questo atroce episodio di violenza sessuale ai danni di una donna ucraina compiuto di giorno a Piacenza da un richiedente asilo». Invia un abbraccio virtuale alla vittima, ma non le chiede il consenso prima di pubblicare il video dello stupro. In quelle ore, Meloni era impegnata a definire come devianza il tabagismo, l’alcolismo, l’anoressia e l’obesità. A tal proposito, per chiarezza e completezza dell’informazione, comunico di essere, purtroppo, un accanito fumatore di tabacco. Al momento l’Organizzazione Mondiale della Sanità non ritiene io sia un deviato. Di diverso avviso, come scritto, è la probabile futura Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana.

La posizione dell’Ordine dei Giornalisti sulla pubblicazione del video dello stupro

Come scritto, diversi quotidiani hanno pubblicato in rete il video dello stupro. Sul proprio sito web, l’Ordine dei Giornalisti ha pubblicato il seguente comunicato:

«Le Cpo CNOG, Cpo FNSI, Cpo USIGRAI e Giulia giornaliste condannano chi usa il corpo delle donne solo per raccogliere visualizzazioni .  Un Osservatorio sui social e sui media, che le Cpo di Fnsi, Usigrai, Cnog e Giulia sollecitano da tempo ai Ministeri e alle istituzioni competenti, permetterebbe non solo di segnalare una comunicazione violenta, contraria ai principi del Manifesto di Venezia e dell’articolo 5bis del Testo unico deontologico, ma anche di spiegare come si utilizzano parole e immagini, per una piena affermazione dei diritti delle donne e per una narrazione corretta della violenza. Non come accaduto per l’ennesima volta in queste ore, aggiungendo violenza a violenza feroce, usata con il solo scopo di attrarre pubblico, ottenere click e indirizzare il consenso».

L’articolo 5bis del testo unico deontologico recita:

«Nei casi di femminicidio, violenza, molestie, discriminazioni e fatti di cronaca, che coinvolgono aspetti legati all’orientamento e all’identità sessuale, il giornalista:

a) presta attenzione a evitare stereotipi di genere, espressioni e immagini lesive della dignità della persona;
b) si attiene a un linguaggio rispettoso, corretto e consapevole. Si attiene all’essenzialità della notizia e alla continenza. Presta attenzione a non alimentare la spettacolarizzazione della violenza. Non usa espressioni, termini e immagini che sminuiscano la gravità del fatto commesso;
c) assicura, valutato l’interesse pubblico alla notizia, una narrazione rispettosa anche dei familiari delle persone coinvolte.
».

Haiti: migliaia di bambini rischiano di morire per malnutrizione

Secondo quanto comunicato dall’UNICEF, un bambino su 20 che vive a Cité Soleil, ad Haiti, rischia di morire per malnutrizione acuta grave. Nelle ultime settimane, la situazione umanitaria è peggiorata a causa di una recrudescenza della violenza tra bande. L’insicurezza alimentare causata dall’inflazione e dalle preesistenti difficoltà socioeconomiche hanno portato all’aumento dei casi di malnutrizione. L’UNICEF e il Ministero della Salute hanno già predisposto alimenti terapeutici pronti all’uso e medicinali di base. Finora 9.506 bambini sono stati visitati per malnutrizione acuta. Tra di loro, 1.918 hanno ricevuto cure salvavita.

Dall’8 luglio è scoppiata una nuova ondata di violenza a Cité Soleil, un comune di 250.000 abitanti. Secondo le Nazioni Unite, tra l’8 e il 17 luglio 2022 oltre 471 persone sono state uccise, ferite o risultano disperse. Circa 3.000 persone sono fuggite dalle loro case. A Cité Soleil solo il 4% della popolazione ricorre a centri sanitari pubblici. Il 64% fa affidamento a ONG come Medici senza Frontiere.

Dal 20 luglio, l’UNICEF ha distribuito circa 1 milione di litri di acqua potabile, aiutando così 15.000 persone ogni giorno. L’organizzazione ha distribuito 500 kit igienici a 2.500 persone e ha impiegato 2 cliniche mobili. Fuori da Cité Soleil, l’UNICEF ha fornito 100 materassi e quasi 2.650 litri di acqua potabile alle famiglie sfollate, ha assistito 800 bambini con attività di sostegno psicosociale e ha fornito a 180 bambini cure mediche.

«Far cessare le violenze per soccorrere i bambini di Haiti»

«Non possiamo restare inerti a guardare i bambini che soffrono di malnutrizione e delle sue complicazioni», ha dichiarato Bruno Maes, rappresentante dell’UNICEF ad Haiti. «Migliaia di bambini rischiano di morire e la maggior parte delle cliniche sono chiuse, impedendo loro di ricevere un’adeguata assistenza sanitaria e nutrizionale. La violenza deve cessare a Cité Soleil affinché i bambini malnutriti possano ricevere l’assistenza medica di cui hanno bisogno per sopravvivere e crescere. Migliaia di famiglie e i loro bambini che sono a Cité Soleil hanno urgente bisogno nutrizionale e sanitario dato che genitori e persone che se ne prendono cura non possono più andare a lavorare. Le famiglie fuggite dalle proprie case hanno lasciato tutti i loro averi e i bambini non hanno accesso ai loro diritti di base come salute, nutrizione e istruzione».

Dario Stefàno lascia il Partito Democratico

Il Senatore Dario Stefàno ha lasciato il Partito Democratico. Lo ha comunicato egli stesso con un messaggio pubblicato sulla propria pagina Facebook. Dario Stefàno, docente presso l’Università del Salento, è stato capogruppo di maggioranza nel Consiglio regionale della Puglia, presidente della Commissione permanente Sviluppo Economico in Regione e Assessore regionale alle Risorse Agroalimentari. Nel 2013 è stato eletto Senatore della Repubblica, diventando successivamente Presidente della Giunta per le Elezioni, le Autorizzazioni e le Immunità. Cinque anni più tardi, è stato rieletto senatore in seguito alla sua candidatura con il Partito Democratico nel collegio plurinominale Puglia 02. Vice capogruppo del Partito Democratico fino al 2020, ha assunto a luglio dello stesso anno la Presidenza della Commissione Politiche dell’Unione Europea.

Queste le parole con le quali Dario Stefàno ha motivato la propria scelta: «Ho deciso di non candidarmi con questo Partito Democratico alle prossime elezioni parlamentari e di consegnare al segretario Letta la tessera. Lo stesso segretario che, solo qualche mese fa, mi ha chiesto di rimuovere la mia auto sospensione dal PD, pur avendo condiviso appieno le ragioni che avevano portato a quella scelta.

La mia è una decisione sofferta, determinata da una serie di errori di valutazione che il Pd sta continuando a inanellare. Errori, sia tattici, sia di strategia politica, che rischiano di compromettere i risultati di un intenso lavoro svolto per tutta la legislatura senza soste, e mirato ad arginare, in primis, gli effetti della crisi pandemica ed economica, ma anche una deriva populista e antieuropeista pericolosa per l’Italia e per le prossime generazioni.

Questi errori, ormai sedimentati, stanno generando un distacco fatale da quell’anima riformista, progressista e plurale di cui il Pd e l’Italia, tutta, hanno impellente necessità. Il segretario del PD a Roma e qualcun altro in Puglia, scientemente, perseguono l’obiettivo di sacrificare proprio quest’anima del partito, pure così importante. Peraltro, è lo stesso partito che nel giro di poche ore fa, ha sacrificato l’agenda Draghi per un indistinto programma generalista.

In un momento in cui è più che mai necessario dimostrare coraggio e avere chiarezza per affrontare e arginare sovranismi e populismi, nella mia regione, la Puglia, il Pd sta invece instaurando un sodalizio con un civismo opaco e di convenienza, in una pura logica di “scambio di voti”, negoziando postazioni istituzionali e luoghi di potere, con cui personalmente non ho ragione di condividere nulla. Men che meno mortificare principi e convincimenti a cui sono stato educato e su cui ho ispirato e costruito la mia vita, privata e pubblica.

Ringrazio Lorenzo, Luca, Alessandro, Andrea e Simona e tutte le colleghe e i colleghi per il bel pezzo di strada fatto insieme: è stata una bella esperienza, che non posso proseguire oltre, se questo mi costringe a rinnegare i miei valori. Per queste ragioni, non vedrete scritto il mio nome sulle schede elettorali sopra o accanto al simbolo del Partito Democratico».

Flat tax, Quota 41 e formazione: intervista ad Armando Siri

Pubblichiamo un estratto dell’intervista realizzata da Vincenzo Greco al Senatore leghista Armando Siri nell’ambito della rassegna Piazza Parlamento, in vista delle elezioni politiche del 25 settembre prossimo.

Originario di Genova, Armando Siri è giornalista pubblicista. Armando Siri è autore della proposta di legge per l’introduzione della flat tax al 15% e della proposta per l’introduzione del servizio civile obbligatorio e retribuito per i maggiorenni. Armando Siri ha lavorato al progetto di flat tax con l’accademico Alvin Rabushka. Nel 2015 diventa responsabile economico di Noi con Salvini e nel 2018 è eletto al Senato della Repubblica. Armando Siri è stato Sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel Governo Conte I.

Lei è uno dei massimi esperti della “flat tax”. Il partito di cui fa parte ha proposto un ampliamento della misura attualmente in vigore. In cosa consiste la vostra proposta e per quali motivi la ritiene valida?

La proposta si sostanzia nell’estendere questo privilegio fiscale (l’aliquota unica al 15%, ndr), oggi indirizzato unicamente alle partite iva fino a 65mila euro, fino a 100mila euro in un primo momento e, successivamente, a tutti i dipendenti e ai pensionati. Abbassare le imposte significa lasciare più soldi nelle tasche dei cittadini, quindi significa aumentare i consumi e, di conseguenza, la produzione e l’occupazione. Se vogliamo che il paese ritorni a crescere, se desideriamo un futuro prospero, dobbiamo necessariamente puntare sul lavoro. Oggi si parla molto di assistenza, ma se tutti sono assistiti e sono sempre meno quelli che lavorano e che pagano ci ritroveremo un’assistenza tra assistiti. Questa cosa non può sussistere.

Una delle vostre proposte è quella di “Quota 41”: la possibilità di andare in pensione dopo 41 anni di lavoro. Quali sono i punti di forza di questo progetto e cosa risponde a coloro che sostengono che si tratta di una misura a tutela degli anziani, a discapito dei giovani?

In realtà è l’esatto contrario. In Italia abbiamo un problema che si chiama lavoro: dobbiamo decidere se vogliamo che i giovani abbiano la possibilità di avere un lavoro che li soddisfi, che li gratifichi, che sia coerente con le loro aspirazioni e che sia ben pagato. Questo può avvenire soltanto se ripartono i consumi e la produzione, quindi solo se le famiglie hanno una maggiore disponibilità. Se le famiglie hanno preoccupazione per il futuro, è chiaro che si spende meno. Ci sono famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese. Dobbiamo iniettare linfa nel sistema produttivo del Paese se vogliamo che i giovani abbiano una prospettiva. Se vogliamo che i giovani restino in attesa dell’elemosina di Stato, non facciamo il loro bene.

Ieri un giovane dipendente poteva contrarre un mutuo, pensare a costruire una famiglia, progettare un minimo di benessere per sé e per i suoi cari. Oggi non è così. Con il Reddito di cittadinanza, con l’assistenza, con i sussidi, non vai lontano. Più ti metti nelle condizioni di essere uno schiavo dello Stato, minore è la tua libertà critica. Con Quota 41 noi sosteniamo che un individuo con quarantuno anni di contribuzione abbia il diritto di andare in pensione. Se va in pensione a 63 anni, non potrà recuperare i contributi versati. Questo è un problema anche dal punto di vista finanziario. Con Quota 41, una persona avrà la possibilità di stare in pensione mediamente per vent’anni, recuperando così la metà di ciò che ha versato.

Inoltre, in questo modo si libera spazio per i giovani nel mondo del lavoro. Tuttavia, dobbiamo prenderci la responsabilità di formare i giovani. Tutti vogliono andare all’università, a volte si fa fatica a comprendere il significato dei nomi di alcune facoltà. Alcuni desiderano abolire le scuole professionali. La Lega pensa l’esatto contrario: gli istituti professionali servono. È necessario che ci siano dei giovani che a 19 anni abbiano la possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro. Per un giovane è più facile acquisire esperienza: è una spugna.

Lei ha elaborato il testo di legge che propone l’introduzione del servizio civile obbligatorio per tutti i giovani maggiorenni. Intende riproporre la misura?

Credo che avere dei giovani che danno il proprio contributo alla società sia un grande vantaggio. Noi abbiamo otto milioni di volontari, molta dell’opera sociale è da attribuirsi al volontariato, poiché lo Stato non riesce ad arrivare ovunque. Credo che sia immorale che ci sia, per esempio, un’anziana invalida che percepisce una pensione di 250 – 300 euro e che non ha i soldi per poter comprare qualcosa che la aiuti a migliorare la propria condizione e che ci siano dei giovani a ciondolare a 850 euro al mese. Bisogna sostenere chi vuole inserirsi nel mondo del lavoro.

Andrebbe reintrodotta la legge 407 del ’90, abolita poi da Renzi, che creava una decontribuzione per chi assumeva disoccupati di lungo periodo. Al Sud la decontribuzione era dell’80%. Introdurre un sistema di servizio civile penso che sia altamente formativo. Per i giovani è una bella esperienza, anche di emancipazione. Penso sia un gesto di civiltà apprezzato.

Tema immigrazione: cosa occorre fare per ottenere un giusto equilibrio tra solidarietà e sicurezza?

Il continente africano in Italia non ci sta. Non possiamo risolvere il problema della difficoltà dei Paesi in via di sviluppo facendo venire qui le persone senza garantire loro un futuro. Noi non siamo in grado di offrire loro un futuro. Altra cosa sono le quote: possiamo stabilire delle quote richieste dal mercato, ma non si può continuare a sostenere il traffico di esseri umani, con la gente che muore in mare, con speculatori, criminali e terroristi che ci mangiano sopra. Facciamo dei progetti di sviluppo e di aiuto nei loro territori, anche perché è ingiusto sradicare le persone dalla propria realtà, dalla propria cultura e dalla propria famiglia. Ciò che viene raccontato da certa Sinistra e da certa stampa di partito è solo pretestuoso.

Occorre essere equilibrati, occorre essere di cuore. Noi siamo un popolo di cuore, ma ci vuole serietà. Aiutiamo queste persone con dei progetti concreti nei loro paesi ed evitiamo, dove possibile, che ci siano guerre. Certo, se uno scappa dalla guerra deve essere sostenuto e aiutato ma non riusciamo ad assorbire i migranti economici.

Come valuta la proposta di Enrico Letta denominata “dote ai diciottenni”, che consiste nel donare 10mila euro a ogni 18enne ed è finanziata da un aumento delle imposte sulle successioni superiori ai 5 milioni di euro?

Montanelli diceva che la sinistra vuole talmente tanto bene ai poveri che ad ogni campagna elettorale vuole che aumentino. È l’atteggiamento di cercare di comprarsi la benevolenza degli elettori dando qualche sussidio, qualche mancetta. È un atteggiamento irrispettoso. Le risorse devono essere convogliate per sostenere il lavoro, l’indipendenza e la libertà, l’affermazione del talento e della creatività dei giovani che si possono manifestare solo nel lavoro. Il nostro è un Paese sempre più povero. In Italia solo tremila persone su sessanta milioni dichiarano più di un milione di euro. I ricchi sono stati fatti scappare, sono andati all’estero, hanno delocalizzato. Come fai a stare in un paese che ti rapina del frutto del tuo lavoro e dei tuoi sacrifici? Io sono per un Paese di ricchi sempre più ricchi e non di poveri sempre più poveri. Dare mancette ai giovani è inutile e soprattutto diseducativo.

Quali sono le principali proposte della Lega nell’ambito della scuola e dell’università?

Abolire il numero chiuso e adottare il sistema francese. Uno studente deve avere la possibilità di iscriversi al primo anno di un corso universitario e, a conclusione dello stesso, se egli avrà rispettato alcuni obiettivi potrà continuare il proprio percorso. Grazie anche alla Lega e alla Lega giovani si è data la possibilità agli studenti di potere frequentare anche due corsi di laurea contemporaneamente. Questo è un grande passo avanti verso un’apertura generale della formazione scolastica e universitaria.

La scuola deve rimettere al centro lo studente inteso come colui il quale deve essere educato. Educare, da e -ducere, vuol dire tirare fuori il meglio che una persona ha dentro. Non si può essere solo teorici e mnemonici. Bisogna investire nella formazione professionale, nella formazione tecnica, agevolare la creatività, l’artigianato. Perché un parrucchiere deve essere considerato inferiore ad un avvocato? Una persona che svolge il lavoro che ama non avrà problemi ad ottenere risultati economici importanti. Si impara facendo.

Lei sarebbe favorevole a consentire il voto “fuorisede” in alcune circostanze?

Assolutamente sì. Il diritto di voto è sacrosanto.

Clicca qui per visualizzare il video dell’intervista al senatore Armando Siri.

Mission: Impossible – Raccolta firme

È il giorno della consegna dei simboli elettorali presso l’ufficio elettorale del Viminale. Ma sono anche gli ultimi giorni disponibili per raccogliere le firme necessarie a presentarsi alle elezioni politiche 2022. Quest’obbligo non riguarda tutti i partiti, poiché la gran parte è esentata.

L’esenzione

Per essere liberi dal vincolo di raccogliere 750 firme per ogni collegio elettorale, nel pieno di agosto, c’è bisogno di soddisfare le seguenti condizioni:

  • Il nome del partito deve essere presente nel nome di un gruppo parlamentare creato entro fine 2021. Questo salva i principali partiti italiani: Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Italia Viva, Coraggio Italia, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle. Nelle scorse settimane, alcuni gruppi hanno modificato il proprio nome aggiungendo quello di altri partiti, come L’Italia c’è per il gruppo di Italia Viva, oppure Articolo Uno e Sinistra Italiana per il gruppo di LeU. Ciò ha permesso la presentazione della lista comune tra Sinistra Italiana ed Europa Verde (i Verdi infatti non godevano di alcuna esenzione).
  • Il partito, se non ha un gruppo parlamentare, deve essersi presentato alle elezioni del 2018 prendendo almeno l’1%, contribuendo al risultato della coalizione (il Rosatellum prevede che i voti dati a liste che prendono <1% vengano persi. Questa opzione salva +Europa e Noi con l’Italia).

Chi è stato soccorso

Tra coloro a cui è stato prestato un simbolo esente per poter avere la possibilità di non raccogliere le firme in così poco tempo ci sono Impegno Civico di Luigi Di Maio, grazie al simbolo di Centro Democratico di Tabacci; ma anche Noi di Centro di Mastella, grazie al simbolo di Europeisti di Fantetti. Nel centrodestra c’è invece Italia al Centro di Toti, salva grazie alla lista in comune con gli altri partitini della coalizione: UDC, Coraggio Italia e Noi con l’Italia.

Il caso Azione

Azione inizialmente era salva grazie al simbolo di +Europa, poiché i due partiti erano alleati da quasi un anno e si sarebbero presentati con una lista unica. Poi però è avvenuta la rottura tra i due, in seguito alla scelta di Calenda di cambiare idea sull’accordo stipulato con il PD. È nato così un caso sulla raccolta firme per Azione, ma si è scoperto che il partito godeva già dell’esenzione, in quanto ha eletto un europarlamentare (Calenda stesso) nelle scorse elezioni europee. Inizialmente non si era certi di questo tecnicismo, ma poi è arrivata la conferma da Bruxelles, che l’ha comunicata al Viminale. Alla fine, Azione ha deciso di creare un terzo polo di centro con Italia Viva.

Unione Popolare

A rimanere fuori ci sono partiti che hanno una componente parlamentare, ma che non rispettano le condizioni descritte sopra, come Potere al Popolo-RPC, Alternativa, Italexit, Partito Comunista. Tutti partiti in opposizione al governo Draghi, tutti partiti antisistema. Molti di loro hanno così deciso di federarsi in liste elettorali comuni, come nel caso di Unione Popolare.

Unione Popolare nasce dall’idea di mettere insieme tutti i partiti di sinistra radicale, come già avvenuto in Francia per le ultime elezioni. La lista federa Potere al Popolo, Rifondazione del partito comunista, DemA di De Magistris e la componente parlamentare ManifestA. Capo politico è Luigi De Magistris.

I partiti NO VAX

Tra gli esclusi, condannati alla raccolta firme, ci sono poi tutti i partitini del mondo No Green Pass. Inizialmente si è cercato di creare una lista unica, ma Gianluigi Paragone, forte del suo 3% nei sondaggi, ha preferito personalizzare la competizione elettorale non rinunciando al simbolo di Italexit. Aveva accolto nel logo la pulce di Alternativa, ma l’accordo è naufragato perché gli ex 5s non accettavano la candidatura di alcune persone provenienti da Casapound, movimento (non più partito) di ispirazione neofascista. Quindi Alternativa non parteciperà alle elezioni politiche.

Gli altri partiti no vax si erano già riuniti in occasione delle scorse elezioni amministrative a Genova sotto il nome “Uniti per la Costituzione”, con la candidatura del senatore Mattia Crucioli. Non è stato possibile riutilizzare questo nome poiché Crucioli, che ne detiene i diritti legali, non ne ha concesso l’uso. Infatti, quella lista era sostenuta anche da Italexit, che invece andrà da sola. Così è stato scelto il nome Italia Sovrana e Popolare. I partiti rossobruni federati in questo cartello includono il Partito Comunista di Marco Rizzo, Ancora Italia, Riconquistare Italia, Azione Civile di Antonio Ingroia ed esponenti del comitato No Draghi.

Quelli che hanno cercato in tutti i modi di convincere gli altri partiti antisistema a fare una lista unica per facilitare la raccolta firme sono certamente stati Mario Adinolfi e Simone Di Stefano. Anche loro si presenteranno con una lista, Alternativa per l’Italia, che federa il partito ultracattolico Popolo della Famiglia ed Exit, il partito dell’ex segretario di Casapound. Il nome della lista è ispirato al partito di estrema destra tedesco Alternative für Deutschland.

Guida alla legge elettorale “Rosatellum”

Domenica 25 settembre 2022 gli elettori italiani saranno chiamati ad eleggere 400 deputati e 200 senatori. Quello della XIX legislatura sarà il primo parlamento eletto dopo le modifiche introdotte dal referendum sul taglio del numero dei parlamentari promosso principalmente dal Movimento 5 stelle. La Camera dei Deputati passerà da 630 a 400 membri, il Senato della Repubblica da 315 a 200. Inoltre, la legge costituzionale del 18 ottobre 2021 ha soppresso il preesistente limite minimo dei 25 anni di età per esercitare il diritto di elettorato attivo per il Senato. L’attuale legge elettorale è la numero 165 del 3 novembre 2017. È denominata Rosatellum dal nome di Ettore Rosato, relatore del provvedimento. Al momento dell’approvazione, Rosato era il capogruppo del Partito democratico alla Camera. Il deputato ha poi aderito ad Italia Viva di Matteo Renzi.

La ripartizione dei seggi

Il Rosatellum prevede un sistema elettorale misto, proporzionale e maggioritario. Il 61% dei parlamentari sarà eletto con il sistema proporzionale, rispettando i risultati percentuali ottenuti alle elezioni senza alcun premio di maggioranza; il 37% sarà eletto con il sistema maggioritario, attraverso dei collegi uninominali; il 2% sarà riservato al voto delle circoscrizioni estero.

Alla Camera, i collegi uninominali sono 148. Ogni partito può presentare un solo candidato. I partiti in coalizione possono presentare un solo candidato condiviso. È eletta la persona che ottiene almeno un voto in più degli altri candidati. I restanti 244 seggi sono ripartiti utilizzando il metodo proporzionale. Il territorio italiano è suddiviso in collegi plurinominali. Ogni partito o coalizione presenta una lista di candidati e riceve un numero di seggi in proporzione al numero di voti ottenuti. Gli elettori non possono indicare preferenze, i listini sono bloccati. Ogni listino può essere formato da un minimo di due fino a un massimo di quattro nomi. Nessun sesso può superare il 60% dei candidati. Otto sono i seggi riservati alle circoscrizioni estero. Al Senato, sono 74 i collegi uninominali, 122 quelli del proporzionale e 4 quelli riservati all’estero.

Secondo quanto prescritto dal Rosatellum, non si può esercitare il voto disgiunto, scegliendo un candidato al collegio uninominale e un partito che non lo sostiene. La preferenza espressa solo ad un partito va direttamente al candidato nel collegio uninominale. I voti espressi solo al candidato al collegio uninominale sono ripartiti, in maniera proporzionale, tra i vari partiti che lo sostengono.

La soglia di sbarramento

I partiti ottengono dei seggi solo se superano la soglia di sbarramento, fissata al 3% dei voti su base nazionale. Per potere eleggere un rappresentante, le coalizioni devono invece raggiungere la soglia del 10%. All’interno delle coalizioni, le liste che non raggiungono l’1% dei voti non sono conteggiate nel computo totale. Una lista posizionata tra l’1% e il 3% non elegge parlamentari ma i propri voti sono ripartiti in maniera proporzionale tra le liste della coalizione che hanno superato la soglia di sbarramento.

Secondo alcune analisi, un partito o una coalizione per vincere le elezioni deve ottenere almeno il 40% nella parte proporzionale e vincere il 60% dei collegi uninominali.

Il voto degli italiani all’estero

Sono 4.871.731 gli elettori italiani residenti all’estero. Alle elezioni politiche del 2022 potranno votare i cittadini italiani che si sono iscritti all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) entro il 31 dicembre 2021. L’AIRE comunicherà l’elenco dei votanti al Consolato di riferimento che invierà all’elettore il plico contenente la scheda elettorale.

Piazza Parlamento: intervista ad Armando Siri

In vista delle elezioni politiche del 25 settembre Like Quotidiano, in collaborazione con Associazione Valentia, presenta la seconda edizione di Piazza Parlamento, un ciclo di incontri con illustri esponenti politici che ci aiuteranno a comprendere i programmi elettorali delle diverse forze politiche candidate. Il primo appuntamento è fissato per giovedì 11 agosto 2022, alle ore 19:30. Vincenzo Greco dialogherà con il Senatore Armando Siri della Lega.

Originario di Genova, Armando Siri è giornalista pubblicista. Siri è autore della proposta di legge per l’introduzione della flat tax al 15% e della proposta per l’introduzione del servizio civile obbligatorio e retribuito per i maggiorenni. Armando Siri ha lavorato al progetto di flat tax con l’accademico Alvin Rabushka. Nel 2015 diventa responsabile economico di Noi con Salvini e nel 2018 è eletto al Senato della Repubblica. È stato Sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel Governo Conte I.

L’intervista al Senatore sarà trasmessa sulla pagina Facebook di Like Quotidiano e sui canali Facebook e YouTube di Associazione Valentia.

Valentia in festa fa tappa a Villa San Giovanni e a Tiriolo

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Dopo il grande successo della tappa di Vibo Valentia, Valentia in festa arriva a Villa San Giovanni, il 29 luglio, e a Tirolo, il 31 luglio. Come ha rivelato la tre giorni inaugurale, anche quest’anno il festival si conferma essere il più importante della Calabria. L’elemento centrale della manifestazione è la cultura letteraria. La manifestazione organizzata da Associazione Valentia ha ottenuto l’Alto Patrocinio del Parlamento europeo.

Valentia in festa a Villa San Giovanni

A Villa San Giovanni saranno presenti Pierdante Piccioni, alle ore 18:30 e Cherif Karamoko, alle ore 19:15. Gli incontri si svolgeranno in Piazza municipio a Cannitello, frazione di Villa San Giovanni.

Pierdante Piccioni

Pierdante Piccioni dialogherà con Daria Arena. Piccioni è un medico e professore italiano noto come il “Dottor Amnesia” per aver perso la memoria a causa di un incidente. La sua storia ha ispirato la trama di Doc – Nelle tue mani, la fiction con Luca Argentero andata in onda su Rai 1. Il dottore è nato il 30 agosto 1959 in provincia di Cremona. Si è laureato in Medicina ed è diventato primario del pronto soccorso dell’Ospedale Maggiore di Lodi e di quello di Codogno. È anche professore presso l’Università degli Studi di Pavia e consulente del Ministero della salute. Il 31 maggio 2013, Pierdante Piccioni ha avuto un grave incidente sulla tangenziale di Pavia. Al momento del risveglio, dopo il coma, non ricordava più nulla a partire dall’ottavo compleanno del figlio. La data dell’ultimo ricordo era il 25 ottobre 2001.

L’ultima immagine impressa nella sua mente era quella del figlio Tommaso che usciva da scuola. Il medico ha cercato di ricostruire la sua storia grazie alle foto e ai racconti della moglie e degli amici. Lo stesso sforzo è stato fatto sul lavoro. Piccioni ha ripreso in mano gli studi e, nel corso del tempo, ha cominciato a ricostruisce tutti i suoi rapporti.

Cherif Karamoko

Cherif Karamoko dialogherà con Ruggero Marra, assessore alle politiche giovanili del comune di Villa San Giovanni. Karamoko è nato nel 2000 in Guinea Conakry, nell’Africa Occidentale. Fin da piccolo ha avuto la grande passione del calcio. I continui scontri interetnici, la povertà e la perdita di entrambi i genitori hanno spinto Cherif a guardare oltre i confini del suo Paese. Nel 2016, ricevette da suo fratello la somma di denaro necessaria per raggiungerlo in Libia. Il viaggio durò oltre un anno. La rotta per raggiungere la Libia fu molto pericolosa, a causa della presenza di vari gruppi armati. Una volta in Libia, Cherif venne rinchiuso in prigione per due mesi.

Subì pestaggi e torture, all’età di 16 anni. Una volta uscito di prigione, finalmente riabbracciò il fratello e assieme si spostarono a Tripoli dove restarono qualche mese. Poi, sempre con il fratello, Cherif s’imbarcò per l’Italia. All’arrivo in Calabria, però, è solo. Suo fratello non ce l’ha fatta. Poi la svolta: all’età di 19 anni, esordisce nella Serie B del campionato di calcio italiano.

Valentia in festa a Tiriolo

A Tiriolo, il 31 luglio, gli ospiti di Valentia in festa saranno Antonio Bartuccio alle ore 17:45, Luca Palamara alle ore 18:30 e Marco Marfella, il Menestrelloh, alle ore 19:15. Gli incontri si svolgeranno presso la Casa della cultura. Alle 17:30 ci saranno i saluti istituzionali di Domenico Greco, sindaco di Tirolo e di Felipe Viapiana, di Associazione Valentia.

Antonino Bartuccio

Antonino Bartuccio dialogherà con Maria Grazia Squillaci, consulente del lavoro e con Giuseppe Buscema, Presidente del Consiglio provinciale dei consulenti del lavoro di Catanzaro. Il dialogo sarà moderato da Raffaele Quaranta, membro della Giunta nazionale ANGCDL.

Antonino Bartuccio vive sotto scorta da anni. L’ex sindaco di Rizziconi ha denunciato e fatto arrestare, nel giugno 2014, gli esponenti della famiglia Crea che, come emerso dall’operazione Deus, hanno per anni deciso chi doveva svolgere il ruolo di amministratore comunale. Nel 2010 è riuscito a essere eletto perché la lista avversaria non venne ammessa alla competizione elettorale. Dopo poco tempo, la sua giunta fu fatta cadere. Dopo la denuncia e gli arresti, fu costretto a spostarsi con la scorta, come la sua famiglia. Non è una vita facile quella che oggi Nino Bartuccio, sua moglie, i due figli adolescenti, i suoi genitori stanno attraversando ma lui è sempre più convinto di aver fatto la scelta giusta.

Tanti piccoli segnali si muovono nella Piana di Gioia Tauro, alcuni positivi altri meno. Tra i positivi c’è l’esempio della donna che la mattina presto ha portato caffè, cornetti e cappuccino ai poliziotti che erano rimasti tutta la notte sotto la casa di Bartuccio, ringraziandoli per il loro lavoro. Oppure quello della signora che si è recata per tre volte allo studio dell’ex sindaco rimanendo contenta e soddisfatta solo nel momento in cui è riuscita a stringergli la mano.

Luca Palamara ospite di Valentia in festa

Luca Palamara dialogherà con Mimmo Famularo, direttore di Calabria 7. Di origini calabresi, Palamara nasce a Roma nel 1969, si laurea con lode in Giurisprudenza all’Università La Sapienza nel 1991. Dopo 7 anni vince il concorso in magistratura. La sua carriera come magistrato inizia nella Procura della Repubblica di Reggio Calabria e prosegue nella Procura di Roma. Nel 2018, a soli 39 anni, viene eletto presidente dell’Associazione nazionale magistrati, guadagnando il record di presidente più giovane nella storia dell’Associazione.

Dal 2014 è un componente del Consiglio superiore della magistratura, di cui è anche stato consigliere. Quello del magistrato Palamara è un nome ormai noto a tutti causa dello scandalo tra i massimi esponenti della magistratura italiana. Scandalo che ha creato non poco imbarazzo all’interno del Consiglio superiore della magistratura.

Il Menestrelloh, Marco Marfella

Il Menestrelloh è il nome d’arte di Marco Marfella, originario di Napoli. Nato il 6 luglio 1993, sotto il segno del Cancro, è diventato una webstar grazie alla sua grande passione per il mondo del gossip. È uno dei volti di punta tra i blogger e influencer italiani, ma non ama le definizioni restrittive. Grazie al suo talento, è riuscito a farsi notare e ha avviato una importante collaborazione con 361 Magazine, per cui ha rivestito il ruolo di inviato anche a Sanremo. Il Menestrelloh è anche opinionista di Casa Signorini, format web di Alfonso Signorini. Dialogherà con Rocco Viapiana.