martedì, Maggio 13, 2025
Home Blog Page 60

«La morte è più misericordiosa»: storia di una famiglia rifugiata in Libano

«A volte sembra che tutto ciò non sia reale. Pensi, “come abbiamo fatto a finire così, in una tenda?”. In estate, sembra una fornace. In inverno si gela. Mia figlia ha sbattuto e si è bruciata la fronte sulla stufa, e non ho potuto farla curare. Un topo mi ha morso la mano e non ho potuto prendere niente per la ferita. Non ho assolutamente nulla. La morte è più misericordiosa». Queste sono le parole di Mohammad, un uomo di 34 anni che vive in un campo a Tripoli, nel nord del Libano.

Mohammad e sua moglie Asmaa sono fuggiti dal conflitto nel governatorato siriano di Hama nel 2013, quando la loro figlia maggiore Arkan era solo una bambina. Ora ha 10 anni e quattro fratelli più piccoli, e tutto ciò che ha sempre conosciuto è la vita in un insediamento informale. La storia di Mohammad è stata pubblicata dall’UNHCR. La sua famiglia vive senza legna e, durante l’inverno appena trascorso, ha dovuto bruciare scarpe e sacchetti di plastica per riscaldarsi. Mohammad e Asmaa non possono lavorare. L’uomo soffre di lesioni causate da sforzi ripetitivi alle braccia. Asmaa lavorava nei campi per mantenere la famiglia ma ora, incinta di nove mesi, non può più farlo. Arkan, la loro figlia di 10 anni, è diventata la principale fonte di sostentamento della famiglia. Ogni giorno, dalle 6 del mattino, vende fazzoletti sul ciglio della strada. Guadagna mediamente 1-2 dollari al giorno.

«Vengo spesso presa in giro mentre vendo i fazzoletti, e alcuni bambini mi tirano anche i capelli – racconta la ragazza all’UNHCR – ma devo aiutare mio padre. Mi piacerebbe diventare un’insegnante quando sarò grande». Quando il lavoro e le lezioni sono finalmente finite, Arkan esce a giocare con i suoi fratelli e gli altri bambini dell’insediamento. Rincorrono una palla tra le tende e, per un breve momento, Arkan può dimenticare la responsabilità che porta per la sua famiglia ed essere di nuovo una bambina, sognando un futuro migliore e più sicuro.

La valuta libanese è sempre più debole. Questo e l’aumento dei prezzi causato dalla guerra in Ucraina ha costretto molti rifugiati a saltare i pasti o a mandare i propri figli a lavorare. In Turchia, Libano, Giordania, Iraq ed Egitto vivono 5,7 milioni di rifugiati siriani. La guerra in Siria è in corso da ben 11 anni.

Mattarella: Giovanni Falcone ha coltivato il coraggio contro la viltà

Nel 30° anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato a Palermo. Il Presidente è intervenuto all’iniziativa promossa dalla Fondazione Giovanni e Maria Falcone. Riportiamo il testo integrale del suo intervento.

«Sono trascorsi trent’anni da quel terribile 23 maggio quando la vita della nostra Repubblica sembrò fermarsi come annientata dal dolore, dalla paura. Il silenzio assordante dopo l’inaudito boato rappresenta in maniera efficace il disorientamento che provò il Paese di fronte a quell’agguato senza precedenti. Nell’agguato persero la vita Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani.

Del tutto al contrario di quanto avevano immaginato gli autori del vile attentato, allo smarrimento iniziale seguì l’immediata reazione delle Istituzioni democratiche. Il dolore e lo sgomento di quei giorni divennero la drammatica occasione per reagire al violento attacco sferrato dalla mafia; a quella ferocia la nostra democrazia si oppose con la forza degli strumenti dello Stato di diritto. Altrettanto significativa fu la risposta della società civile, che rifiutò di subire quella umiliazione e incoraggiò il lavoro degli investigatori contribuendo alla stagione del rinnovamento».

«L’impegno contro la criminalità non consente pause né distrazioni»

«Poc’anzi notavamo con il Presidente della Camera, che neanche questo la mafia aveva previsto. Come non aveva preventivato il movimento culturale che, a partire da quei giorni, ha animato il Paese. Ha trasformato questa dolorosa ricorrenza in un’occasione di crescita continua per promuovere nuove forme di cittadinanza attiva. Per questo vorrei ringraziare, in particolare, Maria Falcone, che – con la Fondazione che presiede – si adopera affinché la memoria di Giovanni Falcone e del suo sacrificio non sollecitino soltanto un ricordo ma contribuiscano ad alimentare l’impegno per l’affermazione dello Stato di diritto anzitutto nella società civile.

Nel 1992 Giovanni Falcone e Paolo Borsellino vennero colpiti perché, con professionalità e determinazione, avevano inferto colpi durissimi alla mafia, con prospettive di ulteriori seguiti di grande efficacia, attraverso una rigorosa strategia investigativa capace di portarne allo scoperto l’organizzazione. La mafia li temeva per questo: perché capaci di dimostrare che non era imbattibile e che lo Stato era in grado di sconfiggerla attraverso la forza del diritto. Onorare oggi la memoria di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino vuol dire rinnovare quell’impegno, riproponendone il coraggio e la determinazione. L’impegno contro la criminalità non consente pause né distrazioni».

La “visione” di Giovanni Falcone

«Giovanni Falcone diceva che “l’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza“. Agiva non in spregio del pericolo – come poc’anzi ha detto Maria Falcone – o alla ricerca di ostentate forme di eroismo bensì nella consapevolezza che l’unico percorso possibile fosse quello che offre il tenace perseguimento della legalità, attraverso cui si realizza il riscatto morale della società civile. La fermezza del suo operato nasceva dalla radicata convinzione che non vi fossero alternative al rispetto della legge. A qualunque costo, anche a quello della vita. Con la consapevolezza che in gioco fosse la dignità dei compiti rivestiti, delle funzioni attribuite e la propria personale dignità.

Coltivava il coraggio contro la viltà, frutto della paura e della fragilità di fronte all’arroganza della mafia. Falcone non si abbandonò mai alla rassegnazione o all’indifferenza ma si fece guidare senza timore dalla visione” che la sua Sicilia e l’intero nostro Paese si sarebbero liberati dalla proterva presenza della mafia. Questa “visione” gli conferiva la determinazione per perseguire con decisione le forme subdole e spietate attraverso le quali si manifesta l’illegalità mafiosa. Falcone era un grande magistrato e un uomo con un forte senso delle istituzioni. Non ebbe mai la tentazione di distinguere le due identità perché aveva ben chiaro che la funzione del magistrato rappresenta una delle maggiori espressioni della nostra democrazia e, in qualunque ruolo, ha sempre inteso contribuire, con competenza e serietà, all’affermazione dello Stato di diritto».

Le innovazioni introdotte da Giovanni Falcone nel sistema giudiziario

«La portata della sua eredità è evidente anche dalle modalità della celebrazione di oggi, attraverso la quale si rinnova l’impegno contro la mafia. Poco meno di tre settimane fa, qui a Palermo, presso l’aula-bunker, ha avuto luogo la sessione conclusiva della Conferenza dei Procuratori europei, dedicata alla commemorazione di Falcone. È stato un omaggio di alto significato perché fu il primo ad intuire e a credere nel coordinamento investigativo sia nazionale sia internazionale, quale strumento per far emergere i traffici illeciti che sostenevano economicamente le mafie. Insieme a Paolo Borsellino avviarono un metodo nuovo d’indagine, fondato sulla condivisione delle informazioni, sul lavoro di gruppo, sulla specializzazione dei ruoli; questo consentì di raggiungere risultati giudiziari inediti, ancorati ad attività istruttorie che poggiavano su una piena solidità probatoria.

Le visioni d’avanguardia, lucidamente “profetiche”, di Falcone non furono sempre comprese; anzi in taluni casi vennero osteggiate anche da atteggiamenti diffusi nella stessa magistratura, che col tempo, superando errori, ha saputo farne patrimonio comune e valorizzarle. Anche l’ordinamento giudiziario è stato modificato per attribuire un maggior rilievo alle obiettive qualità professionali del magistrato rispetto al criterio della mera anzianità, non idoneo a rispondere alle esigenze dell’Ordine giudiziario. Le esperienze innovative di quegli anni si sono tradotte, all’indomani dei drammatici attentati, in leggi. Questi provvedimenti hanno fatto assumere alla lotta contro la mafia un livello di incisività ed efficacia mai raggiunto fino ad allora».

Porre la vita e la dignità delle persone al centro dell’azione della comunità internazionale

«Con la determinazione di fare giustizia, facendo prevalere il diritto, ripristinandolo. Per consentire alle persone pienezza di libertà e maggiori opportunità di futuro contro la presenza delle mafie che ne ostacola e talvolta ne impedisce l’effettiva libertà. Da queste drammatiche esperienze si dovrebbe trarre un importante insegnamento per il futuro: evitare di adottare le misure necessarie soltanto quando si presentano condizioni di emergenza. È compito delle Istituzioni – di tutte le Istituzioni – prevedere e agire per tempo, senza dover attendere il verificarsi di eventi drammatici per essere costretti a intervenire. È questa consapevolezza che dovrebbe guidare costantemente l’azione delle Istituzioni per rendere onore alla memoria dei servitori dello Stato che hanno pagato con la vita la tutela dei valori su cui si fonda la nostra Repubblica.

Con la stessa consapevolezza stiamo affrontando una stagione difficile, dolorosa, segnata prima dalla pandemia e poi dalla guerra nel cuore d’Europa. Guerra che sta riproponendo quegli stessi orrori di cui l’Italia conserva ancora il ricordo e che mai avremmo immaginato che si ripresentassero nel nostro Continente. Ancora una volta sono in gioco valori fondanti della nostra convivenza. La violenza della prevaricazione pretende, nella nostra Europa, di sostituirsi alla forza del diritto. Con tragiche sofferenze per le popolazioni coinvolte e per quelle che, da remoto, patiranno le conseguenze del conflitto. Con grave pregiudizio per il sistema delle relazioni internazionali e per le prospettive di sviluppo delle condizioni dell’umanità.

Il ripristino degli ordinamenti internazionali, anche in questo caso, è fare giustizia. Porre cioè la vita e la dignità delle persone al centro dell’azione della comunità internazionale. Raccogliere il testimone della “visione”. Perché a prevalere sia – ovunque, in ogni dimensione – la causa della giustizia; al servizio della libertà e della democrazia».

Referendum: Abolizione Decreto Severino

In vista del referendum sulla giustizia che si terrà il 12 giugno, Like Quotidiano inizia la sua campagna informativa approfondendo ciascuno dei cinque quesiti referendari. Iniziamo dal quesito sull’abolizione del Decreto Severino.

Il quesito (scheda di colore rosso)

«Volete voi che sia abrogato il Decreto Legislativo 31 dicembre 2012, n. 235 (Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi, a norma dell’articolo 1, comma 63, della legge 6 novembre 2012, n. 190)?».

Cosa prevede la legge Severino?

Il decreto legislativo che porta la firma dell’ex ministro della Giustizia Paola Severino prevede incandidabilità, ineleggibilità e decadenza automatica per i parlamentari, per i rappresentanti di governo, per i consiglieri regionali, per i sindaci e per gli amministratori locali in caso di condanna. Ha valore retroattivo e prevede, anche a nomina avvenuta regolarmente, la sospensione di una carica comunale, regionale e parlamentare se la condanna avviene dopo la nomina del soggetto in questione. Per coloro che sono in carica in un ente territoriale basta anche una condanna in primo grado non definitiva per l’attuazione della sospensione, che può durare per un periodo massimo di 18 mesi.

Cosa succede se vince il Sì?

Con il sì viene abrogato il decreto e si cancella così l’automatismo: si restituisce ai giudici la facoltà di decidere, di volta in volta, se, in caso di condanna, occorra applicare o meno anche l’interdizione dai pubblici uffici.

Le ragioni del Sì

Nella stragrande maggioranza dei casi in cui la legge è stata applicata contro sindaci e amministratori locali, il pubblico ufficiale è stato sospeso, costretto alle dimissioni, o comunque danneggiato, e poi è stato assolto perché risultato innocente. La legge Severino ha esposto amministratori della cosa pubblica a indebite intrusioni nella vita privata.

Le ragioni del No

Dal momento che il quesito abrogherebbe tutta la legge, cancellerebbe anche la parte della legge riferita alla decadenza e incandidabilità dei parlamentari condannati con sentenza definitiva.

Paolo Abete

Aumenta la vendita di libri nelle librerie, frena l’online

Dall’inizio del 2022, le librerie fisiche hanno venduto più della metà di tutti i libri di varia (romanzi, saggi e manuali, esclusa l’editoria scolastica). Lo ha comunicato l’Associazione Italiana Editori. I dati, rilevati da Nielsen BookScan, sono stati presentati al Salone Internazionale del Libro di Torino. Nei primi quattro mesi del 2022, sono stati venduti 32 milioni di libri nei canali trade (librerie fisiche e online e grande distribuzione). Il valore economico a prezzo di copertina è stato di 469 milioni di euro. I dati sono in flessione rispettivamente del 2,5% e del 3,7% rispetto i primi quattro mesi del 2021. Rispetto al 2019, sono state vendute 5 milioni di copie in più (+17%), corrispondenti a 65 milioni di euro di valore a prezzo di copertina (+16%).

Il prezzo della carta è aumentato di oltre il 50% rispetto al gennaio 2021. Nelle librerie fisiche sono stati venduti libri per un valore a prezzo di copertina di 245,8 milioni. Nelle librerie online, sono stati venduti libri per 201,7 milioni di euro. La grande distribuzione ha avuto un giro d’affari di 21,6 milioni. Le librerie superano la metà delle vendite con il 52,4%, l’online è al 43%, la grande distribuzione al 4,6%.

L’influenza dei social

Nel 2022, gli unici generi in crescita sono la narrativa straniera e i fumetti. In particolare, le vendite di fumetti nelle librerie sono triplicate rispetto al 2019. Nel 2021, il 59% degli acquirenti ha dichiarato che le loro proprie sono state influenzate da quanto letto, visto o ascoltato sui social network. Nel 2019 il dato era fermo al 50%.

«L’editoria italiana ha ben superato gli anni della pandemia – ha spiegato il presidente di AIE Ricardo Franco Levima adesso affronta un contesto economico caratterizzato dall’aumento dei prezzi della carta, dall’inflazione, dalla caduta dell’indice di fiducia dei consumatori. Sul lungo periodo, la sfida è conquistare nuovi lettori giovani che vanno raggiunti attraverso i canali di comunicazione da loro più utilizzati e con un’offerta editoriale e culturale in cui possano sempre più riconoscersi».

Le dichiarazioni dell’AIE e di Franceschini

«Il governo ha doverosamente e consistentemente aiutato il mondo del libro nell’attraversamento della pandemia – ha dichiarato il Ministro della cultura Dario Franceschinidalle misure per i piccoli editori a quelle per le biblioteche, le imprese, i traduttori gli editori di arte e turismo. Inoltre il Bonus 18app, che da ai neo diciottenni 500 euro da spendere in cultura, è diventata norma permanente. I dati dicono che l’80% del Bonus viene speso in acquisto di libri».

«Un anno fa ho preso l’impegno di portare a compimento entro la fine della legislatura un disegno di legge complessivo per il libro. Una legge di sistema che prende come riferimento la legge cinema, che possa sostenere tutti i soggetti della filiera: case editrici, librerie, distributori, traduttori, autori tra cui anche illustratori e fumettisti. Vorrei che la legislatura si chiudesse con l’approvazione di questa legge, che sarà un altro passo doveroso e giusto per rafforzare quello che oggi rappresenta la lettura», ha concluso Franceschini.

Antonio, Vita di un guitto – Teatro Menotti

Antonio, Vita di un guitto è stata una splendida occasione per vedere in solitaria il giovane attore Antonio Perretta e apprezzarne così le qualità e la versatilità. Diplomato alla scuola del Piccolo Teatro, è stato recentemente nel cast di M di Massimo Popolizio, tratto dal romanzo di Antonio Scurati; nonché nella splendida realizzazione di Doppio Sogno diretta da Carmelo Rifici, che questa testata vi aveva già segnalato. Lo spettacolo Antonio – Vita di un guitto si inserisce all’interno di Contemporanea 2022, progetto dedicato alla creatività giovanile, che terrà impegnato il Teatro Menotti fino al 26 giugno. La nobile ambizione è quella di dare spazio a giovani artisti emergenti e promuoverne il lavoro sulla scena artistica contemporanea nazionale.

Antonio – Vita di un guitto

Lo spettacolo è già tutto nel titolo, che nel sostantivo “guitto” evoca quel misto di tecniche e modi di fare, di tradizioni e personaggi ai limiti dell’assurdo che sono il pane quotidiano delle compagnie teatrali di provincia. Antonio questa radice provinciale la rivendica. Rivendica il valore delle esperienze di un mondo fuori dalla storia, marginale, lontano dai riflettori, portando in scena un monologo che si oppone “ad un mondo fatto di capitali, scegliete voi quali”.

Così facendo, porta in scena anche il fondo di sé stesso, conducendo lo spettatore prima tra i banchi di scuola e tra le strade del paese (Sessa Aurunca, Caserta); poi, tra le strade piene e veloci di Milano, o quelle caotiche e intasate di Roma. Lo fa con l’ausilio di pochissimi oggetti di scena, riuscendo a disegnare le ambientazioni delle sue storie con una prossemica da manuale e una varietà timbrica che varia intenzioni, emozioni, età e provenienze geografiche.

Il risultato è questa Vita di un guitto, modellata sull’esempio di Antropolaroid di Tindaro Granata. E tuttavia il guitto è anche una maschera, grazie alla quale Antonio può mostrare i suoi fallimenti e le sue incertezze (le sue guittezze); nonché la chiave che permette a questo lavoro di dispiegare quella comicità tutta partenopea e tutta barocca, che ha in Totò il suo principe, basata sull’equivoco, sull’inciampo, sulla stupefazione che rincorre l’assurdo, sull’addizione continua a somma zero; sulla vertigine che schizza via per non scoprire la vacuità dei suoi presupposti.

Federico Demitry

Info

Antonio – Vita di un guitto è uno spettacolo di e con Antonio Perretta, nato come progetto di formazione a cura di Tindaro Granata
alla scuola del Piccolo Teatro di Milano

Ulteriori informazioni sulla rassegna Contemporanea 2022 sul sito del Teatro Menotti.

Lo stato dei servizi pubblici in Italia

Continua ad essere preoccupante la crescente percentuale di persone che ha dovuto rinunciare a visite specialistiche, esami diagnostici e servizi ospedalieri in generale. Secondo l’Istat, il dato è passato dal 6,3% del 2019 al 9,6% nel 2020 e all’11% nel 2021. Il 53,3% di chi rinuncia riferisce motivazioni legate alla pandemia da COVID-19.

Aumentano le assunzioni nell’ambito sanitario. Nel 2021 ci sono stati 4,1 medici ogni 1.000 residenti (erano 4,0 nel 2020); infermieri e ostetriche passano al 6,6 per 1.000 residenti nel 2020 (erano il 6,5 nel 2019). Circa il 50% dei residenti di 14 anni e più ha dato loro un punteggio di fiducia uguale o superiore a 8 (su una scala da 0 a 10). Nel 2020, il 7,3% delle persone si è spostato in un’altra regione per effettuare un ricovero. Le restrizioni imposte dalla pandemia, che hanno impedito gli spostamenti fuori dalla propria regione, e il sovraccarico dei servizi ospedalieri dovuto ai pazienti Covid, hanno comportato un calo di 1 milione e 700mila ricoveri di pazienti residenti fuori regione rispetto al 2019, anno in cui il tasso di emigrazione ospedaliera era pari all’8,3%.

Mezzi pubblici e raccolta dei rifiuti

Nel 2021, il 9,4% delle persone di 14 anni e più ha utilizzato assiduamente i mezzi pubblici. Il ricorso ai servizi di mobilità ha subito un calo di 6 punti percentuali rispetto agli anni pre-Covid. Rimane stabile la quota di quanti si dichiarano soddisfatti del servizio (20,5% nel 2021).

Nel 2020 cresce la raccolta differenziata dei rifiuti: il 56,7% delle persone vive in un comune che ha raggiunto l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata. Sono 10 le regioni che hanno superato l’obiettivo: la Sardegna, le province autonome di Bolzano e Trento, il Veneto, le Marche, la Valle d’Aosta, la Lombardia, l’Umbria, l’Abruzzo, il Friuli-Venezia Giulia e l’Emilia-Romagna.

Erogazione di acqua ed energia elettrica

Permangono differenze territoriali nell’erogazione di acqua ed energia elettrica. La quota di famiglie che dichiara irregolarità del servizio idrico, nel 2021, è pari al 9,4%. Le famiglie che lamentano tale disservizio al Nord sono il 3,3%, mentre nel Mezzogiorno sono il 18,7%. Per l’erogazione di energia elettrica si sono registrate, in media, 2,1 interruzioni, senza preavviso, superiori ai tre minuti, per cittadino. Anche in questo caso le differenze territoriali sono notevoli: si passa da 1,4 interruzioni nel Nord a 2 nel Centro a 3,1 nel Mezzogiorno.

Abracadabra: incantesimi per lo studio 5 di Irene Serini su Mario Mieli

“Nelle donne soggette al “potere” maschile, nei proletari soggetti allo sfruttamento capitalistico, nella soggezione degli omosessuali alla Norma e in quella dei neri al razzismo dei bianchi, si riconoscono i soggetti storici concreti in grado di ribaltare i piani odierni della dialettica sociale, sessuale e razziale, per il conseguimento del “regno della libertà”.

Elementi di critica omosessuale – Mario Mieli

Incantesimi di Mario Mieli, studio 5: al Teatro Elfo Puccini di Milano, con la trepidazione di un odeon greco, la sala Bausch accoglie Abracadabra, quinto e ultimo studio di Irene Serini sul filosofo e scrittore italiano, e in particolare sull’opera Elementi di critica omosessuale.

Un’opera vertiginosa, un testo a tratti pruriginoso e contraddittorio, un pensiero radicale e di fatto censurato in Italia. Mario Mieli non gode di nessuna fama nel Belpaese, eppure il suo lavoro lo pone in dialogo con maestri del calibro di Foucault; risulta pionieristico nel filone, oggi di importazione prevalentemente anglosassone, dei gender studies. Un pensiero che rifiuta perentoriamente l’esclusività della norma (come standard che esclude); che scalpita nelle categorie psicoanalitiche (psiconaziste, come direbbe lui); che pone la liberazione del desiderio come antidoto all’oppressione del potere costituito e delle sue forme.

Abracadabra, incantesimi di Mario Mieli – Studio 5

Come si coniuga questo con il teatro? Una domanda a cui solo Irene Serini sa rispondere, che con questa ultima fatica dimostra nuovamente di padroneggiare l’arte dello studio, quando in contemporanea molti studi sulle scene milanesi si limitano per lo più a una lettura imbellettata o eccentrica del testo. Al contrario, come già nello studio 4, dedicato “alla città inquinata del capitale”, nello studio 5 con Mieli si dialoga e Mieli si mostra; nel corpo degli attori come nelle loro storie.

Lo spazio scenico, di una essenzialità disarmante, è caratterizzato dalla forma geometrica del quadrato. Prosegue quindi un indirizzo rappresentativo già sfruttato nei precedenti studi con altre forme: il triangolo e il cerchio. L’espediente suggerisce da un lato quell’occulto legame tra magia e matematica (elemento tipico delle culture esoteriche); dall’altro rende visibile il concetto di perimetro, di forma, di struttura da lambire, da riempire e svuotare, attraversare, smontare, ridefinire.

A completare gli oggetti di scena una sedia, una lavagna e dei gessi, su cui scrivono e disegnano Anna Resmini e Luca Oldani. Nulla più serve a questa sapiente ensemble di attori per fare teatro. A deformare lo spazio, a dis-orientare e ri-orientare ci pensa l’apparato tecnico, le luci e i suoni che orchestra spietata e chirurgica Caterina Simonelli. Non si pensi però ad una rappresentazione asettica. Il minimalismo degli oggetti e delle linee è ampiamente riempito dalla fisicità, dalla voce e dalla interazione di tutti e quattro gli attori.

Più che ad una messa in scena, però, Abracadabra fa pensare alla costruzione di una seduta spiritica alla Artaud. Sembra interiorizzata la lezione sul teatro, “che non consiste in nulla, ma si serve di tutti i linguaggi – gesti, suoni, parole, luce, grida” e “nasce nel momento in cui lo spirito per manifestarsi ha bisogno di un linguaggio”. Così lo studio 5 “scioglie conflitti, sprigiona forze, libera possibilità”, sempre per dirla con Artaud. Fondamentale a tal proposito è la linea del gioco, essenza autentica del teatro, momento unico in cui l’adulto torna bambino (lo scherzo è adulto, il gioco è bambino, diceva qualcuno).

Gli ultimi incantesimi di Mario Mieli: lo studio 5 di Irene Serini

Ed infatti al cuore di questo studio vi è la più inopportuna e inaccettabile delle proposizioni di Mieli, quella cioè che riguarda l’educazione del bambino e della bambina. Tanto inaccettabile da risultare oggigiorno rischiosa e di fatto passibile di censura se non di autentico canceling, sebbene la nostra società si professi più libera e di più larghe vedute rispetto a quella del passato.

La vita bambina per Mieli è la vita prima dei costrutti sociali, in cui il desiderio non è ancora stato traviato dalla Norma e si presenta dunque nella sua natura essenziale, che è bisessuale o transessuale, dove per transessualità si intende “la originaria ricchezza polimorfa dell’Eros”. L’età adulta invece si fonderebbe sulla selezione dei comportamenti sociali più opportuni, e dunque sulla rimozione parziale o totale del fondo polimorfo del desiderio, della sua categorizzazione oppositiva: maschi e femmine, etero e gay. Per questo, lo studio 5 risulta il più complesso e quello in cui la Serini e i suoi fanno i conti uno alla volta e una volta per tutte con gli Elementi di critica omosessuale.

L’accoglienza del pubblico

La loro è un’opera divulgativa importante, ma anche un modo di fare teatro emozionante, che dimostra studio, rigore, qualità e che parla alla comunità. Espressione che chi scrive, lo ammette, ha origliato in sala. Ad usarla un anziano signore che, commosso dallo spettacolo, ha paragonato Abracadabra al teatro greco di Atene, quello della catarsi da vivere collettivamente, quello del “teorico”, obolo di presenza riconosciuto dalla polis ai cittadini meno abbienti che assistevano alle rappresentazioni. Forse il paragone non è per niente esagerato, considerato il torrente di applausi che ha concluso la serata, a stento contenuti dalla piccola Sala Bausch.

Federico Demitry

Info

Abracadabra – Incantesimi di Mario Mieli [Studio 5]

di Irene Serini

con Luca Oldani, Anna Resmini, Irene Serini, Caterina Simonelli

con il sostegno di residenza artistica Olinda e Teatro della Tosse, primo spettatore Fabio Cherstich

Lo spettacolo è attualmente in scena al teatro Elfo Puccini di Milano

L’innovazione e la ricerca in Italia

La fiducia dei cittadini italiani con un’età superiore ai 14 anni nei confronti degli scienziati e della ricerca è abbastanza elevata. Oltre la metà degli intervistati (52,9%) dall’Istat ha assegnato un punteggio pari o superiore a 8, e un voto medio pari a 7,3, su una scala da 0 a 10.

Nel 2021, la quota di persone di 11 anni e più che hanno utilizzato internet almeno una volta a settimana nei tre mesi precedenti l’intervista sale al 72,9%, con una crescita di oltre 6 punti percentuali rispetto al 2019. L’indicatore raggiunge livelli elevatissimi tra i ragazzi in età scolare: il 94,0% nella classe di età 11-14 anni, il 97,0% in quella 15-19 anni; nel 2019 era pari rispettivamente all’85,8% e al 90,5%. Tra le persone di 55-59 anni gli internauti sono l’80,0%; scendono a poco meno del 50% tra quelle di 65-74 anni. Nonostante l’accelerazione nell’uso regolare di internet, nel 2021 tre famiglie italiane su dieci non hanno ancora la disponibilità di un pc e di una connessione a internet da casa. Circa l’8% delle famiglie dove è presente almeno un minore non ha disponibilità di pc e connessione da casa nel 2021.

La migrazione dei laureati

Le migrazioni di giovani laureati italiani sono proseguite anche nel 2020. Il dato emerge dal Rapporto dell’Istat sul Benessere equo e sostenibile (Bes). Il saldo con l’estero è di -5,4 per mille, più elevato che nel 2019 (-4,9 per mille). Le migrazioni interne continuano a penalizzare il Mezzogiorno. Nel 2020, il Sud ha perso 21.782 giovani laureati. Di questi, oltre tre su quattro hanno trasferito la propria residenza nel Centro-nord (16.882; 77,5%).

L’occupazione culturale e creativa è stata colpita dalla crisi da COVID-19 già nel 2020, e non mostra segni di ripresa nel 2021. Il peso del settore culturale e creativo sull’occupazione totale scende dal 3,6% del 2019 al 3,4% del 2020, livello confermato nel 2021. In termini di numero di occupati nel settore, il saldo alla fine del secondo anno di crisi pandemica è di -55mila occupati, con una perdita relativa del -6,7% tra il 2019 e il 2021, più che doppia rispetto alla contrazione del complesso degli occupati (-2,4%).

Web e commercio

Nel 2020 sono stati investiti 1,47 milioni di euro in meno del 2019 in prodotti della proprietà intellettuale. Due terzi dei minori investimenti sono da imputare alla contrazione della spesa per ricerca e sviluppo. Secondo i dati preliminari 2020, la spesa in ricerca e sviluppo registra un calo complessivo del -3,4% rispetto al 2019. Nel 2020 resta ampia e inalterata la distanza tra il nostro Paese e la media europea, sia in termini di incidenza degli investimenti in prodotti della proprietà intellettuale sul Pil. In Italia il dato è fermo al 3,2%. La media Ue27 è del 5,0%.

Nel 2021 cresce ulteriormente il numero di imprese che, nel corso dell’anno precedente hanno realizzato vendite ai clienti finali tramite propri canali web, piattaforme digitali o intermediari di e-commerce: sono il 14% delle imprese con 10 addetti e più.

La catastrofe umanitaria in Mozambico

L’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, ha lanciato un nuovo allarme sulla situazione climatica nel nord del Mozambico. Il conflitto e la fuga di persone, aggravati da eventi meteorologici estremi, hanno portato a un aumento dei bisogni di protezione per centinaia di migliaia di rifugiati, sfollati interni e membri delle comunità ospitanti. Nel 2022, il Mozambico è stato colpito da cinque tempeste tropicali e cicloni.

Il ciclone Gombe

L’11 marzo 2022 il ciclone tropicale Gombe ha colpito la provincia di Nampula, in Mozambico, distruggendo case, inondando terreni agricoli e costringendo la gente a fuggire in cerca di sicurezza. Gombe è stata la tempesta più forte a colpire il Mozambico da quando i cicloni Idai e Kenneth hanno provocato devastazioni nella primavera del 2019, costringendo alla fuga circa 2,2 milioni di persone. Il ciclone Gombe ha colpito il Mozambico meno di due mesi dopo la tempesta tropicale Ana. Questa ha raggiunto il Mozambico settentrionale e centrale il 24 gennaio, colpendo 180.869 persone e uccidendone almeno 38. Gombe ha colpito più di 736.000 persone, comprese quelle nel sito Corrane per gli sfollati interni e i rifugiati nell’insediamento di Maratane. A Maratane, l’80% dei rifugi è stato danneggiato e più di 27.000 persone hanno ancora urgente bisogno di assistenza.

L’impegno dell’UNHCR

Secondo l’UNHCR, cicloni e altre tempeste stanno diventando più frequenti e gravi, le inondazioni sono più forti, la siccità si sta intensificando e gli incendi stanno diventando più devastanti. Oltre l’80% dei rifugiati e degli sfollati interni provengono dai paesi più vulnerabili al clima in tutto il mondo. In Mozambico, circa 783.000 persone continuano a subire gli effetti devastanti della violenza nella provincia settentrionale di Cabo Delgado. Solo nel 2022, il conflitto ha causato 6.000 nuovi sfollati. Insieme al governo del Mozambico e ai suoi partner, l’UNHCR ha fornito assistenza legale a 21.500 persone. Inoltre, ha raggiunto circa 55.000 persone con campagne di sensibilizzazione sulla prevenzione e la risposta alla violenza di genere.

Gli investimenti in cultura e lo stato dell’ambiente in Italia

Nel 2019, la spesa pubblica italiana per cultura e paesaggio è tra le più basse d’Europa in rapporto al Pil. Il dato è fermo allo 0,4% del Pil, mentre la media Ue27 è dello 0,6%. Lo ha rivelato l’Istat nel rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes). I Comuni spendono in cultura 19,9 euro per cittadino. Forte il divario tra il Nord (25,8 euro pro capite) e il Mezzogiorno (9,3 euro pro capite).

Nel 2021, diminuisce l’indice di abusivismo edilizio (15,1 costruzioni abusive ogni 100 autorizzate, contro le 17,9 del 2019 e le 19,9 del 2017). La situazione migliora anche nel Mezzogiorno, dove però il valore resta molto elevato (38,4 ogni 100). In aumento l’impatto degli incendi boschivi, che nel 2020 hanno investito circa 56mila ettari di terreno, pari all’1,8 per mille del territorio nazionale (3,9 per mille nel Mezzogiorno).

L’ambiente

Nel 2020, si rileva una diminuzione della percentuale dei superamenti di PM2,5 che si attestano al 77,4%, valore più basso dell’indicatore dal 2010. Diminuiscono nettamente nel 2020 le emissioni di CO2 e di altri gas climalteranti generate dalle attività economiche e dalle famiglie, raggiungendo il valore di 6,6 tonnellate di CO2 equivalente per abitante.

Le temperature minime e massime, nel 2020, risultano maggiori rispetto alla media climatica (periodo di riferimento 1981-2010). Riguardo alle precipitazioni, lo scarto rispetto alla mediana del periodo di riferimento a livello nazionale è pari a +2%. Nel 2021 si osserva una riduzione dei giorni consecutivi non piovosi a scala nazionale. Nel 2020, la produzione di rifiuti urbani in Italia è scesa a 28,9 milioni di tonnellate (-3,6% dell’ammontare complessivo rispetto al 2019), pari a 487 chilogrammi per abitante (-16 chilogrammi pro capite).

Sono stati conferiti in discarica il 20,1% del totale dei rifiuti urbani; era il 20,9% nel 2019 e il 46,3% nel 2010. Gli effetti dei cambiamenti climatici e dell’aumento dell’effetto serra rappresentano uno dei problemi ambientali che preoccupano maggiormente le persone. Tuttavia, se fino al 2019 la percentuale di persone di 14 anni e più che ritengono che questo sia uno dei problemi ambientali principali era in costante crescita, nel biennio 2020-2021 si registra un’inversione di tendenza che riguarda tutto il territorio (dal 71% del 2019 al 66,5% del 2021). Nel 2021 il livello di interesse per queste tematiche torna a quello registrato nel 2018 (66,6%), evidenziando un aumento di attenzione in concomitanza con i movimenti di protesta a livello globale del 2019-2020.